Una voce, uno stimolo per fecondare insieme il turismo canosino
Francesco Specchio all’U.T.E.
martedì 27 ottobre 2015
23.37
Lo scorso 19 ottobre l'Università della Terza Età di Canosa di Puglia(BT) ha ricominciato il suo impegno settimanale nell'allestire il "Convivio del sapere", aperto al territorio, a quanti vogliono continuare ad interrogarsi, a confrontarsi, ad imparare, vivendo la complessità odierna come un'opportunità di cambiamento e di crescita nell'essere "Persona, Cittadino e Memoria valoriale", che si concretizza continuamente in novità di vita. Nel primo incontro conviviale si è sviluppato il tema del "Turismo a Canosa" con le criticità e speranze del suo possibile decollo futuro se tutti gli apparati pubblico – amministrativi, associativi, imprenditoriali lavorassero sinergicamente insieme. Il relatore dott. Francesco Specchio ha dimostrato competenza, fiducia e speranza in un futuro turistico, ma dobbiamo acquisire coscienza del ricco patrimonio posseduto, anche se poco rispetto alla grande diaspora subita dai nostri reperti pregiati nelle varie collezioni private e pubbliche dei grandi musei internazionali. Per troppo tempo ci siamo stretti nella morsa del vittimismo, come se non potessimo cambiare questa situazione in punti di forza a nostro favore, perché la presenza all'estero di tali "gemme" possono diventare una fiaccola che accenda la curiosità del turista internazionale a completarne la conoscenza nel luogo che ha originato tale bellezza, come ha illustrato il relatore con la sua competenza professionale nella Conservazione dei Beni Culturali, in cui è laureato e la sua esperienza di guida turistica nella regione e all'estero grazie anche alle competenze linguistiche.
""" Il turismo – esordisce il dott. Francesco Specchio - è un fenomeno sociale, prima ancora che culturale, si manifesta in determinati contesti sociali. Ogni volta che affrontiamo la tematica sulla promozione turistica a Canosa, ci viene in mente una domanda piuttosto gettonata: 'Perché non riusciamo ad emergere?' Non è semplice rispondere, perché dobbiamo considerare diversi fattori. Spesso replichiamo in maniera vaga ed evasiva che manca l'organizzazione. Se invece proviamo ad addentrarci maggiormente nella questione – conoscendola meglio – potremmo innanzitutto parlare di mancanza di cooperazione tra soggetti: quando non c'è il giusto dialogo con un'amministrazione, o quando in città sono attivi enti associativi, con finalità e sensibilità comuni, che potrebbero collaborare, ma che finiscono nel porsi in rivalità, tensioni, antagonismi e gelosie tra di loro. Questo è solo uno dei motivi plausibili per un riscontro turistico non all'altezza delle aspettative. Va aggiunto che poche volte la nostra città rientra nei tour in giro per la Puglia; subiamo la superficialità, o il poco interesse degli operatori turistici per il nostro territorio. Perché invece non proviamo a pensare quanto facciamo affinché loro possano venire da noi?! Un tour operator, per prendere in considerazione una località, ha bisogno di garanzie; vorrebbe prima conoscere il territorio ed esaminarlo sui punti di forza (non solo monumenti e centri storici) e capire se il luogo visitato è ordinato, curato e decoroso. Questa è la base per un rapporto solido e di fiducia affinché una realtà venga compresa in un circuito. È come sostenere un colloquio di lavoro in un'azienda: soddisfare l'addetto ai lavori, perché poi egli ci faccia da tramite per l'arrivo dei tanto attesi turisti. Altro problema che limita la nostra affermazione turistica è la precarietà dei collegamenti extraurbani (specie in giorni come la domenica). Dobbiamo considerare che non tutti i turisti giungono con i pullman dei viaggi organizzati e non tutti viaggiano con mezzi propri; c'è un'altra categoria – che non va esclusa – che si sposta utilizzando treni e pullman di linea. Le coincidenze treno/treno, pullman/pullman, treno/pullman e viceversa sono già di per sé condizionanti e talvolta non sono nemmeno immediate; nel frattempo, il viaggiatore perde le motivazioni di raggiungerci e visitarci.
