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Canosa: Tra Storia e Cultur@
Il patrimonio storico di San Sabino da Orvieto a Canosa
La sapiente testimonianza della dottoressa Giovanna Bandinu
giovedì 31 luglio 2025
16.28
Partecipazione e culto alla conferenza sulla "Devozione a San Sabino nella Città di Orvieto tra storia, arte e iconografia" che si è tenuta nella serata dello scorso 30 luglio a Canosa di Puglia nella Cattedrale di San Sabino. E' il primo degli eventi culturali che apre la Festa Patronale 2025, in onore di San Sabino, Sant'Alfonso De'Liguori e Madonna della Fonte, protettori della comunità. In veste di relatrice è intervenuta la dottoressa Giovanna Bandinu, coordinatrice dell'Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici e l'Edilizia di Culto della Diocesi di Orvieto-Todi che ha portato la sua sapiente testimonianza di studi e ricerche eseguite negli anni. A presentarla e a dialogare con la stessa, il parroco della Cattedrale di Canosa, Don Felice Bacco che ha evocato San Sabino, "Uomo di Dio" come fu definito da Papa San Gregorio Magno (primo agiografo): animato da una grande e profonda spiritualità e da un forte rigore morale, ebbe rapporti relazionali con i grandi del suo tempo: San Benedetto, 5 Papi (Giovanni I, Gelasio, Felice IV, Bonifacio II, Agapito) e due imperatori (Giustino e Giustiniano).
Mentre, più fonti riportano che era molto venerato come compatrono anche ad Orvieto dove sorge la Chiesa intitolata a San Giovenale e a San Savino, una delle più antiche della città umbra che fu eretta nel 1004 sul tufo, e che "secondo la tradizione popolare, fu la cattedrale prima della costruzione dell'attuale Duomo". Il culto per San Sabino ad Orvieto è da collegare ai Benedettini, in quanto fu contemporaneo e confidente di San Benedetto da Norcia che incontrava con una certa periodicità a Montecassino, come racconta Papa San Gregorio Magno nei suoi "Dialoghi". E' stata una figura significativa nel dialogo tra Oriente e Occidente nel contesto religioso del VI secolo. Vescovo di Canosa, fu inviato come legato pontificio a Costantinopoli in due occasioni, nel 525 e nel 536, dimostrando le sue capacità di relazionarsi con la Chiesa orientale. Inoltre, partecipò al Sinodo romano del 531 e al concilio di Costantinopoli del 536, dove il suo ruolo risultò strategico nel dibattito teologico e politico dell'epoca.
Grande attenzione è stata riservata al reliquario del cranio di San Savino di Canosa, realizzato intorno al 1340-1345 da Ugolino di Vieri e Viva di Lando e custodito per oltre 500 anni nella Chiesa di San Giovenale. Attualmente è esposto nel Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto ed è considerato uno dei capolavori assoluti dell'oreficeria trecentesca. A forma di tempietto in stile gotico e a pianta esagonale, il reliquiario fu concepito "per conservare - all'interno della camera del secondo livello, nella parte a calotta - il cranio o parte di esso, (andato perduto) del santo vescovo San Savino e, infatti, sei storie della sua vita sono raffigurate in smalto traslucido sulla base. "Tra i momenti salienti della conferenza, quando la dottoressa Giovanna Bandinu ha letto che a Orvieto: "nel 1616 un'altra grande torre, la torre di San Savino, che sorgeva presso l'attuale palazzo del cav. Pietro Petrangeli(già Simoncelli), cadde sopra stessa senza alcun danno di persona, ed il popolo volle vederci un miracolo e lasciarne memoria in una lastra d'argento orribilmente sbalzata dove si vede la torre che precipita(Museo dell'Opera)."
San Sabino, Vescovo di Canosa, carismatico e diplomatico, il "Santo dei Ponti" come è stato riscoperto dalla dottoressa Giovanna Bandinu, attraverso il suo excursus storico, artistico e iconografico, dedicato ad una figura religiosa di rilievo grazie alla sua opera di evangelizzazione ed al suo impegno per l'unità della Chiesa che lo hanno reso un punto di riferimento per la comunità cristiana in un legame con l'Oriente mediante i suoi numerosi viaggi e missioni. I saluti istituzionali dell'assessore alla cultura Cristina Saccinto, lo scambio di doni e le foto di rito hanno concluso la conferenza al cospetto del simulacro del santo patrono ornato a festa.
Riproduzione@riservata
Mentre, più fonti riportano che era molto venerato come compatrono anche ad Orvieto dove sorge la Chiesa intitolata a San Giovenale e a San Savino, una delle più antiche della città umbra che fu eretta nel 1004 sul tufo, e che "secondo la tradizione popolare, fu la cattedrale prima della costruzione dell'attuale Duomo". Il culto per San Sabino ad Orvieto è da collegare ai Benedettini, in quanto fu contemporaneo e confidente di San Benedetto da Norcia che incontrava con una certa periodicità a Montecassino, come racconta Papa San Gregorio Magno nei suoi "Dialoghi". E' stata una figura significativa nel dialogo tra Oriente e Occidente nel contesto religioso del VI secolo. Vescovo di Canosa, fu inviato come legato pontificio a Costantinopoli in due occasioni, nel 525 e nel 536, dimostrando le sue capacità di relazionarsi con la Chiesa orientale. Inoltre, partecipò al Sinodo romano del 531 e al concilio di Costantinopoli del 536, dove il suo ruolo risultò strategico nel dibattito teologico e politico dell'epoca.
Grande attenzione è stata riservata al reliquario del cranio di San Savino di Canosa, realizzato intorno al 1340-1345 da Ugolino di Vieri e Viva di Lando e custodito per oltre 500 anni nella Chiesa di San Giovenale. Attualmente è esposto nel Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto ed è considerato uno dei capolavori assoluti dell'oreficeria trecentesca. A forma di tempietto in stile gotico e a pianta esagonale, il reliquiario fu concepito "per conservare - all'interno della camera del secondo livello, nella parte a calotta - il cranio o parte di esso, (andato perduto) del santo vescovo San Savino e, infatti, sei storie della sua vita sono raffigurate in smalto traslucido sulla base. "Tra i momenti salienti della conferenza, quando la dottoressa Giovanna Bandinu ha letto che a Orvieto: "nel 1616 un'altra grande torre, la torre di San Savino, che sorgeva presso l'attuale palazzo del cav. Pietro Petrangeli(già Simoncelli), cadde sopra stessa senza alcun danno di persona, ed il popolo volle vederci un miracolo e lasciarne memoria in una lastra d'argento orribilmente sbalzata dove si vede la torre che precipita(Museo dell'Opera)."
San Sabino, Vescovo di Canosa, carismatico e diplomatico, il "Santo dei Ponti" come è stato riscoperto dalla dottoressa Giovanna Bandinu, attraverso il suo excursus storico, artistico e iconografico, dedicato ad una figura religiosa di rilievo grazie alla sua opera di evangelizzazione ed al suo impegno per l'unità della Chiesa che lo hanno reso un punto di riferimento per la comunità cristiana in un legame con l'Oriente mediante i suoi numerosi viaggi e missioni. I saluti istituzionali dell'assessore alla cultura Cristina Saccinto, lo scambio di doni e le foto di rito hanno concluso la conferenza al cospetto del simulacro del santo patrono ornato a festa.
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