Stimmate di San Francesco
Stimmate di San Francesco
Stilus Magistri

Le stimmate di San Francesco

Pagina di cultura della Chartula di Assisi

La "chartula" di S. Francesco di Assisi è una reliquia preziosa conservata nella Basilica Inferiore di Assisi nella Cappella di San Nicola accanto al saio del Santo. È un rarissimo autografo del Santo scritto con inchiostro nero a base di ferro su pergamena dopo l'impressione delle stimmate ricevute sul Monte La Verna nel Settembre 1224, "a loco Alverna nominantur", "«all'appressarsi della festa dell'Esaltazione della Santa Croce».
Ritiratosi nel romitorio del Monte La Verna, San Francesco ebbe una visione in cui gli apparve un uomo in forma di Serafino con sei ali, il quale si librava sopra di lui, con le mani distese ed i piedi uniti, confitto ad una croce.
La "chartula" (piccola pergamena) di cm. 10 x 13,5, riporta da un lato il testo delle «Lodi di Dio Altissimo» e dall'altro la «Benedizione a Frate Leone», compagno prediletto, "pecorella di Dio", testimone de La Verna a cui il Frate Serafico lasciò di vedere e toccare le sante piaghe.
Frate Leone, colto sacerdote e calligrafo aggiunse con inchiostro rosso le sue annotazioni.
Un affresco giottesco nella Basilica Superiore di Assisi ritrae la scena delle stimmate sulla Verna.

Le fonti storiche delle stimmate di San Francesco

Dopo Frate Leone le fonti storiche riportano gli scritti di Frate Elia (1178-1253) in "Lettera enciclica di Frate Elia a tutte le province dell'ordine sulla morte di San Francesco".
"Non molto tempo prima della sua morte, il fratello e Padre Nostro apparve crocifisso, portando nel suo corpo le cinque piaghe, che sono veramente le stimmate di Cristo. Infatti, le mani e piedi di lui recavano come delle trafitture di chiodi, inferte da entrambe le parti. […] Il suo fianco appariva colpito da una lancia, ed emetteva spesso gocce di sangue".

Tommaso da Celano
Una delle fonti più autorevoli è rappresentata dalla figura di Tommaso da Celano (Celano 1190 - Tagliacozzo 1260) , autore delle due vite di San Francesco e biografo ufficiale di San Francesco.
Nella parte finale di quella che è passata alla storia come Vita Prima, vi è il racconto dei segni della Passione ricevuti da San Francesco.
Vita Prima di Tommaso da Celano
Caput III - De visione hominis imaginem Seraphim crucifixi habentis.
"Mentre [Francesco] dimorava nell'eremo, che dal nome del luogo è chiamato «Alverna», due anni prima della sua morte vide in una visione di Dio, un uomo, simile ad un Serafino avente sei ali, sopra di lui, con le mani distese e i piedi uniti, confitto ad una croce.
Le sue mani e i piedi apparvero trafitti nel centro da chiodi, le cui teste erano visibili nel palmo delle mani e sul dorso dei piedi, mentre le punte sporgevano dalla parte opposta".

Lo stesso stemma araldico dell'Ordine Francescano rappresenta due braccia incrociate sormontate da una croce, con un braccio nudo del Cristo Crocifisso e un braccio vestito dal saio francescano.
Lo custodiamo, ma è smarrito, nello stendardo dell'OFS del 1924 nella Chiesa della Passione di Canosa di Puglia, ricamato con fili d'oro.
Ritroviamo la figura di San Francesco sul portale esterno della Chiesa conventuale di San Giovanni Rotondo nella lunetta artistica fiorentina del 1935 donata a Padre Pio, "lo stigmatizzato del Gargano", nelle stimmate impresse dal Crocifisso al padre Francescano Cappuccino del Ventesimo secolo.

La reliquia autografa del 1224 di S. Francesco, due anni prima di morire, giunge fino ai nostri tempi quasi intatta e leggibile con la benedizione a Frate Leone, estesa ai fedeli, alla famiglia Francescana, al mondo intero.

La Benedizione a Frate Leone
Benedicat tibi Dominus et custodiat te,
ostendat faciem suam tibi et misereatur tui.
Convertat vultum suum ad te et det tibi pacem.
Dominus benedicat te, f. Leo

Il Signore ti benedica e ti custodisca.
Mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.
Volga a te il suo sguardo e ti dia pace.
Il Signore ti benedica, frate Leone.



«Il beato Francesco due anni prima della sua morte fece nel ''luogo'' della Verna una quaresima a onore della beata Vergine Madre di Dio e del beato Michele Arcangelo, dalla festa dell'Assunzione di santa Maria Vergine fino alla festa di san Michele di settembre; e scese su di lui la mano del Signore: dopo la visione e le parole del Serafino e l'impressione delle stimmate di Cristo nel suo corpo, fece queste lodi scritte dall'altro lato della pergamena e le scrisse di sua mano, rendendo grazie a Dio per il beneficio a lui fatto. // Il beato Francesco scrisse di sua mano questa benedizione a me, frate Leone. // Allo stesso modo fece questo segno thau col capo, di sua mano».

Sia lode a San Francesco "sposo" alla Povertà, come decantato da Dante Alighieri nel Canto XI, vv. 70-75 del Paradiso della Divina Commedia.
Lo stesso canto nei versi 106-108 decanta il Padre nelle sacre stimmate impresse da Cristo:
nel crudo sasso intra Tevero e Arno
da Cristo prese l'ultimo sigillo,

che le sue membra due anni portarno.

In cammino al Giubileo 2025 sia lode a San Francesco di Assisi e a Gesù Crocifisso Redentore, nella Benedizione impartita dal Padre Serafico a Frate Leone, alla Famiglia Francescana, alla Chiesa universale, all'umanità intera.
Cantiamo con i Serafini:"Santo, santo, santo è il Signore, tutta la terra è piena della sua gloria" . Amen

Nella ricorrenza dell'VIII Centenario del Cantico delle Creature, la prima poesia della Letteratura italiana in Volgare, che abbiamo trascritta in una pagina di cultura con manoscritti concesso dalla Biblioteca del Sacro Convento di Assisi.

A devozione
maestro Giuseppe Di Nunno
Fonti concesse dalla Biblioteca del Sacro Convento di Assisi
  • San Francesco D'Assisi
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