Stilus Magistri

Ricerche Storiche 1^ Parte : Il Dies Natalis di San Sabino (9 Febbraio) e la vita del Santo !

A cura del maestro Peppino Di Nunno

Il dies natalis di San Sabino (9 Febbraio) e la vita del Santo nell'arte del Boccati nel Duomo di Orvieto e nella letteratura di San Gregorio Magno. (1^ parte)

Negli anni scorsi in un'omelia del 9 febbraio, dies natalis, giorno della morte di San Sabino, mons. Felice Bacco sottolineava in Cattedrale la notorietà ed il culto del Santo "non solo a Canosa come Patrono, ma anche a Bari nella Cattedrale e in tutto il mondo nei monasteri benedettini".

In effetti dalla Chiesa di Canosa, terra di confine con l'Oriente ortodosso, la figura del Vescovo SAVINUS[1], si diffonde in peregrinatio oltre il Campanile, non solo post mortem diventando Patrono di Bari in un culto ancora oggi vivente nel Triduo a San Sabino guidato da S.E. Mons. Cacucci, ma anche in vita come contemporaneo e confidente dell'abate San Benedetto a Cassino, come attestano i Dialoghi di San Gregorio Magno, Papa.

Da circa due anni abbiamo avviato una ricerca sui testi in Latino dei Dialoghi di Papa Gregorio Magno, accostando la parola alle immagini dell'arte di Giovanni Boccati da Camerino (1410-1486), il pittore che raffigura quattro scene di San Savino.
La ricerca storica nella linea metodologica non ci porta solo in Internet, come avviene ricopiando da più parti, ma attinge come, in altre ricerche personali, alle fonti letterarie, alle Istituzioni contattate, agli studiosi dei luoghi storici, che verranno citati e ringraziati e che danno autenticità e originalità alle fonti: non vuole essere un giudizio critico, ma un'indicazione metodologica a quanti si accostano allo studio e alla ricerca del sapere e della nostra cultura.

La nostra ricerca storica si è avvalsa del prezioso contributo culturale dei seguenti soggetti con cui abbiamo realizzato la ricerca storica in equipe:
1. Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto e gent.ma dott.sa Alessandra Cannistrà, Curatore del Museo dove peraltro è custodito un prezioso reliquiario di San Savino;
2. Musei Civici di Camerino, che ha dato i natali al pittore Boccati e gent.ma dott.sa Barbara Mastrocola, Curatrice del Museo;
3. Curia della Diocesi di Orvieto-Todi, Ufficio dei Beni Culturali diretto dalla dott.ssa Giovanna Bandinu, storica dell'arte.
4. Luigi Maria Armellini, critico d'arte e saggista di Belforte del Chienti, con cui abbiamo realizzato un approfondimento della ricerca con varie corrispondenze;
5. Pinacoteca provinciale di Bari "Corrado Giaquinto" diretta dalla dott.ssa Clara Gelao: nella Pinacoteca è custodita una tavoletta della predella.
6. Associazione storico-culturale Sant'Agostino di Cassago Brianza (Lucca), diretta dal Presidente prof. Luigi Beretta.
7. Prof.ssa Giulia Giorgio, docente di Lettere presso il Liceo Scientifico Enrico Fermi di Canosa, per la traduzione integrale dei testi dei Dialoghi di S. Gregorio Magno in oggetto. Un vivo apprezzamento ai giovani studenti del Liceo Scientifico di Canosa, ed in particolare alla Classe 1 B, partecipi con le loro visite nella Cattedrale San Sabino, Scuola di cultura e di formazione.
Il dies natalis, del 9 febbraio del 566, giorno della morte del Santo viene rappresentato dal Boccati un una tavoletta smarrita della predella con quattro episodi della vita del Vescovo Savino della Chiesa Canosina.

· San Savino nel dipinto della Madonna in trono del Duomo di Orvieto

La predella non va erroneamente collegata al Polittico del Boccati, come avvenuto, ma fa parte dell'opera "Madonna in trono con Bambino tra i Santi Giovenale, Savino, Agostino e Gerolamo", dipinta dal Boccati nel 1473 e oggi custodita nel Museo di Belle Arti di Budapest.

