Le Pillole

Le pillole di Nunzio Valentino: Giuseppe Dossetti , vita esemplare da imitare

Con tante pillole dedicate alla mia Canosa , è giusto concludere con un pensiero forte ,riassuntivo di tanta esperienza condivisa



Giuseppe Dossetti ,esempio di vita esemplare da imitare. La Sua è stata per un certo verso una biografia impossibile , come sarebbe impossibile raccontare la storia Repubblicana del nostro Paese ,omettendo il Suo fattivo contributo di idee e di opere .
Sono passati venti lunghi anni dalla Sua morte ,ma vivo è ancora nel mio cuore ,nel cuore di tanti Italiani ,il Suo insegnamento,il Suo esempio .
Pensando al contenuto più proprio da dare alla mia 50esima pillola per Canosaweb ,pensando ad una figura più vicina al mio "sentire" , la scelta è caduta su Giuseppe Dossetti ,da molti ritenuto idealmente vicino ad un"altra figura di statista a me caro ,Aldo Moro ,e sicuramente maestro di Beniamino Andreatta ,inventore dell"ULIVO ,sintesi ideale del pensiero di don Giuseppe e di quello di Keynes.
Dossetti nasce in una famiglia medio borghese cattolica ,cresce in ambito Azione Cattolica , perfeziona i Suoi studi alla Cattolica di Milano di padre Gemelli. A soli ventisette anni è professore di diritto ecclesiastico,
distinguendosi tra i migliori canonisti Italiani.

Grande giurista ma anche uomo della " Resistenza al Fascismo ",tessitore ,nel momento della lotta clandestina, di un Movimento politico democratico di ispirazione cristiana.
Grande affabulatore , deciso organizzatore di uomini ,vicini per comuni idee e principi democratici ,nella pianura di Reggio Emilia, uomo di azione sull"Appennino ,sulle montagne emiliane con i partigiani .
Finita la guerra ,spinto da papa Pio dodicesimo , nel 1945 è vicesegretario della Democrazia Cristiana .
Il giovane professore trentaduenne davanti alle macerie della guerra ha chiaro che il nuovo Stato dovrà essere repubblicano ,che non è concepibile il ritorno del liberalesimo alla Croce,che il popolo , la classe operaia ,deve essere il cuore di uno Stato,a cui si chiede di essere motore di una società nuova , che deve troncare ogni rapporto, anche ideale, con la sconfitta Dittatura Fascista.
Principi questi ,condivisi dai Dossettiani Fanfani ,Lazzati ,La Pira ,non da De Gasperi ,intento ad una sintesi tra vecchio e nuovo per la conquista politica del ceto medio .
Il diverso approccio tenuto tra segretario e vicesegretario della Democrazia Cristiana , l"atteggiamento attendista di Alcide De Gasperi ,impone a Dossetti la scelta coerente delle dimissioni dalla direzione del partito, a fronte del referendum popolare monarchia repubblica .

Eletto con grande suffragio alla Assemblea Costituente ,viene scelto dal Presidente della stessa come componente della prima delle tre sottocomissioni incaricate di proporre il testo della Costituzione dell"Italia Repubblicana . Altri indimenticabili attori di questa sottocommissione sono Togliatti,Lazzati ,La Pira ed un giovane giurista pugliese, Aldo Moro.
La prima sottocommissione ha come scopo "diritti e doveri dei cittadini" ,
Grandioso il suo contributo nella organizzazione e nella stesura dei testi dei primi articoli della nostra Costituzione .
Lui ,uomo legato al Vaticano, ma rispettoso della indipendenza dello Stato,osteggia il dettato dell"articolo 7 ,sopratutto nel riferimento ai Patti Lateranensi di Fascista memoria ; è Sua la idea di fissare come monumento alla pace il "ripudio " ( la proposta del verbo ripudiare è Sua ) Costituzionale della guerra.
Il 1951 chiude la Sua esperienza politica attiva romana ; resta però sino alla Sua morte luce e riferimento della sinistra democristiana.Nel 1952 fonda l"Istituto per le Scienze Religiose ,nel 1958 diviene sacerdote ,dopo una parentesi politica come consigliere ,capo della opposizione democristiana ,nel Consiglio Comunale della Bologna rossa .
La Sua voce ha tuonato forte in due occasioni : nel 1978 a pochi giorni dal ritrovamento del corpo esangue di Aldo Moro ,barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse ,e subito dopo la elezione del primo governo Berlusconi nel 1994 ,a difesa della Costituzione e dei suoi valori.

