Import Export
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Segnali di ripresa dell’economia BAT

Cresce il PIL, l’export, il turismo e l’occupazione.

Siamo ai primi di agosto ed è tempo di valutazioni sullo stato dell'economia e della società locali nel corso del 2018, prima della pausa estiva agostana e della ripresa settembrina.Le previsioni internazionali e nazionali ci dicono di uno stato dell'economia positivo seppure con segnali di rallentamento rispetto al 2017. In Italia l'occupazione sta crescendo, così come pure le retribuzioni orarie. La BAT ha sofferto molto la lunga crisi economica internazionale e dell'Area euro che si prolunga da un decennio e quindi potrebbe subire nuove battute d'arresto se l'economia internazionale e quella dell'Area euro dovessero manifestare nuovi shock. E' vero che negli ultimi anni l'economia locale ha registrato significativi progressi, tuttavia le sue debolezze strutturali la rendono fragile agli shock esterni.Vediamo nel dettaglio i principali segnali positivi che hanno caratterizzato l'economia della BAT negli ultimi anni e in questa prima parte del 2018 e i suoi principali punti di debolezza.

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Cresce il PIL
Le previsioni di luglio del Fondo Monetario Internazionale parlano di una crescita economica per l'Italia del +1,2 % nel 2018, in rallentamento rispetto al 2017 quando aveva fatto registrare +1,5%.Si tratta, ovviamente, di crescita modesta e, comunque, sotto i livelli dell'area euro, che nel 2017 è cresciuta del +2,4% e nel 2018 dovrebbe crescere del +2,2%. Gli Stati Uniti, che nel 2017 avevano fatto registrare +2,3%, quest'anno dovrebbero attestarsi a +2,9%. In questo quadro italiano di progressiva difficoltà a tenere il passo dell'Area euro e degli Stati Uniti, la BAT sembra presentare segnali d risveglio economico di un certo interesse.In base a mie stime, l'economia provinciale fra il 2013 e il 2017 dovrebbe essere cresciuta quasi in linea con la media nazionale (+2,9% rispetto a +3,5% della media nazionale) e comunque più della media del Mezzogiorno e della Puglia (rispettivamente +2,3% +2%).

Cresce l'export
Un aspetto importante dell'economia italiana è l'export, che rappresenta il 26% del Prodotto Interno Lordo. Fra il 2010 e il 2017 l'export italiano è cresciuto più di quello tedesco (+23,4% contro +21,1%). Particolarmente rilevante è stata la crescita dell'export della BAT, che ha superato il 53%, un trend ottenuto soprattutto per i risultati conseguiti sui mercati extra-europei, anche se i mercati dell'Unione europea continuano a manifestare la quota maggioritaria. La crescita dell'export della BAT è proseguita anche nei primi mesi 2018, avendo fatto registrare un valore tendenziale pari a circa il 10%, pari a circa tre volte quello registrato a livello nazionale. Occorre tuttavia non dimenticare che il rado di apertura internazionale dell'economia locale è ancora molto limitata: il peso dell'export sul PIL è di appena il 9,2% contro il 26,1% della media italiana.

Cresce il turismo
Il 2018 si candida a essere un nuovo anno record per il turismo pugliese e per quello della BAT. Nei primi tre mesi dell'anno i dati provvisori hanno registrato una crescita delle presenze turistiche di circa il 10% rispetto al primo trimestre del 2017, un trend decisamente superiore a quello nazionale, pari nello stesso periodo a circa il 6%. Il trend pugliese dovrebbe consolidare anche la crescita del turismo della BAT, maggiormente interessato da presenze destagionalizzate nei mesi non estivi e da presenze straniere. Nel 2017 la crescita delle presenze turistiche rispetto al 2010 nella BAT è stato del +18%, contro il +16,8% della Puglia e +13,7% della media nazionale. Nel 2017 le presenze straniere sono state nella BAT il 26% del totale, più del corrispondente valore regionale (21,5%), anche se ancora molto sotto il corrispondente valore nazionale (49,7%). Occorre tuttavia non dimenticare che, nonostante le buone performance degli ultimi anni, il livello di turisticità della BAT rimane sottodimensionato rispetto alla media regionale e nazionale: il rapporto fra presenze turistiche e popolazione nella BAT è infatti pari solo al 23% della media nazionale e al 12% circa della media nazionale.