Altra questione sulla quale meditare sono state le non poche occasioni mancate per un rilancio turistico del nostro territorio. Tra i vari, un caso rimarchevole, che ha lasciato il segno, è l'installazione del pannello turistico sull'A14 che pubblicizza le saline di Margherita di Savoia, edito da "Autostrade per l'Italia" e ubicato in prossimità del nostro casello. Va da sé che ci sono comunità che hanno colto la palla al balzo, dimostrandosi virtuose (nonostante non siano ricchissime di testimonianze storiche e culturali) e comunità che forse non hanno compreso fino in fondo l'importanza di determinati canali di visibilità. Inoltre, la promozione turistica è ancora troppo legata al volontariato che fa quel che può per incoraggiare visitatori ed avventori a giungere nel nostro territorio, sfruttando quanto più possibile internet in generale, Facebook e la tecnologia 2.0. Ma, personalmente, il problema principale che ostacola il rilancio turistico di Canosa è anche l'assenza di una percezione turistica in giro per la città. Manca la concezione di Città turistica. Né turisti, né cittadini avvertono il trovarsi e il vivere in una Città turistica. Questi ultimi, poi, faticano ad abituarsi ai forestieri e stranieri di turno che girano per le strade del centro, incuriositi dalla nostra realtà e dalla sua storia, ma considerati, da alcuni passanti, semplici estranei in casa propria. Dunque, abbiamo molto sul quale lavorare. Gli stessi pugliesi non sanno quanto abbiamo da mostrare; arrivano per caso, rimangono ammaliati dai nostri siti archeologici (non senza farci notare l'incuria che, in molti punti, regna per le strade) e poi ci confessano la loro precedente ignoranza su Canosa. Siamo noi che non riusciamo ancora a valorizzare i nostri siti archeologici, i nostri musei, il nostro folklore? O è il turista (anche regionale) che troppo spesso preferisce andare lontano, quando a due passi da casa sua potrebbe trovare luoghi che meritano qualche ora di osservazione?
Per quanto riguarda il turismo culturale, si giunge in città soprattutto per le aree archeologiche e i musei, luoghi sparsi nel tessuto urbano di Canosa. Il borgo antico è ancora un luogo che dovrebbe essere adeguatamente riqualificato dal punto di vista infrastrutturale e sociale, ragione per la quale è quasi sempre escluso dagli itinerari cittadini. Eppure, una visita guidata in città comporta un durata di tempo notevole; ai minuti di osservazione e spiegazione nei luoghi dal consistente interesse, bisogna aggiungere i tempi di spostamento da un sito archeologico all'altro. Quindi, già per la quantità di ore impiegate in una visita ai nostri monumenti, dovremmo essere tappa d'obbligo; ma purtroppo non è questo l'unico fattore che determina, di una città, una destinazione turistica. Abbiamo un patrimonio che copre un arco di tempo compreso tra il IV sec. a.C. e il XIX sec. d.C., ma non abbiamo ancora un emblema che da solo potrebbe rappresentare, dal punto di vista monumentale, Canosa; emblema come Castel del Monte per Andria, Eraclio per Barletta, o la Cattedrale per Trani.
Dobbiamo lavorare molto nella diffusione del materiale informativo (possibilmente multilingue), sia cartaceo, sia multimediale. La comunità deve lavorare come un'orchestra, collaborando con la guida turistica locale, che comunque è chiamata a svolgere una parte importante nel lavoro di permanenza dei turisti. Dobbiamo suggestionare il turista, farlo a venire e visitarci, trovargli uno spunto, o un valido motivo affinché sia stimolato ad arrivare da noi. Ma non dobbiamo trascurare il fatto che il turismo a Canosa, non deve essere solo archeologia. Non possiamo essere monotematici, ci precluderemmo determinate categorie di turisti, non interessate all'archeologia. Utilizzando una metafora, finiremmo per essere una Ferrari col motore di una Fiat 500. Abbiamo molte altre potenzialità turistiche da sviluppare. Valorizzando le specialità enogastronomiche, potremmo pensare a itinerari del gusto, magari dando risalto a particolari piatti, street foods e dolci prettamente cittadini. Viviamo in un territorio di vini. In base a un'esperienza personale di alcuni anni fa, possiamo prendere spunto da Vila Nova de Gaia in Portogallo, città nota per le cantine del Porto, considerate tappe dell'itinerario del vino, durante il quale i turisti – tramite apposito biglietto cumulativo – visitano le cantine stesse (accompagnati da guide interne, che parlano un ottimo italiano), con degustazione finale. Il turismo serve affinché l'artigianato locale sopravviva. Quella che per secoli è stata fonte di reddito della città, insieme all'agricoltura, oggi rischia seriamente di scomparire. Il turismo è valorizzazione e conservazione degli antichi mestieri e tradizioni, ma è anche mettere in evidenza i manufatti di legno, di argilla e di lana da sempre prodotti nelle nostre botteghe. Perché non cercare, concretamente finanziamenti per la costituzione di cooperative di artigiani, che generino creatività e lavoro giovanile, evitando che le attività dei nostri nonni e bisnonni possano perdersi nell'oblio dei tempi.