Il giorno di Pentecoste del 1978, ricordando Aldo Moro , trova parole profetiche e descrive la prigionia ,la paura ,la morte dello statista , come momenti temporali ascrivibili nel periodo cattolico che va dalla domenica delle Palme ( sequestro ) alla domenica di Pentecoste ( ritrovamento del cadavere ) .L"amico della sinistra democristiana diventa uomo che ha sofferto la passione ma ,come la icona del Cristo Salvatore di Andrej Rublev , il sorriso socchiuso si trasforma in Spirito ,che schiude le porte e vincendo la paura dei tempi oscuri, si presenta illuminato al cospetto dell"Altissimo.
Nel 1994 il discorso di commemorazione alla Università Cattolica, nel decennale della scomparsa del rettore Lazzati ,diventa il suo testamento politico,morale ,tutto incentrato sulle due grandi sfide della Sua Vita ,lo Stato e la salvaguardia della Costituzione da una parte ,il bisogno di una nuova Chiesa dall"altra.
Don Giuseppe ,riprendendo il profeta Isaia , dice che il tempo di quei giorni era buio come la notte ,una notte che sarebbe durata a lungo,per molti altri anni .
Notte come smarrimento dei valori ,appetito solo di beni e cose , perdita del senso di comunità ; notte come esaltazione sfrenata di un "io solo ". Parole drammatiche se coniugate con una Chiesa che ,pur di patteggiare consenso economico e politico- legislativo ,aveva perso molto il Suo essere Chiesa di Verità ,Chiesa di Misericordia , che accoglie e non respinge ,non condanna ,che parla e si china ai Suoi primi figli ,i peccatori ,i malati , i disoccupati ,i poveri ,i vecchi ,i bambini ,una Chiesa solidale ,che sa aiutare e consolare.

Questa lettura profetica, a due anni dalla Sua morte , annuncia anche la speranza della luce,ma condizionata dal necessario recupero dei Valori,abbandonando i compromessi , ridando il primato all"Uomo ,che Dio ha posto al centro del mondo ; un insegnamento attuale oggi come ieri .
I pericoli del nostro mondo , la crisi della nostra Italia ,che non ha solo radici economiche , è sotto i nostri occhi .
Papa Francesco, nella omelia della Santa Notte e nel messaggio "Urbi et Orbi" ha ripreso con forza i messaggi di don Giuseppe ; la rivoluzione nel funzionamento e nella scelta delle gerarchie, in corso nella Chiesa ,va nella stessa direzione.
Il mondo ha bisogno di nuovi profeti , l"uomo ha preso una brutta china , uccide , stupra, utilizza e condiziona le donne ed i bambini, crea terrorismo vero intorno a false religioni costruite a tavolino , segue solo le cose ed il dio danaro ,non si ferma un attimo a pensare inpigliato com"è nella "rete" che può trasformarsi da strumento di progresso in un cieco ,infinito vicolo sempre più buio .
La situazione Italiana è più o meno in linea : siamo un popolo sempre più vecchio ,poco interessato alla Politica,sempre meno occupato,con un divario Nord - Sud sempre crescente ,giovani che non hanno più voglia di studiare e di leggere ,che spende poco come Stato , enormemente indebitato ,per la scuola ,la ricerca .

L"Italia delle periferie è fuoco che cova sotto la cenere ,fuoco che non stiamo cercando di prevenire ,malgrado giorno per giorno assistiamo attoniti a gesti collettivi e personali ,razionalmente non spiegabili .
La nostra gente ,quella delle mense pubbliche , quella che fruga nei cassonetti ,quella delle periferie,che teoricamente sembra non aver più niente da perdere ,è il fuoco !
Anche qui dobbiamo rileggere i Padri e ricominciare a lavorare per aiutare , a chiedere allo Stato una attenzione maggiore ; è solo questa l"acqua che può spegnere il fuoco,è solo questa la via che può riaccendere nei cuori non dico la certezza ,almeno la speranza .

