La Festa dei SS. Protomartiri Romani
Noi Canosini di Roma c'eravamo
domenica 1 luglio 2018
22.09
La maestosità della Città del Vaticano stupisce sempre ed anche il visitatore abituato ne rimane colpito. Questa volta lo stupore per la Chiesa di Santa Maria in Camposanto dove sabato sera è stata celebrata la Festa dei SS. Protomartiri Romani. Grande padrone di casa il nostro Monsignore Lello Iacobone nella celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza Cardinale Giancarlo Ravasi, musiche e coro della Città del Vaticano diretto da Monsignor Frisina, ben noto anche a Canosa per la vicinanza alla nostra Cattedrale di San Sabino, al suo coro, al nostro maestro Salvatore Sica. I Protomartiri sono stati le prime vittime innocenti della nostra Fede Cristiana nella Roma Imperiale . Il colle Palatino su cui si sviluppa la Città del Vaticano fu lordato dal sangue femminile e maschile di chi aveva aderito al Verbo del Cristo, Molti furono sgozzati da cani latranti, tanti uomini furono prima crocifissi e poi dati alle fiamme, tante fiaccole a ricordare anche ora oggi che di Fede si può morire. Quella del Cardinale non è stata solo una predica a corredo di una bella Messa ma una lectio di un uomo di grande cultura ,che partendo dal Vangelo di Marco ha dato visione culturale partendo dallo scritto in aramaico ,tradotto in greco e poi in latino, correggendo anche traduzioni improprie. Conoscevo quella pagina di Marco, conoscevo il miracolo del Cristo che toglie la emorragia alla donna che credendo gli tocca solo il lembo del mantello ,conoscevo la resurrezione della bambina figlia del capo della Sinagoga. Non conoscevo il mistero del numero 12 : da dodici anni durava la emorragia di quella donna che, considerata impura secondo la tradizione Ebraica, viveva ai margini della società , dodici anni aveva quella bambina che si preparava a divenire maggiorenne . Anche qui il ripetersi del 12 , numero che ricorre spesso nella Bibbia a partire dal numero degli Apostoli . Nella cornice del ricordo dei primi Martiri, due momenti di fede che danno vita a due donne e nel vangelo di Marco tante sono le donne. Una prima serata romana gradevole, con il sottofondo di canti che alleggeriscono il corpo ed elevano il cuore , con gli occhi fissi all'ostensorio e sullo sfondo di una chiesa povera, da Camposanto,una cornice di quadri tra cui una deposizione con una Mamma che guarda Suo figlio sotto gli occhi vigili di Giovanni e degli astanti. "Noi Canosini di Roma c'eravamo" come ha scritto su Facebook Salvatore Paulicelli postando le foto sul social . Grazie Monsignore, grazie Lello, altro figlio che da lontano non dimentica la nostra terra comune, Canosa.
Nunzio Valentino
Nunzio Valentino