Le Pillole

Finanziare la ripresa, un nuovo rapporto tra banche ed imprese

Mente e mani per fare, cuore a figli e nipoti

BARI FIERA DEL LEVANTE

Il convitato di pietra di questo convegno è l'attuale stato del nostro Paese , impietosamente descritto nell"ultimo rapporto del CENSIS. Siamo fragili, isolati, in crisi di autostima. Soffriamo a casa nostra di un colpevole non governo della finanza globalizzata, paghiamo più di altri in Europa per un debito pubblico enorme, siamo da troppo tempo sul ciglio di un baratro, schiavi attoniti all'altalena del mercato.


Dovevamo fare presto, per molto tempo il Paese era sembrato incapace di reazioni, un popolo stanco al punto di accettare come fatalità la perdita reale di potere di acquisto , la caduta della occupazione ,sopratutto quella giovanile.
Ora fatalmente speriamo nella cura del nuovo governo Monti; dopo sacrifici, che sommati superano i 200 miliardi di euro, dobbiamo ritrovare energia ed orgoglio nazionale, dobbiamo creare condizioni che assicurino oggi lavoro ai nostri figli e domani un sereno futuro per i nostri nipoti.

Ognuno di noi deve contribuire a questo sforzo collettivo, non ci possiamo più permettere di aspettare la grazia dei risultati dei meeting tra gli eurocrati di Bruxelles. Abbiamo vissuto per troppo tempo come cicale sicure di un euro forte, dimentichi di un debito cresciuto in tanti anni e con tanti governi. La ripresa comincerà quando creeremo condizioni, distribuite equamente nel tessuto nazionale, che portino a salari e prezzi significativamente più bassi di quelli tedeschi. Non si può rimediare a guai durati decenni in un anno, dobbiamo cominciare la cura tornando ad essere formiche, ricordando l'insegnamento dei nostri padri. Dobbiamo, senza sfilacciare ulteriormente il tessuto nazionale, con scelte eque, ripartire con le riforme strutturali, sviluppare opere che danno lavoro, senza però perdere di vista equilibrio dei conti e pareggio di bilancio.


E'questo oggi il compito che chiediamo alla Politica, ma anche noi parti sociali abbiamo obblighi e responsailità. Il convegno vuole verificare con banche ed imprese come creare un nuovo rapporto, per costruire insieme, fatte le nuove regole, la ripresa. Le banche oggi sono congelate nelle loro decisioni dalla crisi del mercato interbancario, che autorevoli personaggi hanno qualificato come crisi sistemica. La raccolta a medio/breve termine è di fatto ferma dal giugno scorso. La mancanza di liquidità da parte delle banche ha bloccato i finanziamenti a famiglie ed imprese. E la situazione peggiora considerando i 15 miliardi di euro di ricapitalizzazione che l"EBA ,l"Agenzia bancaria Europea, richiede alle banche italiane. Rischiamo, visti ed acquisiti i no tedeschi all'aumento del Fondo salva stati e alla emissione dei cosidetti eurobond, di continuare a convivere con questo credit crunch.

Uno spiraglio può venire da una maggiore indipendenza della BCE e da aiuti del Fondo Monetario Internazionale. L'Italia è un sorvegliato speciale di queste organizzazioni, non dobbiamo avere paura a bussare e chiedere. Senza una base di lancio la ripresa non decolla. Con un po' di soldi in tasca possiamo creare lavoro migliorando ed accrescendo la dote infrastrutturale del Paese, possiamo incentivare la nascita di start-up, possiamo aiutare la piccola e media impresa invogliandola a fare sistema, ad innovare il prodotto, a cercare nuove penetrazioni commerciali. Con un po' di soldi in tasca possiamo riproporre al mondo la intelligenza creativa che ha reso celebre il nostro popolo. Con un po' di soldi in tasca ma con regole nuove che rendano meno problematico il rapporto tra Stato, banche, privati investitori, imprese.
Gli strumenti da utilizzare, Partneriato Pubblico Privato e Project Finance, li conosciamo, vanno però in parte riviste le regole di applicazione per fare fronte alla crisi di oggi.

