Stilus Magistri

Peppino Di Nunno, l'nno Galileiano e l'invenzione del cannocchiale: le epigrafi

L`attenzione di Galileo, per il quale un primo drizzare del telescopio al cielo

Alleghiamo il lavoro di traduzione dell'epigrafe tradotta dal latino antico , riportata sullle tavole del testo descrittivo del cannocchiale di Galileo Galilei.

L`attenzione di Galileo, per il quale un primo drizzare del telescopio al cielo fu fecondo di tante e così meravigliose scoperte, dovette certamente essere subito rivolta anche all`astro maggiore; e chi sia un poco addentro nella maniera
d`indagine scientifica tutta propria del divino Filosofo, si persuaderà di leggieri e, quasi diremmo, a priori, che le macchie del Sole non potevano, fin da principio, sfuggire all`occhio acutissimo di lui. Afferma invero il più antico fra i suoi biografi, ch`egli "dimorando pure nell`istessa città di Padova, e proseguendo col suo telescopio l`osservazioni del cielo, vedde nella faccia del Sole alcune delle macchie; ma per ancora non volle publicare quest`altra novità, che poteva tanto più concitargli l`odio di molti ostinati Peripatetici (conferendola solo ad alcuno de` suoi amici di Padova e di Venezia), per prima assicurarsene con replicate osservazioni, e per poter intanto formar concetto della loro essenza e con qualche probabilità almeno pronunciarne la sua opinione"1 .
Il Viviani ci conservò anche i nomi degli amici ai quali Galileo fece tale comunicazione; ed è fra essi il P. Fulgenzio Micanzio, il quale molti anni più tardi spontaneamente lo attestava a Galileo, scrivendo averne memoria "fresca come se fosse ieri ". Che se in qualche minuto particolare vi ha motivo a dubitare che i termini nei quali si esprime il Micanzio non corrispondano all`esatta verità, questo dubbio non può in alcun modo infirmare la essenza del fatto, cioè dell`essere stato il Nostro "il primo scopritore ed osservatore delle macchie solari, sì come di tutte l`altre novità.......per approfondimenti: http://moro.imss.fi.it:8080/struts-aig/directArc.do?key=TXT

A cura del mestro Peppino Di Nunno


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