In generale, per il turismo a Canosa, occorre lavoro di squadra! La promozione è una cosa seria e necessita di un lavoro professionale alla base. È necessario pertanto il parere di esperti e di consulenti, che giungano nella nostra città, visitandola in modo estensivo e con occhio clinico, affinché possano comprendere se il territorio è in grado di recepire utenti, cosa può attrarre di più e studiare insieme accorgimenti per una pubblicizzazione che crei suggestioni. Per una visione professionale ed ambiziosa di un rilancio turistico, bisognerebbe attivarsi, disposti anche a tempi medio-lunghi, a patto che il progetto si mantenga in cammino costante. Su queste basi, bisognerebbe costituire un vero staff tecnico di professionisti che ponga le proprie idee in condivisione, nell'equilibrio delle competenze, al fine di partorire vere e proprie strategie di promozione turistica ben definite, sulle quali il territorio possa viaggiare all'insegna della visibilità, in modo tale da vedersi arrivare periodicamente visitatori da ogni dove. Quindi, servirà senz'altro il parere dell'Assessore comunale al Turismo. È precipuo interesse di un amministrazione comunale trovare le giuste condizioni per un risalto turistico del territorio cittadino; il turismo è un fenomeno che porta benefici d'immagine e vantaggi economici alla comunità, se sfruttato in modo adeguato. L'assessore può e deve essere coadiuvato dal dirigente di settore, utile a fornire pareri tecnici sullo studio delle politiche turistiche cittadine.A questi due componenti si aggiungono i professionisti sul campo, con le proprie consulenze. Occorre il parere di una guida turistica, impegnata quotidianamente negli itinerari sul territorio e persona in grado di fornire delucidazioni sui punti di maggiore interesse culturale e sulla logistica di una realtà locale. È necessaria la presenza di imprenditori (specie di coloro che si occupano di attività ricettive), investendo nei propri servizi, rendendoli alla portata di ogni avventore e finanziando iniziative di contesto.La presenza di esperti di marketing sarà utile per capire i criteri da adottare nella ricerca e nella spesa dei finanziamenti per la promozione e la fornitura di attrezzature turistiche. Non meno importante sarà il contributo di un esperto di comunicazione, la vera natura di una promozione turistica. La sua esperienza permetterà di comprendere quali tattiche di suggestione utilizzare, per invogliare un turista a giungere nel nostro territorio e quali sfumature sfruttare nel persuaderlo a visitarci. Nello staff deve esserci poi spazio per le associazioni, le fondazioni culturali e le Pro Loco, alla ricerca di collaborazioni e coordinazioni sulle rispettive attività da svolgere nel telaio promozionale.
