Le previsioni meteo di Ippocrate
Ambiente e clima nel mondo greco
domenica 8 gennaio 2017
17.18
Nel periodo che va dal 412 al 408 a.c. nell'isola di Taso, Ippocrate ci tramanda per tre anni consecutivi delle osservazioni riguardanti le condizioni climatiche poste in rapporto con la presenza del medico. Dei tre passi di Ippocrate pubblico il più breve: "A Taso poco prima e durante Arturo piogge frequenti e abbondanti con venti da Nord. Verso l'equinozio e fino alle Pleiadi scarse piogge meridionali. Inverno ventilato da Nord, assenza di umidità, freddo intenso, forti venti, nevi. Verso l'equinozio grandissime burrasche. Primavera con venti da Nord, siccità, scarse piogge, gran freddo giunsero fino al Cane. Dopo il Cane fino ad Arturo estate calda; grande calura che non aumentava, ma continua e forte. Pioggia non ci fu;soffiarono gli estesi. Verso Arturo pioggia da Sud fino all'equinozio". A nessuno può sfuggire l'importanza di questo passo per la paleoclimatologia storica; in primo luogo per l'assenza di riscontri nelle fonti centiche ed inoltre a queste osservazioni si uniscono le suddivisioni dell'anno di evidente origine popolare come: peri isemerieu, Hop Pleinda, cheimon, ear, theros. Mancano i nomi dei mesi in quanto nel mondo greco i nomi di quest'ultimi sono diversi da una polis all'altra. Guardando la cartina geografica queste osservazioni possono essere estese (in base all'ubicazione di Taso) alla parte settentrionale dell'Egeo mentre per i venti possono aver interessato l'intero bacino Egeo come succede oggi. Quanto raccontato da Ippocrate ci offre uno spaccato, caso unico nella letteratura greca, dell'andamento stagionale prettamente scientifico di alcune annate comprese tra due equinozi. La conseguenza è che vicende climatiche assumono in alcuni casi un rilievo primario sull'andamento della salute pubblica (come accade oggi nel nostro notiziario regionale in cui si parla di 20.000 affetti da malattie stagionali).
Pasquale Terribile
Pasquale Terribile