Glassa di vino Primitivo Oscar Green
Glassa di vino Primitivo Oscar Green
Territorio

Vademecum in 10 mosse su come diventare agricoltori

Le innovazioni dei giovani imprenditori della Coldiretti in occasione degli Oscar Green

La glassa di vino Primitivo ottenuta in Puglia dai residui della lavorazione delle uve è arrivata in finale nazionale delle innovazioni presentate dai giovani imprenditori della Coldiretti in occasione degli Oscar Green, il salone della creatività Made in Italy della "Generazione in campo" che creano occupazione, salvano il clima e l'ambiente e garantiscono cibo, servizi ed energia al Paese. A Cellino San Marco, in Puglia, la terra del Primitivo due giovani fratelli Eugenio e Massimo per fare nascere, da un processo naturale, un prodotto unico – spiega Coldiretti Puglia - che centra in pieno la sostenibilità, andando a recuperare una parte marginale del grappolo, i racemi, che fino ad oggi non conosceva destinazione, per chiudere la filiera nella maniera più nobile possibile, diventando la svolta innovativa di questa storica azienda. Quest'infiorescenza viene raccolta, separata dai semi, lavorata fino a diventare una pasta e poi trasformata in una glassa che ha il 95% di uva e il 5 % di aceto di vino. Oggi la glassa agrodolce di primitivo esplora la cucina innovativa, si fa notare tra degustazioni e cucina fai da te, diventa gemma preziosa sui piatti di chef, un prodotto innovativo per il mercato degli aceti, caratterizzato dall'essere la prima glassa di aceto balsamico realizzata da uva primitivo, varietà autoctona salentina.

Ma dalla Puglia sono numerose le idee green dei geni creativi in agricoltura – aggiunge Coldiretti Puglia - dalla bag in box antispreco di olio extravergine alla bioplastica a base di canapa, dai contenitori in ecodesign per salvare l'ambiente alla succo d'arancia pronto per i cocktail, fino agli incontri di tutti i sensi per aiutare le famiglie ucraine.

A disposizione dei giovani che vogliono crearsi traiettorie di futuro in agricoltura arriva un apposito vademecum con i consigli in 10 mosse elaborati dai tutor di Coldiretti, dall'idea di impresa ai finanziamenti senza arrendersi alla burocrazia.

1) Avere un'"idea" d'impresa intorno alla quale sviluppare un progetto di sviluppo. Avere un'idea di impresa agricola significa individuare che tipo di "imprenditore agricolo" si vuole essere o diventare: imprenditore agricolo più "tradizionale" (produzione in uno specifico comparto) o più "innovativo" e "diversificato" sfruttando, a 10 anni (18 maggio 2001/2011) dalla sua introduzione, le opportunità offerte dalla legge di orientamento in agricoltura. Inoltre, avere un'idea di impresa significa valutare quali leve strategiche si intendono attivare: innovazione, vendita diretta, reti, territorio, qualità, agroenergie, agriturismo, fattoria didattica.
2) Analisi delle caratteristiche e delle potenzialità aziendali tramite l'osservazione del territorio, del mercato, dei concorrenti e delle normative vigenti. Significa analizzare, servendosi di appositi consulenti le componenti di base per avviare l'impresa agricola, una volta esplicitata l'idea.
3) Confrontarsi con gli altri che hanno già fatto esperienze simili in Italia o in Europa per cogliere le sfumature e focalizzare al meglio le idee.
4) Trasformare l'"idea" in un progetto di sviluppo imprenditoriale. Si tratta di determinare gli obiettivi generali del progetto, quelli specifici, i risultati attesi e le azioni e le risorse necessarie per raggiungerli. Si tratta di farsi redigere da adeguati specialisti e professionisti un Business plan economico finanziario accurato e in grado di reggere al mercato e alle richieste di finanziamento pubblico e privato.
5) Ricerca della fonte di finanziamento. Sulla base dell'idea progettuale valutare la possibile fonte di finanziamento nell'ambito delle politiche nazionali e comunitarie. Per l'acquisto di terra verificare le opportunità offerte da Ismea.
6) Presentazione del progetto per il finanziamento pubblico. Si tratta di fare la domanda per l'accesso al finanziamento unitamente alla presentazione del Business Plan. Necessaria l'assistenza di un centro Caa Coldiretti e la consulenza di un professionista per la parte tecnica.
7) Presentazione del progetto per il finanziamento privato. Numerose banche offrono condizioni vantaggiose per i giovani. Simec Consulting offre in tale ottica consulenza finanziaria per individuare la soluzione più adatta. Particolare attenzione va riposta nella concessione delle garanzie. Si tratta di un assaggio fondamentale per "non giocarsi" il capitale fisico appena costituito o i "risparmi" di papà.
8) Una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale. Frequentarli è un modo per apprendere, ma anche per tessere una rete di rapporti con altri colleghi.
9) Per avviare una impresa agricola non sono molti gli adempimenti necessari nè i relativi costi dal punto di vista burocratico. Infatti tre sono i passaggi fondamentali:
– Apertura di una Partita Iva presso l'Agenzia delle Entrate.
– Iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio se si prevede di realizzare un fatturato superiore ai 7000 euro/anno.
– Iscrizione e dichiarazione presso l'Inps.
10) Non arrendersi alla burocrazia che è un peso non solo nell'avvio, ma anche nell'esercizio dell'attività imprenditoriale.
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