Scoperta l’Icona della B. V. del Perpetuo Soccorso.

Era esposta nella Chiesa della Passione a Canosa.

martedì 20 gennaio 2015 16.41
Era esposta presso l'ingresso, l'immagine mariana, ma tutti erano ignari della sua identità e delle sue origini. Nel restauro in corso del 2014 della Chiesa Rettoria della Cattedrale San Sabino, nella rimozione dalla parete, l'icona ha svelato la sua bellezza, la sua storia, la sua iconografia, il suo culto di origini bizantine. Mons. Felice Bacco, dopo "l'inventio", ha provveduto ad esporla alla venerazione in Cattedrale, offrendo la "catechesi dipinta" della Beata Vergine del Perpetuo Soccorso, icona bizantina, in cui il Bambino Gesù volge lo sguardo turbato, perdendo una sandaletto dal piede, verso i simboli della Passione e Crocifissione, retti nelle mani degli Arcangeli Gabriele e Michele. La maternità di Maria partecipa come Madre di Dio, alla Passione del Figlio, che si aggrappa teneramente con le sue mani alla mano di Maria, Perpetuo Soccorso al Figlio e all'umanità redenta.

Lo studio sul retro di documenti storici originari, da parte di Peppino Di Nunno, ricercatore storico, ha svelato le sue radici. Una pergamena affissa con sigillo in cera lacca, scritta in Latino, svela le radici del dipinto su tavola fedelmente riprodotto nel 1883 (fideliterexpressam esse) dall'originale prodigioso del XV secolo, pervenuto dall'isola di Creta e venerata nel Santuario della Chiesa di Sant'Alfonso, in via Merulana a Roma, nel culto della Congregazione dei Redentoristi, che la diffusero in tutto il mondo, per affidamento del Papa Pio IX l'11 Dicembre 1865. Lo studio, svolto in collaborazione con l'Istituto Storico dei Redentoristi in Roma, ha ritrovato il verbale dell'opera giunta a Canosa, con la committenza di Padre Antonio Maria Losito, Redentorista, Servo di Dio. L'opera fu impreziosita di corone e di una cornice artistica e fu benedetta da Papa Leone XIII. L'icona fu consegnata a Barletta, al Canonico Savino Decorato e destinata alla Chiesa della Passione di Canosa di Puglia, della Diocesi di Andria nel 1883, nei sette anni trascorsi dalla sua fondazione (ad septennium), : "Pro Ecclesia PretiosissimiSanguinis D. N. I. Ch. Civitatis Canosa di Puglia, DiocesisAndriensis". Un manoscritto posto sul retro del quadro, attesta il sostegno di spesa di L. 306,10, "a divozione dei Coniugi Vincenzo Sinesi fu Pietro e Barbara Fragiacomo di Vitangelo. Settembre 1883".

Lo studio, attingendo alle fonti storiche dei Redentoristi, ha riportato la lettura della simbologia dell'icona, dai colori delle vesti della Vergine e di Gesù, ai monogrammi in greco apposti alla Madre di Dio (MP ΘY, abbreviazione per MèterTheoù. ossia Madre di Dio), agli acronimi in greco degli Arcangeli Michele e Gabriele, che rappresentano la Potestà celeste di Dio. Lo studio ha valicato i confini del culto della Madonna del Soccorso, nota nel Foggiano, anche nel nome femminile di persona, Maria Soccorsa, ritrovando la radice del culto della Chiesa Ortodossa della Παναγία του Πάθους, (pr. Panaghìa tu Pàtus), o Madonna di Passione, presente in molti santuari dell'Oriente e nel Museo Bizantino di Atene. Sulle vie mariane di San'Alfonso, riscopriamo la Bellezza e la sacralità di un'icona bizantina , che, accanto all'icona antica di Maria SS. della Fonte, ci lega all'Oriente e alla Fede di nostri padri.

maestro Peppino Di Nunno (ricercatore storico).
Si prega di citare le fonti e gli autori della ricerca.
Foto a cura di Savino Mazzarella
Icona della B. V. del Perpetuo Soccorso