Vendemmia 2025, il tempo della responsabilità e delle scelte coraggiose

L'intervento di Giuseppe L’Abbate, già Sottosegretario alle Politiche agricole 

giovedì 18 settembre 2025 16.26
Circa 9 milioni di ettolitri stimati, con una crescita del 17% rispetto al 2024: sono i dati positivi emersi dalla presentazione delle previsioni vendemmiali 2025 curate da Unione Italiana Vini, Assoenologi e Ismea, che confermano la Puglia tra i principali poli produttivi del vigneto Italia. "La nostra regione si conferma una locomotiva del vino italiano – dichiara Giuseppe L'Abbate, già Sottosegretario alle Politiche agricole –. Questo risultato premia la tenacia dei viticoltori pugliesi e la capacità di gestire, con competenza e innovazione, una stagione segnata da ondate di calore e forti criticità climatiche." Se da un lato i numeri lasciano ben sperare, dall'altro il quadro di mercato internazionale e nazionale impone prudenza. "Assistiamo a una flessione dei consumi di vino – avverte L'Abbate dovuta non solo a ragioni salutistiche, ma anche a fattori demografici: lo zoccolo duro dei consumatori sta progressivamente diminuendo. Si tratta di un cambiamento strutturale, non congiunturale, che richiede strategie nuove e condivise". A complicare il quadro si aggiunge anche il dazio del 15% applicato dagli Stati Uniti, primo mercato estero per il vino italiano, che pesa sulle prospettive di export. Per l'ex Sottosegretario, la politica ha strumenti limitati per influenzare i mercati, ma può agire su monitoraggio, trasparenza e governance del settore: "La Regione Puglia – afferma – dia attuazione alla delibera del giugno 2023 e istituisca un Osservatorio regionale del vino capace di offrire dati aggiornati, affidabili e pubblici. Solo con una lettura puntuale della realtà si possono orientare le scelte future della filiera".

Secondo L'Abbate, serve oggi una "reazione responsabile" da parte dei produttori: "Ridurre le rese è una misura di buon senso per evitare giacenze e tutelare il valore del vino. Meglio una gestione oculata della produzione che il ricorso agli estirpi, come sta avvenendo in Francia, una scelta drastica che riduce il potenziale produttivo per anni".
Altro nodo strategico riguarda la razionalizzazione delle denominazioni: "Abbiamo troppe micro-Doc con volumi insufficienti per sostenere progetti promozionali credibili. Dobbiamo semplificare il sistema e puntare sulla forza del brand Puglia. Quando nel 2021 una delle maggiori catene europee della GDO pubblicò un libro sul vino italiano, il Primitivo era tra i cinque vini più amati dagli italiani, eppure il Veneto esportava 12 volte più della Puglia. Questo dimostra una verità: da soli si resta piccoli, insieme si diventa competitivi. Il vino può essere una delle leve strategiche per lo sviluppo economico e sociale della nostra regione." Conclude L'Abbate: "Ma per farlo dobbiamo superare i localismi, puntare sull'identità regionale e lavorare insieme. La Puglia ha tutte le carte in regola per vincere questa sfida".