Nelle ultime battute, non dimentichiamo il borgo antico e sforziamoci di porre in atto progetti di recupero sociale prima e culturale poi. Con una sana collaborazione interassociativa, possiamo anche provare a candidarci all'ambito riconoscimento UNESCO per i nostri ipogei, come per tutto il nostro patrimonio archeologico diffuso, dal preromano al paleocristiano, non dimenticando però che tanto difficile e faticoso è conseguire questo alto titolo, quanto molto facile doverlo perdere.È necessario premere sul museo, non solo come luogo espositivo tout-court, ma come autentica sintesi di un territorio tra archeologia, storia, agricoltura e antiche tradizioni. Bisogna sfruttare costantemente i canali che internet e il 2.0 ci mettono a disposizione: Facebook, Twitter, YouTube, Instagram, Pinterest, GooglePlus sono ormai diventati gli spazi nei quali anche un territorio si manifesta e si propone a un'utenza mondiale e non più locale.E infine, abbiamo una grande opportunità a pochi chilometri di distanza: Matera. Tra quattro anni, Matera sarà al centro dell'Europa, quale Capitale Europea della Cultura 2019; sfruttiamo questa vicinanza! Facciamoci vedere, facciamoci notare e presentiamoci per il bello che possiamo mostrare! Cogliamo adesso l'occasione, perché non ricapiterà più! È a soli 80 km da noi! Io penso di aver lanciato il messaggio. C'è molto da fare! Servono umiltà, concretezza, professionalità e fame! Quando cominciamo?"""
L'invito è chiaro.
Non perdiamoci questa scommessa!
Agata Pinnelli
""" Il turismo – esordisce il dott. Francesco Specchio - è un fenomeno sociale, prima ancora che culturale, si manifesta in determinati contesti sociali. Ogni volta che affrontiamo la tematica sulla promozione turistica a Canosa, ci viene in mente una domanda piuttosto gettonata: 'Perché non riusciamo ad emergere?' Non è semplice rispondere, perché dobbiamo considerare diversi fattori. Spesso replichiamo in maniera vaga ed evasiva che manca l'organizzazione. Se invece proviamo ad addentrarci maggiormente nella questione – conoscendola meglio – potremmo innanzitutto parlare di mancanza di cooperazione tra soggetti: quando non c'è il giusto dialogo con un'amministrazione, o quando in città sono attivi enti associativi, con finalità e sensibilità comuni, che potrebbero collaborare, ma che finiscono nel porsi in rivalità, tensioni, antagonismi e gelosie tra di loro. Questo è solo uno dei motivi plausibili per un riscontro turistico non all'altezza delle aspettative. Va aggiunto che poche volte la nostra città rientra nei tour in giro per la Puglia; subiamo la superficialità, o il poco interesse degli operatori turistici per il nostro territorio. Perché invece non proviamo a pensare quanto facciamo affinché loro possano venire da noi?! Un tour operator, per prendere in considerazione una località, ha bisogno di garanzie; vorrebbe prima conoscere il territorio ed esaminarlo sui punti di forza (non solo monumenti e centri storici) e capire se il luogo visitato è ordinato, curato e decoroso. Questa è la base per un rapporto solido e di fiducia affinché una realtà venga compresa in un circuito. È come sostenere un colloquio di lavoro in un'azienda: soddisfare l'addetto ai lavori, perché poi egli ci faccia da tramite per l'arrivo dei tanto attesi turisti. Altro problema che limita la nostra affermazione turistica è la precarietà dei collegamenti extraurbani (specie in giorni come la domenica). Dobbiamo considerare che non tutti i turisti giungono con i pullman dei viaggi organizzati e non tutti viaggiano con mezzi propri; c'è un'altra categoria – che non va esclusa – che si sposta utilizzando treni e pullman di linea. Le coincidenze treno/treno, pullman/pullman, treno/pullman e viceversa sono già di per sé condizionanti e talvolta non sono nemmeno immediate; nel frattempo, il viaggiatore perde le motivazioni di raggiungerci e visitarci.
