Chiancone Romolo
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Vita di città

In attesa del ‘Tavolo delle idee per Canosa’

Interviene Romolo Chiancone

Era il 25 settembre (quasi due mesi fa) quando Canosaweb.it ha dato spazio al mio ultimo intervento intitolato "Quale futuro per Canosa?"[http://www.canosaweb.it/notizie/quale-futuro-per-canosa/]. Nel frattempo l'ing. Nunzio Valentino si è adoperato concretamente in vista della realizzazione di un 'Tavolo delle idee per Canosa', come ha voluto denominare la sua iniziativa. A tal fine il 16 ottobre scorso ha contattato alcuni canosini residenti in diverse parti d'Italia (ego quorun) e li ha invitati a sottoscrivere, insieme a lui, la richiesta a IDAC perché si facesse promotrice attiva per la nascita del predetto 'Tavolo'. Avevo già in precedenza espresso al telefono all'ing. Valentino tutta la mia disponibilità a impegnarmi in ogni possibile tentativo teso a individuare le premesse per poter poi pensare alla progettazione di un nuovo futuro per Canosa. Un futuro strategico e globalmente unitario, per liberare finalmente la città dalle conseguenze mortificanti di una sequela di interventi episodici, spesso estemporanei e non di rado in conflitto fra loro. Ho pertanto letto con vero interesse l'invito trasmessomi dall'ing. Valentino; ma, non condividendo alcune parti del suo contenuto, non ho ritenuto di sottoscrivere la richiesta indirizzata a IDAC. E mi spiego.

Intanto perché ritengo che nell'ottica di un progetto che dovrà necessariamente nascere con l'obiettivo di essere ambizioso (anzi molto ambizioso), si debba bandire (in quanto arbitraria, pregiudiziale e realisticamente controproducente) ogni preventiva delimitazione di campo e ogni esclusione di qualsivoglia categoria di possibili partecipanti ("tenere fuori da questo nostro progetto Partiti ed Associazioni Partitiche, Amministrazione Comunale vigente inclusa", così nell'invito de quo). Su questo punto non sono assolutamente d'accordo, perché è quanto meno illusorio pensare di poter cambiare qualcosa in città senza l'accordo, il coinvolgimento e la compartecipazione (elementi indispensabili) di chi a Canosa vive, oltre che di chi in città muove concretamente le pedine della partita che si gioca quotidianamente. E poi mi è sembrata un'inutile autolimitazione, anzi una vera e propria automutilazione (se non proprio un'autocensura) la delega in bianco offerta a IDAC (senza nulla togliere ai meriti dalla stessa già conquistati sul territorio, ma che io stesso ignoro) perché si provveda alla nascita di questo mai abbastanza auspicato 'Tavolo delle idee per Canosa'. Perché con questa delega, sembra quasi che quegli stessi 'cittadini extra-moenia' che vagheggiano la rinascita di Canosa (e di cui dovrebbero essere promotori-artefici) non ritengano di avere le conoscenze e la capacità per provvedervi autonomamente. Ma allora, se è vera la premessa che tutta l'operazione dovrebbe configurarsi come una sorta di 'pronto soccorso' offerto alla città da talune individuate professionalità operanti fuori del territorio cittadino, quali concrete novità progettuali si potranno ipotizzare se a guidare il 'carro a rischio di sbandamento' saranno ancora una volta i canosini che finora non hanno saputo raddrizzarlo? E quali concrete, possibili ricadute si potrebbero davvero ipotizzare senza una sterzata energica, impressa da piloti (presunti) più esperti?

C'è poi un'altra circostanza che mi ha sorpreso, non conoscendo nulla di IDAC (come ho già avuto occasione di precisare). La richiesta dell'ing. Valentino per l'allestimento del 'Tavolo delle idee per Canosa' era indirizzata al Presidente di IDAC, nella persona di mons. Bacco. Non che io abbia niente contro la Chiesa/istituzione e tanto meno contro chi a Canosa la rappresenta al più alto livello. Ma mi chiedo ugualmente se a Canosa sia davvero indispensabile il loro coinvolgimento per la realizzazione di un evento che ha come oggetto il tentativo di riscossa civile, sociale e culturale in senso ampio e la conseguente elaborazione di un programma strategico e perciò stesso di lungo termine. Per quanto mi riguarda, penso che una connotazione del 'Tavolo' il più neutra possibile (sotto il profilo ideologico e confessionale) e una guida esterna a ogni attuale assetto locale (sociopolitico ed economico) siano la migliore premessa e la più credibile garanzia per una probabile riuscita di un progetto che, proprio per questa sua neutralità, non potrebbe essere tacciato, sin dalla nascita, di una sorta di qualsivoglia 'peccato originale'. Ed è solo se sarà in possesso di questa caratteristica che, secondo me, ogni eventuale 'prima mossa' potrà sicuramente contare sulla più ampia, fattiva e, perché no?, entusiastica partecipazione di ogni cittadino canosino, a qualsiasi ambito appartenga (compreso, evidentemente, l'arciprete, che per l'occasione mi piacerebbe identificare semplicemente come Felice Bacco, cittadino di Canosa). È questa, secondo me, la premessa indispensabile per poter immaginare la reale fattibilità di un qualsivoglia programma, al di là del suo merito specifico che, ovviamente, dovrà diventare subito dopo l'inaugurazione del 'Tavolo' l'argomento concreto di cui interessarsi. Nel frattempo non mi pare sia successo altro. Nemmeno in seguito alla nota che sullo stesso argomento è stata pubblicata a firma 'redazione' il 2 novembre (http://www.canosaweb.it/notizie/tavolo-delle-idee-per-canosa/... data fatidica! ma s'è trattato, evidentemente, solo di una fortuita coincidenza).
Romolo Chiancone
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