Stilus Magistri

WE CARE di Papa Francesco alla Scuola Italiana

Piazza San Pietro, 10 maggio 2014

Papa Francesco, in Piazza San Pietro, ha incontrato il mondo della scuola italiana: insegnanti, genitori, educatori, alunni, operatori dell'ambiente scolastico e… classi della Scuola di Canosa di Puglia, dai bambini della Scuola Primaria Enzo De Muro Lomanto, ai ragazzi della Scuola Media Ugo Foscolo, ai giovani dell'Istituto L. Einaudi guidati dal prof. Leonardo Di Nunno, ai giovani della classe 1 G, sez. Classico, del Liceo E. Fermi , guidati dalla prof.ssa Giulia Giorgio. L'evento è stato organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana nell'ambito del progetto "La Chiesa per la Scuola".
L'incontro con il Santo Padre, ha avuto per tema il motto "We care" (ci sta a cuore), tratto dalla lettera ai giudici di don Lorenzo Milani del 18 ottobre 1965, a significare che la Scuola sta a cuore di tutti. L'incontro si è aperto alle ore 17 con i saluti del Card. Angelo Bagnasco, Presidente della C.E.I., e della Prof.ssa Stefania Giannini, Ministro dell'Istruzione del Governo Italiano.
Riportiamo alcuni passi del discorso, che abbiamo seguito in diretta, in comunione agli alunni e studenti di Canosa.
Cari amici buonasera!
Prima di tutto vi ringrazio, perché avete realizzato una cosa proprio bella! Questo incontro è molto buono: un grande incontro della scuola italiana, tutta la scuola: piccoli e grandi; insegnanti, personale non docente, alunni e genitori; statale e non statale.
Ho sentito tante cose belle, che mi hanno fatto bene! Si vede che questa manifestazione non è "contro", è "per"! Non è un lamento, è una festa! Una festa per la scuola. Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno, lo sappiamo. Ma voi siete qui, noi siamo qui perché amiamo la scuola. E dico "noi" perché io amo la scuola, io l'ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da Vescovo. Nella Diocesi di Buenos Aires incontravo spesso il mondo della scuola, e oggi vi ringrazio per aver preparato questo incontro, che però non è di Roma ma di tutta l'Italia. Per questo vi ringrazio tanto. Grazie!
  • Io amo la Scuola
Perché amo la scuola? Proverò a dirvelo. Ho un'immagine. Ho sentito qui che non si cresce da soli e che è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere. E ho l'immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola. Non l'ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io sono andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è mancata, a 98 anni. E quest'immagine mi fa bene! Amo la scuola, perché quella donna mi ha insegnato ad amarla.
  • La Scuola, apertura alla realtà
Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. Nei primi anni si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Ma se uno ha imparato a imparare, - è questo il segreto, imparare ad imparare! - questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà! Questo lo insegnava anche un grande educatore italiano, che era un prete: Don Lorenzo Milani. Gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà.
  • La Scuola, luogo d'incontro
Un altro motivo è che la scuola è un luogo di incontro. Perché tutti noi siamo in cammino, avviando un processo, avviando una strada. E ho sentito che la scuola – l'abbiamo sentito tutti oggi – non è un parcheggio. E' un luogo di incontro nel cammino. Si incontrano i compagni; si incontrano gli insegnanti; si incontra il personale assistente. I genitori incontrano i professori; il preside incontra le famiglie, eccetera. E' un luogo di incontro. E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell'incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme. E questo è fondamentale proprio nell'età della crescita, come un complemento alla famiglia. La famiglia è il primo nucleo di relazioni: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, e ci accompagna sempre nella vita. Ma a scuola noi "socializziamo": incontriamo persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine, per capacità. La scuola è la prima società che integra la famiglia. La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte! Sono complementari, e dunque è importante che collaborino, nel rispetto reciproco. E le famiglie dei ragazzi di una classe possono fare tanto, collaborando insieme tra di loro e con gli insegnanti.
  • Un proverbio africano per la Scuola
Questo fa pensare a un proverbio africano tanto bello: "Per educare un figlio ci vuole un villaggio". Per educare un ragazzo ci vuole tanta gente: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti! Vi piace questo proverbio africano? Vi piace? Diciamolo insieme: per educare un figlio ci vuole un villaggio! Insieme! Per educare un figlio ci vuole un villaggio! E pensate a questo.
  • La Scuola educa al vero, al bene, al bello
E poi amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre. L'educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla. E nell'educazione è tanto importante quello che abbiamo sentito anche oggi: è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca! Ricordatevelo! Questo ci farà bene per la vita.
La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti "ingredienti". Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l'intelligenza, la coscienza, l'affettività, il corpo, eccetera. Per esempio, se studio questa Piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di religione, anche di astronomia, con l'obelisco che richiama il sole; ma pochi sanno che questa piazza è anche una grande meridiana.
In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è vera ed è bella. La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita!
  • La Scuola tra conoscenze e valori
E finalmente vorrei dire che nella scuola non solo impariamo conoscenze, contenuti, ma impariamo anche abitudini e valori. Si educa per conoscere tante cose, cioè tanti contenuti importanti, per avere certe abitudini e anche per assumere i valori. E questo è molto importante.
  • Le tre lingue della Scuola, (io penso, io sento, io faccio).
Auguro a tutti voi, genitori, insegnanti, persone che lavorano nella scuola, studenti, una bella strada nella scuola, una strada che faccia crescere le tre lingue, che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani. Ma, armoniosamente, cioè pensare quello che tu senti e quello che tu fai; sentire bene quello che tu pensi e quello che tu fai; e fare bene quello che tu pensi e quello che tu senti. Le tre lingue, armoniose e insieme! Grazie ancora agli organizzatori di questa giornata e a tutti voi che siete venuti. E per favore... per favore, non lasciamoci rubare l'amore per la scuola!
Grazie!

Dopo la lettura di questa bella lezione di cattedra, scriviamo un cartellone nelle nostre scuole, a Canosa, nel Veneto, in Italia, con il motto WE CARE, firmato da noi e da Papa Francesco e svolgiamo un tema con le parole del Suo messaggio.
"IO AMO LA ASCUOLA"
Dedichiamo questo messaggio
alla memoria dei nostri nonni della prima metà del 900, che non potevano andare a Scuola, dovendo andare al lavoro nei campi per povertà. Dedichiamo questo diritto internazionale delle Nazioni Unite alle Studentesse rapite in Nigeria, che amano la Scuola.

Noi possiamo amare la Scuola, e anch'io amo la Scuola, se pur in pensione!

maestro Peppino Di Nunno
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