Vito Palmieri Il Mondiale in Piazza
Vito Palmieri Il Mondiale in Piazza
Eventi e cultura

Premiato il cortometraggio "Il mondiale in piazza"

Alla 75^ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

È "con grande soddisfazione e orgoglio" che Apulia Film Commission annuncia la vittoria alla 75^ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia di due premi al cortometraggio "Il mondiale in piazza", prodotto da Articolture, del regista pugliese Vito Palmieri. Il film breve di Palmieri selezionato nella sezione "MigrArti" – La Cultura che unisce -, realizzata in collaborazione con il MIBAC, ha vinto il Premio come "Miglior Film" in concorso e il Premio Patrimonio Culturale 2018, importante riconoscimento proprio nell'anno in cui l'Europa ne celebra il valore culturale e sociale imprescindibile. "Congratulazioni a Vito Palmieri, alla sua squadra, al Sindaco e a tutta la città di Bitonto, per il doppio riconoscimento al film breve 'Il mondiale in piazza', ricevuto alla Biennale di Venezia" – ha commentato l'assessore all'Industrie Turistiche e Culturali della Regione Puglia Loredana Capone -. "Orgoglio pugliese! Avanti Puglia e grazie alla mia squadra, Apulia Film Commission, perché il cuore viene prima di tutto". Vincitore del bando "MigrArti", promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con un premio di 25mila euro, il film del regista bitontino è sostenuto dall'Apulia Film Fund della Regione Puglia e Apulia Film Commission con un ulteriore contributo di 25mila euro.

La storia del cortometraggio "Il mondiale in piazza" parte dall'esclusione della Nazionale Italiana ai mondiali di calcio 2018. Dopo la grande delusione un gruppo di persone organizza un mondiale parallelo da piazza, in cui l'Italia giocherà con altre nazionali composte da immigrati. Ma uno di questi "migranti" è nato in Italia e si sente, giustamente, italiano. Il protagonista della vicenda è Ahmed, un ragazzino nato in Italia da padre e madre senegalesi, che – nel bislacco torneo che si svolgerà nella piazza della Cattedrale di Bitonto, invece che in Russia – vuole giocare nella squadra dell'Italia. Ma l'organizzatore rifiuta: la squadra dell'Italia c'è già, se ne facesse una sua. Ahmed non si dà per vinto e torna in breve tempo dall'organizzatore con la propria squadra di amici, un crogiolo di ragazzi di etnie e provenienze geografiche diverse, con la stessa ostinata fermezza intende chiamarsi Italia, perché lo è a tutti gli effetti. Tra eliminazioni e passaggi del turno, giornalisti, spettatori e malumori, la finale è Italia contro Italia: quella di Mario contro quella di Ahmed. Ma prima ancora di scoprire chi vince, "Il Mondiale in Piazza" pone domande potenti sul senso di una comunità più viva e multiculturale che mai, già trasformata e integrata grazie alle seconde generazioni di italiani, che cercano solo conferma della propria legittimità.

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