Cresce l'occupazione
Il 2018 dovrebbe registrare un ulteriore miglioramento del numero degli occupati. A livello nazionale nei primi sei mesi dell'anno la media degli occupati è aumentata del +1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2017, un dato tendenziale sopra la media annuale degli ultimi quattro anni (+0,9%), in linea con la crescita annuale registrata nel 2017. Più nello specifico possiamo vedere che la crescita registrata è totalmente dovuta alla crescita dei dipendenti a termine (+15,2%), poiché sia i dipendenti permanenti che gli indipendenti hanno registrato una contrazione (rispettivamente -0,4% e -1,4%. La crescita complessiva del primo semestre 2018 sconta però la contrazione registrata nel mese di giugno, pari a -50 mila occupati. Il dato sull'andamento dell'occupazione per la BAT per i primi sei mesi dell'anno non sono disponibili, ma possiamo immaginare che anche nella BAT gli occupati siano aumentati, continuando un trend pregresso che ha visto tale territorio segnare una crescita superiore alla media nazionale (+10,9% contro +3,8% nel periodo 2014-2017). L'incremento di occupazione nella BAT qui richiamato, tuttavia, non è stato omogeneo a livello settoriale, poiché nell'ultimo quadriennio si è registrato un incremento di occupati nel settore terziario (+34,7%) a fronte di una perdita di occupati nei settori dell'agricoltura e pesca (-21,3%) e dell'industria (-23,2%).

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Basso livello del PIL per abitante
Fra i principali punti di debolezza dell'economia locale registriamo innanzitutto il livello relativamente basso del PIL pro-capite. I segnali di ripresa degli ultimi anni, pur rilevanti, restano ancora insufficienti non solo per riportare il PIL pro-capite sopra il livello pre-crisi 2007, ma anche sopra il livello del 2000, anno base da cui disponiamo dati da parte di Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea.

Basso livello tecnologico del manifatturiero
La struttura produttiva manifatturiera del territorio risulta specializzata in settori considerati dagli studi economici internazionali a basso contenuto tecnologico. I dati più recenti dell'ISTAT articolati a livello territoriale evidenziano chiaramente che i settori manifatturieri a basso livello tecnologico rappresentano in termini di addetti oltre il 75% degli addetti manifatturieri, contro il 39% circa della media nazionale, che scende al 33% nel Nord. Tra i settori di maggiore specializzazione emerge il tessile-abbigliamento-calzaturiero, che è fra i settori più esposti alla concorrenza dei paesi emergenti del sud est asiatico.

Scarsa produttività del lavoro
L'aspetto forse più rilevante per valutare lo stato di salute dell'economia è quello di analizzare la produttività del lavoro, soprattutto per comprendere le possibili prospettive future. I dati evidenziano che la produttività del lavoro nella BAT è pari a meno del 75% di quella media nazionale, con un trend in diminuzione rispetto al 2013, quando aveva raggiunto la massima espansione. A livello settoriale cresce sensibilmente la crescita della produttività nel settore agricolo, comunque ancora molto bassa, pari a meno del 40% di quella media nazionale, mentre diminuisce la produttività nei settori industriale e dei servizi.

Alto livello di disoccupazione
Nonostante la ripresa degli ultimi anni, che ha fatto aumentare il numero degli occupati, il livello di disoccupazione nella BAT nel 2017 resta ancora molto elevato, pari al 17, 3% contro l'11,2% della media nazionale e il 6,9% del Nord. Più elevata è la disoccupazione femminile, che resta sopra il 21%, ma soprattutto la disoccupazione giovanile, che supera il 41%, contro il 24% delle regioni del Nord.A giugno di quest'anno la disoccupazione a livello nazionale, per altro, ha ripreso a salire: dopo essere scesa a maggio al 10,7% è risalita a giugno al 10,9%.

