Canosa: In fiamme la pineta del Castello
Panico tra i residenti “fatti evacuare per precauzione”
domenica 3 agosto 2025
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Ennesimo rogo estivo a Canosa di Puglia, dove è andata in fiamme la pineta del Castello nel pomeriggio del 2 agosto scorso. Un incendio ha interessato una vasta area che ha visto impegnati i volontari dell'Anpana e della Misericordia, giunti in loco, su attivazione della sala operativa della protezione civile e poi, i Vigili del Fuoco con 2 automezzi. Dai primi roghi di sterpaglie, alle ore 16,45 circa, all'immane incendio boschivo che ha gettato panico tra i residenti " fatti evacuare per precauzione", mentre, i vigili del fuoco procedevano allo spegnimento delle fiamme, ultimato intorno alle ore 19,30. Sul posto anche la Polizia Locale e il 118 per i soccorsi sanitari. In Italia è SOS incendi: Sud e Isole sotto scacco delle fiamme come riporta il nuovo dossier "Italia in fumo" di Legambiente di fine luglio 2025. Il Meridione si conferma l'area più colpita dagli incendi con sei regioni in cima alla classifica per ettari bruciati. Maglia nera alla Sicilia, con 16.938 ettari bruciati in 248 roghi. Seguita da Calabria, con 3.633 ettari in 178 eventi incendiari, Puglia con 3.622 ettari in 69 eventi, Basilicata con 2.121 ettari in soli 13 roghi (con la media ettari per incendio più alta: 163,15), Campania con 1.826 ettari in 77 eventi e la Sardegna con 1.465 ettari in 19 roghi.
Per Legambiente ad oggi il Paese paga non solo lo scotto dei troppi ritardi, ma anche l'acuirsi della crisi climatica che amplifica il rischio di incendi boschivi e l'assalto delle ecomafie e degli incendiari. Secondo l'ultimo Rapporto Ecomafia diffuso il 10 luglio scorso, nel 2024 sono stati 3.239 i reati (incendi boschivi e di vegetazione, dolosi, colposi e generici in Italia) contestati dalle forze dell'ordine, Carabinieri forestali e Corpi forestali regionali, un dato però in calo del 12,2% rispetto al 2023. Sono 459 le persone denunciate (-2,1% rispetto al 2023), 14 invece quelle arrestate (+16,7% rispetto al 2023). L'analisi di questi fenomeni criminali è arricchita dalle attività, anche di carattere preventivo raccontate sempre nel Rapporto Ecomafia grazie al contributo elaborato dal Nucleo informativo antincendio boschivo del Comando Carabinieri per la Tutela forestale e dei Parchi. Il dettaglio delle notizie di reato conferma la prevalenza degli incendi di natura dolosa (1.197 su 2.612, pari al 45,8%), purtroppo per il 95% contro ignoti. Sempre di origine prevalentemente dolosa sono le notizie di reato relative a incendi di vegetazione non boschiva, 294 su 423, pari a circa il 70%, anche in questo caso quasi sempre contro ignoti.
Per Legambiente ad oggi il Paese paga non solo lo scotto dei troppi ritardi, ma anche l'acuirsi della crisi climatica che amplifica il rischio di incendi boschivi e l'assalto delle ecomafie e degli incendiari. Secondo l'ultimo Rapporto Ecomafia diffuso il 10 luglio scorso, nel 2024 sono stati 3.239 i reati (incendi boschivi e di vegetazione, dolosi, colposi e generici in Italia) contestati dalle forze dell'ordine, Carabinieri forestali e Corpi forestali regionali, un dato però in calo del 12,2% rispetto al 2023. Sono 459 le persone denunciate (-2,1% rispetto al 2023), 14 invece quelle arrestate (+16,7% rispetto al 2023). L'analisi di questi fenomeni criminali è arricchita dalle attività, anche di carattere preventivo raccontate sempre nel Rapporto Ecomafia grazie al contributo elaborato dal Nucleo informativo antincendio boschivo del Comando Carabinieri per la Tutela forestale e dei Parchi. Il dettaglio delle notizie di reato conferma la prevalenza degli incendi di natura dolosa (1.197 su 2.612, pari al 45,8%), purtroppo per il 95% contro ignoti. Sempre di origine prevalentemente dolosa sono le notizie di reato relative a incendi di vegetazione non boschiva, 294 su 423, pari a circa il 70%, anche in questo caso quasi sempre contro ignoti.