Il Partneriato Pubblico Privato è ogni forma di collaborazione tra pubblico e privato in cui le rispettive competenze e risorse si integrano per realizzare e gestire opere infrastrutturali in funzione delle diverse responsabilità ed obiettivi. Il Project Finance è un finanziamento strutturato che può essere utilizzato per finanziare progetti diretti a società pubbliche di scopo, a società private o pubblico-private di scopo costituite in un'operazione di Partneriato Pubblico Privato, a società private di scopo.

Abbiamo come Paese una grande cultura in merito: le prime applicazioni inizio anni "90 con progetti privati, le centrali di cogenerazione alimentate da fonti rinnovabili e assimilate,impianti eolici ed idroelettrici, il modello si è allargato alle opere pubbliche con la creazione nel 1999 della Unità Tecnica Finanza di Progetto presso la Presidenza del Consiglio.

Abbiamo anche chiara visione dei problemi che oggi più che ieri ne limitano e ne condizionano l'applicazione: allocazione dei rischi, garanzia e stabilità dei flussi di cassa, sopratutto quelli a lungo termine rinvenienti dalle finanze pubbbliche, frammentazione delle stazioni appaltanti, assistenza negoziale per assicurare al pubblico condizioni contrattuali che preservino il cosidetto value for money.

Nella concezione Anglosassone del Project Finance i rischi tra promoter e banca finanziatrice sono equamente distribuiti, il risultato è una equity da parte del promoter nella società di scopo commisurata al valore ed ai rischi dell"opera ed al cash-flow atteso. In Italia il rischio si è nel tempo spostato verso il promoter, a cui si chiedono garanzie reali al di sopra delle garanzie connesse alla società di scopo. Questa situazione, non disgiunta da ripensamenti di legge in perenne divenire e dalla latitanza di regole certe nel tempo, che rendono impossibile immaginare scenari economici di lungo termine, di fatto blocca i capitali di rischio privati.


Il pubblico deve copiare un po' più dal privato, migliorando la qualità degli studi di fattibilità,sopratutto se solo la fattibilità attiva la gara per la cantierizzazione dell'opera. Vanno migliorati e resi più trasparenti i bandi di gara, coinvolgendo in maniera organica già in fase di gara banche e promotori privati. Bisogna produrre veri progetti esecutivi, che responsabilizzino i progettisti anche con penali per errata ideazione, dicendo basta ai tanti progetti cartolina in circolazione, che creano le condizioni per una caterva di varianti in corso d'opera.


Nel privato, in fase di gara l"appaltatore è obbligato a fare un serio endorsment del progetto a base di gara, chiarendo e qualificando eccezioni ed esclusioni;dobbiamo farlo anche nel pubblico. Le varianti si ridurrebbero notevolmente limitandosi ai casi non endorsabili come variazioni di legge intervenute nel mentre aventi impatto su tempi e costi di esecuzione, variazioni impreviste e di lunga durata del costo delle materie prime, trovanti occulte rinvenienti in corso d'opera.


Vanno ridotti i rischi amministrativi per le società di scopo, vanno incentivati fiscalmente i progetti per renderli bancabili.

L'incentivo, previsto nella legge di stabilità, relativo alla defiscalizzzione di IRES ed IRAP, è solo un buon primo passo, un secondo potrebbe essere la possibilità di poter trasferire al finanziamento dell'opera anche una quota dell"extra gettito IVA generato dall'opera stessa. Aiutano la bancabilità delle opere la possibilità da parte della società veicolo di emettere obbligazioni , la semplificazione delle regole partendo da quelle di attuazione delle delibere CIPE per finire alle regole tecniche per permettere il riciclo delle terre da scavo. Altro tema importante è creare condizioni di visibilità paritetica tra concessionario, General Contractor e piccola media impresa. Oggi esiste la regola del subappalto, regolato per legge, elusa con operazioni border line in pratica. Domani vorremmo che alle piccole medie imprese operanti sul territorio su cui insistono le opere fossero riservate quote di lavori affidati al concessionario o al general contractor. Sarebbe la traduzione pubblica dell"obbligo di rispetto del local content che sempre ritroviamo nei contratti che le nostre aziende sviluppano all'estero.

Cara POLITICA, da a banche ed imprese questo decreto legge infrastrutture rinforzato; questo sarà il primo miglio di una strada in salita, che, sono sicuro, insieme riusciremo a percorrere. Mente e mani per fare, cuore a figli e nipoti.

GRAZIE per la vostra attenzione

Nunzio Valentino
nunzio.valentino@rosetti.it
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