Aumento del lavoro precario
Un aspetto rilevante di fondo dell'economia italiana è la tendenza del lavoro dipendente sempre più orientato verso forme di lavoro a termine. A gennaio 2004 il lavoro a termine rappresentava in Italia l'8,2% degli occupati, una quota lievitata sino a raggiungere il 13,3% a giugno 2018. In questo ultimo mese i dipendenti a termine hanno raggiunto la cifra record di 3,105 milioni di unità. Questo fattore ha dato maggiore flessibilità al mercato del lavoro, ma ha anche maggiormente esposto alle crisi economiche uno dei segmenti più deboli dell'offerta di lavoro, cioè quella delle persone disponibili a lavorare anche per brevi periodi pur di lavorare. In effetti, i dati ci fanno vedere chiaramente che a causa delle crisi del 2008-2009 e del 2012-2013 le quote di dipendenti a termine sono calate per poi riprendere a crescere con la ripresa. L'altro segmento che ha risentito tanto dei mutamenti di fondo del mercato del lavoro che delle crisi suddette è stato quello dei lavoratori indipendenti, passati dal 28,1% a gennaio 2004 al 22,9% a giugno 2018.Questi trend hanno interessato anche la BAT. In tal caso non abbiamo dati di dettaglio aggiornati, ma possiamo dire, sulla base dei dati ISTAT disponibili a livello di dettaglio provinciale, che tra il 2012 e il 2016 la crescita del lavoro a tempo parziale nella BAT è stata pari al +52% contro il +34% della media del Mezzogiorno e il +24% della media nazionale.
La BAT appare dunque in prima fila fra le aree del Mezzogiorno dove più si vanno diffondendo le sacche di precarizzazione del lavoro.

Aumento dell'emigrazione
Altro aspetto di criticità dell'economia e della società locali è la perdita di popolazione, principalmente a causa dell'emigrazione, a sua volta legata alle criticità economiche. Gli ultimi tre anni hanno infatti registrato una perdita di popolazione nella BAT, passata da poco più di 394 mila residenti a poco più di 391 mila residenti. Si è trattato per altro di un trend comune a tutta l'Italia, ma nella BAT ha avuto un'accentuazione maggiore. A questo risultato ha concorso certamente il fenomeno delle scarse nascite, ma è stato soprattutto la ripresa del fenomeno emigratorio la causa della riduzione della popolazione residente nella BAT. Il fenomeno dell'emigrazione ha interessato in questi ultimi anni tutto il Mezzogiorno, ma i dati ci dicono che nella BAT ha registrato una maggiore accentuazione. Per altro, spesso si tratta di emigrazione intellettuale, che significa perdita di competenze importanti per pensare a un rilancio strategico dell'economia locale su basi diverse dal passato, più legato a competenze qualificate e a nuovi settori produttivi. Un recente studio SVIMEZ ha evidenziato come nell'anno accademico 2016/2017 i giovani meridionali iscritti in università del Centro-Nord sono stati il 26% circa dei giovani meridionali iscritti all'università. Si tratta di una quota rilevante che per gran parte è destinata a lavorare fuori dal Mezzogiorno, in sostanza una quota rilevante di giovani che ha solo anticipato l'emigrazione.

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Una strategia per il futuro
Dal quadro qui sinteticamente tracciato, emerge chiaramente che l'economia e la società della BAT, pur a fronte di miglioramenti segnati negli ultimi anni di ripresa economica internazionale e nazionale, presenta caratteristiche tali da renderla sensibilmente esposta a eventi avversi provenienti dall'esterno. E' ovvio che la sua collocazione nel Mezzogiorno ne ostacola una crescita accelerata, ammesso che questa sia possibile in un quadro nazionale e dell'Area euro legato a politiche di risanamento delle finanze pubbliche tramite tagli alla spesa e incrementi delle entrate. Tuttavia, l'economia della BAT presenta caratteristiche strutturali la cui modificazione per diventare più competitiva dipendono essenzialmente da politiche che possono essere il frutto solo della volontà congiunta espressa dalle istituzioni pubbliche e dalle rappresentanze imprenditoriali e sindacali del territorio. E' quindi auspicabile che tali forze riescano a promuovere a partire da settembre uno sforzo che vada in tale direzione.
Emmanuele Daluiso- Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Membro dell'AISRE- Associazione Italiana di Scienze Regionali
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