Le Pillole

Medio Oriente: rischio reale di una guerra senza frontiere

Fermare la valanga di odio ed interessi

Sono stato a Teheran a inizio novembre dello scorso anno, una megalopoli da sedici milioni di abitanti, in fermento dal 14 luglio scorso, data dell'accordo sul nucleare a Vienna. Una città, una nazione apparentemente tranquilla, trascinata verso il nuovo dal Presidente Hassan Rouhani e dal ministro degli esteri Zarif, con le forze conservatrici ancora in gioco, appoggiate dalle milizie dei pasdaran presenti e visibili ad ogni angolo di strada, che controllano la contra-aerea missilistica a protezione della città. Il popolo Iraniano vuole adire al nuovo ma la via di una Primavera Iraniana è ancora in salita ed i primi segnali li potremo vedere con i risultati delle prossime elezioni presidenziali. Questo clima di speranza è stato miseramente spezzato dalla decisione del re Saudita Salman di dare esecuzione alla condanna a morte di un capo religioso Sciita, rappresentante spirituale della minoranza nel paese della dinastia Saud, rigidamente Sunnita. L'uccisione dello sceicco al-Nimr, confusa ad arte tra la esecuzione capitale di quarantasette terroristi, è la fine decisa, al tavolino della opportunità politica, di un uomo non violento per idea vissuta, che nel 2009 aveva tentato, partendo dal sud della nazione Saudita, ricchissima di petrolio e con popolazione a maggioranza Sciita, di costruire una Primavera in Arabia Saudita. Condannato nel 2011, ucciso ieri per dare il forte segnale di un pugno di ferro all'interno di una nazione, in difficoltà, dopo il drammatico calo del prezzo del grezzo da 110 a meno di 40 dollari al barile, chiudendo una era di benessere sorretta dalla forza economica dei petrodollari . Lo sguardo ed il segnale di attenzione è stato dai Sauditi, a livello internazionale, rivolto agli Stati Uniti, rei di aver dissolto con fatti economici, lo shale oil , e politici, il negoziato con gli Iraniani per il nucleare, l'accordo di ferro del 1945 tra il Presidente Roosevelt e re Saud che dava alla Arabia Saudita il ruolo di primo interlocutore degli States in Medio Oriente.

Lo scisma tra le due anime dell'Islam, Sunniti e Sciiti, si trascina, macchiato sempre da sangue fresco, dal 10 ottobre del 680, giorno della strage di Kerbela, in cui agli assediati, ai bambini nel deserto fu negata l'acqua, ed ai vinti fu concessa o una ignominosa fuga o la morte . Il Califfo Yazid ed il suo esercito Omayyade uccisero tutti quelli che ostacolavano la conquista dell'Islam, incluso l'iman Ali ,il nipote del profeta Maometto. Gli Sciiti sono i seguaci nel tempo dell"Iman Ali" e l"eccidio ogni anno è ricordato nel giorno della "Ashura", che riconsacra con pellegrinaggi,vestiti a lutto, flagellazioni, capi cosparsi di cenere, pianti, quel giorno di sterminio di più di 1300 anni fa. Non è solo ricordo, è odio tribale perpetuato nei secoli a dispetto di una civiltà che avanza. Non è solo odio è anche concezione diversa della gestione della società,da una parte gli Iman Sciiti, che racchiudono potere politico e religioso, dall'altra il Califfo Sunnita che deve preservare il potere alla luce della legge del Corano, tenendo a qualunque costo legato il popolo Islamico. Il rischio, oggi, di un conflitto senza frontiere, ha le radici in questo irrisolto contesto che le potenze Occidentali hanno sfruttato e non aiutato per far lucrare il mercato dei petrodollari, grezzo contro armi, date ora agli uni ora agli altri.

La realtà è che il mondo occidentale sta perdendo il controllo della situazione: alle uccisioni Saudite sono seguiti gli assalti Iraniani e l'incendio all' ambasciata Saudita di Teheran, che tristemente ricorda l'analogo gesto verso l'ambasciata Americana del 1979, il ritiro delle delegazioni diplomatiche Sunnite di Arabia Saudita, Bahrein, Sudan, Emirates, Kuwait da Teheran. Comincia male la Geopolitica di questo nuovo anno, c'è il rischio reale di una guerra che travalichi i confini Medio-Orientali perchè il grande popolo Islamico, nelle sue due componenti, pervade il mondo dal Libano alla Turchia, dal Pakistan all'Afganistan, al Far East, ai paesi occidentali in cui la componente Islamica non è trascurabile. Ci sono le condizioni che si creino due stupidi cartelli che portino il mondo alla guerra. Le portaaerei solcano già il Golfo Persico, la marina militare Russa già si muove nel Mediterraneo, i caccia Russi e Turchi fanno già vergognosi esercizi di battaglia. Avevamo gioito per la creazione di un fronte comune contro il terrorismo pazzo dell'ISIS e del suo Califfo, autonominatosi, al-Baghdadi, che ora ride : chi lo cercava per abbatterlo ha trovato un nemico da odiare di più ed i fronti che si sono arroventati, caldi già com'erano, quello Yemenita e quello Libanese-Siriano. Chi si deve ora muovere per evitare la catastrofe sono gli Usa e la Russia che la logica e le relazioni pongono su fronti opposti.L'Europa continua a non avere alcun ruolo in politica estera tranne partecipare come invitato senza peso a qualche banchetto. Il mondo ha già vissuto con tanto dolore il " Secolo Breve", secondo la definizione di Eric Hobswan, per la rapidità funesta di due Guerre Mondiali, il Genocidio Armeno, la Shoah, la Guerra Fredda. Un secolo tragico per i tanti fratelli lasciati sul terreno. Il "Terzo Millennio" è cominciato con l'eccidio delle "Torri Gemelle " di New York dell'11 novembre 2001. Ogni giorno da allora abbiamo assistito a notizie di dolore,l'uomo contro l'uomo, ma i fatti sembravano isolati. Questi ultimi hanno un contesto di odio storico e vivono di affari molto vicini al controllo di energia ed acqua, alla vendita di armamenti. Basterà l'infinita preghiera nel tempo di Papa Francesco, a cui associamo con il cuore la nostra, a fermare questa valanga di odio ed interessi che sale e che rischia di travolgere il mondo?
Nunzio Valentino
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