Altra questione sulla quale meditare sono state le non poche occasioni mancate per un rilancio turistico del nostro territorio. Tra i vari, un caso rimarchevole, che ha lasciato il segno, è l'installazione del pannello turistico sull'A14 che pubblicizza le saline di Margherita di Savoia, edito da "Autostrade per l'Italia" e ubicato in prossimità del nostro casello. Va da sé che ci sono comunità che hanno colto la palla al balzo, dimostrandosi virtuose (nonostante non siano ricchissime di testimonianze storiche e culturali) e comunità che forse non hanno compreso fino in fondo l'importanza di determinati canali di visibilità. Inoltre, la promozione turistica è ancora troppo legata al volontariato che fa quel che può per incoraggiare visitatori ed avventori a giungere nel nostro territorio, sfruttando quanto più possibile internet in generale, Facebook e la tecnologia 2.0. Ma, personalmente, il problema principale che ostacola il rilancio turistico di Canosa è anche l'assenza di una percezione turistica in giro per la città. Manca la concezione di Città turistica. Né turisti, né cittadini avvertono il trovarsi e il vivere in una Città turistica. Questi ultimi, poi, faticano ad abituarsi ai forestieri e stranieri di turno che girano per le strade del centro, incuriositi dalla nostra realtà e dalla sua storia, ma considerati, da alcuni passanti, semplici estranei in casa propria. Dunque, abbiamo molto sul quale lavorare. Gli stessi pugliesi non sanno quanto abbiamo da mostrare; arrivano per caso, rimangono ammaliati dai nostri siti archeologici (non senza farci notare l'incuria che, in molti punti, regna per le strade) e poi ci confessano la loro precedente ignoranza su Canosa. Siamo noi che non riusciamo ancora a valorizzare i nostri siti archeologici, i nostri musei, il nostro folklore? O è il turista (anche regionale) che troppo spesso preferisce andare lontano, quando a due passi da casa sua potrebbe trovare luoghi che meritano qualche ora di osservazione?
Per quanto riguarda il turismo culturale, si giunge in città soprattutto per le aree archeologiche e i musei, luoghi sparsi nel tessuto urbano di Canosa. Il borgo antico è ancora un luogo che dovrebbe essere adeguatamente riqualificato dal punto di vista infrastrutturale e sociale, ragione per la quale è quasi sempre escluso dagli itinerari cittadini. Eppure, una visita guidata in città comporta un durata di tempo notevole; ai minuti di osservazione e spiegazione nei luoghi dal consistente interesse, bisogna aggiungere i tempi di spostamento da un sito archeologico all'altro. Quindi, già per la quantità di ore impiegate in una visita ai nostri monumenti, dovremmo essere tappa d'obbligo; ma purtroppo non è questo l'unico fattore che determina, di una città, una destinazione turistica. Abbiamo un patrimonio che copre un arco di tempo compreso tra il IV sec. a.C. e il XIX sec. d.C., ma non abbiamo ancora un emblema che da solo potrebbe rappresentare, dal punto di vista monumentale, Canosa; emblema come Castel del Monte per Andria, Eraclio per Barletta, o la Cattedrale per Trani.
Dobbiamo lavorare molto nella diffusione del materiale informativo (possibilmente multilingue), sia cartaceo, sia multimediale. La comunità deve lavorare come un'orchestra, collaborando con la guida turistica locale, che comunque è chiamata a svolgere una parte importante nel lavoro di permanenza dei turisti. Dobbiamo suggestionare il turista, farlo a venire e visitarci, trovargli uno spunto, o un valido motivo affinché sia stimolato ad arrivare da noi. Ma non dobbiamo trascurare il fatto che il turismo a Canosa, non deve essere solo archeologia. Non possiamo essere monotematici, ci precluderemmo determinate categorie di turisti, non interessate all'archeologia. Utilizzando una metafora, finiremmo per essere una Ferrari col motore di una Fiat 500. Abbiamo molte altre potenzialità turistiche da sviluppare. Valorizzando le specialità enogastronomiche, potremmo pensare a itinerari del gusto, magari dando risalto a particolari piatti, street foods e dolci prettamente cittadini. Viviamo in un territorio di vini. In base a un'esperienza personale di alcuni anni fa, possiamo prendere spunto da Vila Nova de Gaia in Portogallo, città nota per le cantine del Porto, considerate tappe dell'itinerario del vino, durante il quale i turisti – tramite apposito biglietto cumulativo – visitano le cantine stesse (accompagnati da guide interne, che parlano un ottimo italiano), con degustazione finale. Il turismo serve affinché l'artigianato locale sopravviva. Quella che per secoli è stata fonte di reddito della città, insieme all'agricoltura, oggi rischia seriamente di scomparire. Il turismo è valorizzazione e conservazione degli antichi mestieri e tradizioni, ma è anche mettere in evidenza i manufatti di legno, di argilla e di lana da sempre prodotti nelle nostre botteghe. Perché non cercare, concretamente finanziamenti per la costituzione di cooperative di artigiani, che generino creatività e lavoro giovanile, evitando che le attività dei nostri nonni e bisnonni possano perdersi nell'oblio dei tempi.
