Davide Cassani
Davide Cassani
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Lo sport che vince, la cura del talento dev'essere paziente

Grande attenzione su questo tema al Meeting dell'Amicizia tra i Popoli

Nell'ambito del Meeting dell'Amicizia tra i Popoli in corso di svolgimento a Rimini, ieri , doppio appuntamento allo Sport Village che, in collaborazione con Master Group Sport, ha dato voce a due tipi di professionalità complementari per l'espressione vincente di un movimento sportivo, da un lato quella tecnico-sportiva, dall'altro quella dirigenziale e di gestione. La prima parte dell'incontro "Lo sport italiano che vince. Ogni successo nasce dalla preparazione", mediato da Giovanni Bruno, editorialista di Sky Sport, ha infatti visto la partecipazione di Davide Cassani, CT della Nazionale Italiana di Ciclismo e presidente di APT Emilia Romagna, Fabrizio Donato, vice brigadiere del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle e atleta della Federazione Atletica leggera Italiana nella disciplina del salto triplo, Rossano Galtarossa, facility manager della Canottieri Padova e campione olimpico di canottaggio, e Riccardo Pittis, mental coach, speaker motivazionale ed ex giocatore di pallacanestro della nazionale italiana, a rappresentanza della categoria degli sportivi. A questo è seguito l'intervento "Il ruolo svolto dalle istituzioni nel creare successi" di Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo Serie A femminile, e Rocco Sabelli, presidente e AD di Sport e Salute Spa.

n apertura Cassani ha ricordato la figura di Felice Gimondi, stella da poco scomparsa del ciclismo professionistico: «Gimondi ha segnato la mia infanzia e l'ha riempita di sogni. Ha segnato anche un'epoca dello sport italiano proprio perché non vinceva sempre, anzi… La sua rincorsa ostinata agli avversari storici, però, lo rendeva allo stesso tempo umano ed esemplare».

Tutti gli interventi hanno rivolto particolare attenzione al grande tema dello sport tra i più giovani. Sul ruolo esemplare dello sport e degli sportivi Donati si è espresso così: «Essere una guida per i giovani è sicuramente uno stimolo. Il rischio è che per dare un futuro rendendo competitivi i ragazzi si esigano risultati subito, ma questo brucia talenti. Forse iniziamo troppo presto col professionismo, trovare la giusta identità all'atleta facendolo cimentare in diverse discipline è fondamentale». Pittis ha aggiunto: «Noi tutti sappiamo quanto sia complicato costruire un ciclo nello sport. Occorre una cassa di risonanza che sia data soprattutto dalla Nazionale, un punto di riferimento che cattura l'attenzione e fa crescere l'interesse».

«Lavorare sulla qualità e far fare ai ragazzi le cose giuste al momento giusto è la chiave per formare nuovi talenti» sono state le parole di Cassani. «È importantissima la maniera in cui si propone lo sport ai giovani», ha commentato Galtarossa, «se scatta quella scintilla può nascere una storia di agonismo, che comporta scelte ma può regalare emozioni bellissime». Fabris ha aggiunto: «Bisogna accettare che i palazzetti diventino risorsa e non spesa, sviluppando delle convenzioni anche col privato. Tutte le nostre discipline vivono di eroi ed eventi attorno a cui i nostri ragazzi si motivano, per questo bisogna rendere il momento agonistico godibile nel modo più pieno possibile». Rocco Sabelli ha poi sottolineato come si debba lavorare sul tessuto di prossimità ai cittadini, i centri e le società sportive sul territorio: «La sedentarietà ha un enorme costo in termini sociali oltre che economici e di sanità pubblica, quella infrastrutturale è una leva importante per inseguire obiettivi di carattere anche sociale».
  • Meeting dell’Amicizia tra i Popoli
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