Don Luigi Sturzo
Don Luigi Sturzo
Le Pillole

A tutti gli uomini liberi e forti

L'Appello di Don Luigi Sturzo è di forte spessore comunicativo

"A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi nè preconcetti, facciamo appello perchè uniti insieme propugnino nella loro interezza gli ideali di libertà e giustizia". E' l'Appello al Paese che da fondamenta ideali e programmatiche al costruendo Partito Popolare voluto fortemente da un sacerdote di Caltagirone, don Luigi Sturzo. L' appello fu fatto a Roma il 18 gennaio 1918, ultimo atto di un lavoro cominciato nel dicembre 1905, quando don Sturzo, impegnato nella vita politico-amministrativa della sua terra di Sicilia, propose la creazione di un partito dei Cattolici, non emanazione della Chiesa, ma forza politica liberal popolare costruita alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, espressione della Rerum Novarum di Papa Leone XIII, promulgata il 15 maggio 1891. Don Luigi Sturzo faceva infatti parte della schiera dei preti sociali che ,alla luce della Enciclica, propugnavano una presenza viva della Chiesa nella società. Doveva, nella mente del prete siciliano, chiudersi il periodo del gran rifiuto dei Cattolici a partecipare alla vita politica dello Stato Monarchico, nato dalla offesa alla autorità temporale della Santa Sede con la conquista di Roma e la breccia di Porta Pia del 1870. I Cattolici dovevano tornare ad uscire allo scoperto, uomini liberi e forti, consci dei problemi del Paese , volenterosi a lavorare per una loro giusta, equilibrata, soluzione.

La Grande Guerra frenò questa voglia di nuovo, lo stato drammatico della Nazione, pur vittoriosa nel 1918, accelerò la ufficializzazione del nuovo raggruppamento politico. I combattenti reduci dei campi di battaglia e di promesse politiche non mantenute, dai dolori e dalle tante morti della Grande Guerra, la fame nelle case contadine e operaie, la paura del Bolscevismo avanzante anche in Italia, favorito dai consigli di fabbrica di concezione Gramsciana, i soprusi degli agrari, il nascere del Nazionalismo Fascista: furono queste le ragioni catalizzanti quell'Appello. Nacque cosi il nuovo partito che si collocò accanto ai Liberali di Giolitti al centro dello scenario politico-parlamentare di un Paese, che aveva come ali estreme il Fascismo a destra ed il Partito Comunista a sinistra. Ma chi erano i liberi e forti a cui l'Appello si rivolse?Erano uomini capaci di energie nuove da mettere al servizio del Paese, gente di sani principi di matrice Cristiana, con forte coscienza e conoscenza. Gente positiva e propositiva, adatta ad inventare un Paese nuovo ,attento ai bisogni dei più deboli. L'Appello è di forte spessore comunicativo, incisivo, se pur semplice, attuale ancora a distanza di cento anni.
Ha un elevato impegno di modernizzazione, attento alla situazione internazionale, nel momento in cui conferma l'appoggio all'Internazionalismo del Presidente Wilson, ma anche ,in casa, prospettico nel considerare la opportunità di dare il voto alle donne Italiane , dando uguali diritti politici a uomini e donne. Ha inoltre una chiara risposta alla paura del domani, comune a tanti Italiani del Nord operaio e del Sud contadino, dettata dalla miseria, dallo stato critico di un Paese che tanta finanza pubblica aveva speso per far fronte ai bisogni della guerra.

Lo spirito dell'Appello è però positivo, richiama i vantaggi della vittoria conquistata, parla al cuore, alla testa e non alla pancia del popolo Italiano. Da forza al Popolarismo, stigmatizzando il Populismo di destra e di sinistra. A distanza di cento anni un Appello che potrebbe chiedere risposte agli uomini liberi e forti di oggi . Oggi, come cento anni fa, abbiamo uno Stato in una condizione socio-economica che a voler essere buoni direi labile, con un debito pubblico enorme, con la recessione alle porte, con una irrisolta disoccupazione giovanile, con una cattiveria nella gente e tra la gente , che è figlia della paura del diverso , con ministri che improvvisano avendo cultura sostanzialmente bassa , con un sovran-populismo che affascina, purtroppo, circa il sessanta per cento della popolazione .

Come ieri stiamo rischiando parecchio,serve una svolta fatta di idee che trasformino lo Stato, indicando alla nostra gente, ora al buio, dove si vuole andare e con quali mezzi. Dobbiamo mantenere l'Europa, che ha però bisogno di profondi cambiamenti, da costruire insieme agli altri popoli Europei con regole di maggioranza democratica, dobbiamo salvare l'Italia dal rischio di una Democrazia Totalitaria in cui il Capo, eletto da un popolo, trascinato da ripetute false comunicazioni, dimentica, una volta ottenuto il Potere, le regole di consultazione e confronto parlamentare che la nostra Costituzione detta. Cosa pensano i liberi e forti, cosa vogliono costruire i Cattolici nello schema politico della Terza Repubblica del nostro Paese oggi guidata da un Governo costruito su un contratto, che ha una prima scadenza a maggio 2019?
Nunzio Valentino
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