"L'opera fu realizzata come pala per la Cappella di San Savino nel Duomo di Orvieto e riporta sull'alzata dipinta del gradino in marmo i nomi dei Santi raffigurati": S. IVVENALIS – S. SAVINVS – S.'AVGVSTINVS – S. IEROLIMVS.
L'iconografia dei tre Santi Vescovi, escludendo la veste in rosso ed il cappello cardinalizio di S. Gerolamo, nella forma ripetitiva sottolinea la figura di San Savino in un piviale impreziosito con una serie di figure in verticale a forma di stola sacerdotale.
Il dipinto è una tempera in oro su tavola di dimensioni cm 186,5 (altezza) x 162 (larghezza), dove il Vescovo Savino è il secondo da sinistra con un piviale adorno di santi accanto a San Giovenale. Essa è la "testimonianza di una devozione condivisa, diffusa e radicata" a San Sabino e a San Giovenale.

L'artista Boccati realizzò la predella ai piedi della la Madonna con quattro scene di episodi prodigiosi della vita di San Savino, attingendo dalla letteratura dei Dialoghi di San Gregorio Magno, eletto Papa nel 590 e deceduto nel 604. E' il pontefice contemporaneo di San Sabino, vissuto nel VI secolo nell'epoca delle invasioni barbariche.
Il dipinto della Madonna in trono è collegato alla Cappella di San Savino, al Duomo di Orvieto e al quartiere dell'Olmo a San Savino e ci pone l'interrogativo di come sia finito ad Orvieto e nell'Umbria religiosa il culto e la figura del Vescovo Santo Canosino.

La risposta la ritroviamo nella preziosa scheda tecnica inviata dal Museo in cui si attesta la figura di "Sabino, o Savino, di Canosa", e l'esistenza di un "Oratorio intitolato al Santo apulo, poco distante da San Giovenale e in quel quartiere dell'Olmo a San Savino", dove erano emerse tendenze eresiache.
"Forse a motivo del suo attivo ruolo nella lotta all'eresia monofisita[2], San Sabino fu probabilmente scelto come patrono d'elezione e simbolo della difesa della vera fede da una comunità minacciata al suo interno dal fermento patarinico diffusosi nella città". " La vivacità di questo culto, legato peraltro all'ambito benedettino al quale almeno dalla metà del XIII secolo va riferita la comunità guglielmitica di Orvieto…".
La Cappella di S. Savino, oggi in fase di restauro con nuove e rilevanti scoperte, è ancora esistente nell'antica Chiesa di San Giovenale.

Le radici della venerazione a San Sabino rimandano quindi al ruolo di uomo di Dottrina che il Vescovo Sabino svolse nel Concilio di Costantinopoli (536) e nel centro monastico benedettino che, come in altre parti d'Italia, ha veicolato il culto del Vescovo canosino grande amico e confidente dell'abate Benedetto di Cassino. Il riferimento è all'antica abbazia benedettina dei Ss. Severo e Martirio a sud di Orvieto, edificata nell'VIII° secolo e sede dell'Ordine benedettino dal 1100 al 1220

[1] SAVINUS corrisponde al monogramma del Vescovo, suggellato in numerosi pedali in terracotta: Archiepiscopus SAVINVS. Peraltro anche nell'800 la Cattedrale canosina viene riportata nell'Anagrafe dei Comune come Parrocchia San Savino. I nostri antenati riportavano il nome di Battesimo Savino, presente in dialetto come Savòine, Savenille, Savenèlla.

[2] Il Vescovo Sabino partecipò al Concilio di Costantinopoli nel 536 come delegato del Pontefice per contrastare l'eresia monofisita, che riconosceva in Gesù solo una (monos) natura (physis), quella divina, non riconoscendo anche la natura umana. Il Vescovo Sabino, uomo di dottrina, sottoscrisse gli atti del Concilio come primo dei Vescovi occidentali, come ci riferisce padre Gerardo Cioffari, Storico della Basilica di San Nicola di Bari.


Ricerche storiche a cura del maestro Peppino Di Nunno
Il Dies Natalis di San Sabino
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