In generale, per il turismo a Canosa, occorre lavoro di squadra! La promozione è una cosa seria e necessita di un lavoro professionale alla base. È necessario pertanto il parere di esperti e di consulenti, che giungano nella nostra città, visitandola in modo estensivo e con occhio clinico, affinché possano comprendere se il territorio è in grado di recepire utenti, cosa può attrarre di più e studiare insieme accorgimenti per una pubblicizzazione che crei suggestioni. Per una visione professionale ed ambiziosa di un rilancio turistico, bisognerebbe attivarsi, disposti anche a tempi medio-lunghi, a patto che il progetto si mantenga in cammino costante. Su queste basi, bisognerebbe costituire un vero staff tecnico di professionisti che ponga le proprie idee in condivisione, nell'equilibrio delle competenze, al fine di partorire vere e proprie strategie di promozione turistica ben definite, sulle quali il territorio possa viaggiare all'insegna della visibilità, in modo tale da vedersi arrivare periodicamente visitatori da ogni dove. Quindi, servirà senz'altro il parere dell'Assessore comunale al Turismo. È precipuo interesse di un amministrazione comunale trovare le giuste condizioni per un risalto turistico del territorio cittadino; il turismo è un fenomeno che porta benefici d'immagine e vantaggi economici alla comunità, se sfruttato in modo adeguato. L'assessore può e deve essere coadiuvato dal dirigente di settore, utile a fornire pareri tecnici sullo studio delle politiche turistiche cittadine.A questi due componenti si aggiungono i professionisti sul campo, con le proprie consulenze. Occorre il parere di una guida turistica, impegnata quotidianamente negli itinerari sul territorio e persona in grado di fornire delucidazioni sui punti di maggiore interesse culturale e sulla logistica di una realtà locale. È necessaria la presenza di imprenditori (specie di coloro che si occupano di attività ricettive), investendo nei propri servizi, rendendoli alla portata di ogni avventore e finanziando iniziative di contesto.La presenza di esperti di marketing sarà utile per capire i criteri da adottare nella ricerca e nella spesa dei finanziamenti per la promozione e la fornitura di attrezzature turistiche. Non meno importante sarà il contributo di un esperto di comunicazione, la vera natura di una promozione turistica. La sua esperienza permetterà di comprendere quali tattiche di suggestione utilizzare, per invogliare un turista a giungere nel nostro territorio e quali sfumature sfruttare nel persuaderlo a visitarci. Nello staff deve esserci poi spazio per le associazioni, le fondazioni culturali e le Pro Loco, alla ricerca di collaborazioni e coordinazioni sulle rispettive attività da svolgere nel telaio promozionale.
Nelle ultime battute, non dimentichiamo il borgo antico e sforziamoci di porre in atto progetti di recupero sociale prima e culturale poi. Con una sana collaborazione interassociativa, possiamo anche provare a candidarci all'ambito riconoscimento UNESCO per i nostri ipogei, come per tutto il nostro patrimonio archeologico diffuso, dal preromano al paleocristiano, non dimenticando però che tanto difficile e faticoso è conseguire questo alto titolo, quanto molto facile doverlo perdere.È necessario premere sul museo, non solo come luogo espositivo tout-court, ma come autentica sintesi di un territorio tra archeologia, storia, agricoltura e antiche tradizioni. Bisogna sfruttare costantemente i canali che internet e il 2.0 ci mettono a disposizione: Facebook, Twitter, YouTube, Instagram, Pinterest, GooglePlus sono ormai diventati gli spazi nei quali anche un territorio si manifesta e si propone a un'utenza mondiale e non più locale.E infine, abbiamo una grande opportunità a pochi chilometri di distanza: Matera. Tra quattro anni, Matera sarà al centro dell'Europa, quale Capitale Europea della Cultura 2019; sfruttiamo questa vicinanza! Facciamoci vedere, facciamoci notare e presentiamoci per il bello che possiamo mostrare! Cogliamo adesso l'occasione, perché non ricapiterà più! È a soli 80 km da noi! Io penso di aver lanciato il messaggio. C'è molto da fare! Servono umiltà, concretezza, professionalità e fame! Quando cominciamo?"""
L'invito è chiaro.
Non perdiamoci questa scommessa!
Agata Pinnelli