Con tante pillole dedicate alla mia Canosa , è giusto concludere con un pensiero forte ,riassuntivo di tanta esperienza condivisa e vissuta con le mie radici.
La Canosa di oggi ,rimpasto dopo rimpasto , continua una lenta inesorabile discesa verso un fondo senza fondo ,il nostro pozzo di Sant"Antonio .
Io credo che in città ormai operano squilibrati sistemi : chi cerca di dare in silenzio un contributo ad un welfare saltato e parallelamente spesso da" corpo ad azioni e momenti di cultura ; chi vive disinteressato senza uscire il naso fuori dalla porta nel sano solitario rispetto dei fatti propri ( la maggioranza silenziosa tanto ricercata nei momenti elettorali) ; chi avrebbe il compito di dettare la via alla città che, a seconda delle convenienze ,dei patteggiamenti più o meno nascosti , si infiamma o dorme ,dimentica nei fatti di quel grido di cambiamento che almeno dalla parte sofferente e/o dalla parte viva ,le tante benemerite associazioni della nostra comunità, sale .
La mia speranza è che ,passato il prossimo turno elettorale per le regionali ,qualcosa sul serio cambi .
La cinquantesima pillola si chiude con un appello diretto al Sindaco ,nel Suo essere garante di tutta la cittadinanza ,senza distinzioni partitiche.
Caro Ernesto , tanta gente aveva plaudito al tuo impegno ,considerandolo un momento di fresca inversione di rotta .
Non è stato cosi ;tanti mi hanno descritto com"è difficile e pericoloso oggi fare il sindaco ,Canosa peraltro ha una propria maestria nell"organizzare trabocchetti ,lasciare vuoti . Fare il sindaco può fare paura .
Ma la città è rimasta ingessata ,ragionieriticamente amministrata per tanto ,troppo tempo .
Canosa ha bisogno di trovare soluzione ai tanti problemi irrisolti ,coperti da tante parole ,ma irrisolti .
Vado a memoria il blocco amministrativo per la messa in opera delle misure di sicurezza ,stravolte e spacchettate nella loro concezione originaria partorita a Roma ( sono diventate solo telecamere); il problema di una corretta gestione dei rifiuti solidi urbani ; il problema della fruizione del teatro comunale Lembo ; lo scippo a puntate dell"Ospedale ; la chiusura dello scalo ferroviario , la chiusura della Pretura,il problema Museo, l"assenza quasi completa di idee per partecipare ai bandi comunitari e alle loro derivazioni nazionali ; la lunga ,anche questa a puntate,storia del Saint Geoge Village ; la rottura dei patti di aggregazione con i paesi viciniori, la delinquenza ,la mancanza di regole ,la droga nelle vie della città ,la fame della gente,la disoccupazione, le azioni criminali verso esponenti politici , il furto incredibile di dati sensibili di gestione della Autorità Comunale

La mia concezione di Sindaco è di persona che ,pur con la paura nel cuore , con la stessa trasparenza morale che ti ha contraddistinto , è capace di inventare vie nuove e comunque di saltare gli ostacoli ,uomo che sa condividere , che accetta ,per il fine ultimo del benessere della comunità, anche un rischio" border line".
Capisco che hai e stai vivendo sulla tua pelle situazioni di forte stress ,ti prego ,non è onta ,se sentendoti solo,facessi un passo indietro. Ci avevi provato ,ho considerato un errore un ritorno realmente immotivabile.
Don Giuseppe Dossetti , quando si rese conto che non riusciva a condizionare con il suo fare il partito ,non considerò disonorevole lasciare ,mantenendo inalterato il Suo forte contributo di idee-

Buon Anno Ernesto ,Buon Anno Italia, Buon Anno Canosa.

nunzio.valentino@rosetti.it
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