Stilus Magistri

Le Calende di Agosto di S. Sabino

La Nuova Cattedrale dedicata a Santa Maria


La traslazione del Corpo di S. Sabino avviene intorno all'anno 800, dal 29 Giugno alle Calende di Agosto, che corrispondono al I° Agosto, giorno della Festa patronale canosina d'estate.
  • Le fonti storiche
Lo storico che scrive nel 700 è Angelo Andrea Tortora, Prevosto della Chiesa Canosina nell'opera RELATIO ECCLESIÆ CANUSINÆ seu HISTORIA del MDCCLVIII, opera scientifica con metodo storiografico, che cita e raccoglie altre fonti storiche ed in particolare la fonte dello Storico Anonimo del IX secolo, del tempo della traslazione.
Il Prevosto Tortora descrive l'evento solenne della traslazione nel Cap. VI, paragrafo § I, Translatio Corporis S. Sabini a vetere Cathedrali ad aliam Ecclesiam illi subrogatam ("Traslazione del Corpo di S. Sabino dalla vecchia Cattedrale ad un'altra Chiesa a lui rinominata").
  • L'opera della traslazione curata dal Vescovo Pietro
La traslazione avviene a cura dell'Arcivescovo Pietro del tempo e muove dalla vecchia Cattedrale di S. Pietro, ormai degradata (collapsam), verso la Cattedrale distante mille passi[i] (ad Cathedralem mille passibus distantem).
Eapropter Episcopus Petrus aliam eidem substituere cogitavit ("Perciò il Vescovo Pietro pensò di sostituire la stessa Chiesa con un'altra").
  • La nuova Chiesa sede vescovile, dedicata alla Beata Vergine Maria
Hæc fuit Ecclesia Beatissimæ Virgini Mariæ dicata, ab alia, lapide uno, distans, utpote incolis magis commoda, quippe quae in ea parte Civitatis, quae amplius habitabatur, extructa ("Questa fu la Chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria, distante un miglio dall'altra, in quanto più comoda per gli abitanti, dal fatto che costruita nella parte della Città maggiormente abitata")
Lo stesso Anonimo, storico del IX secolo, riporta la traslazione curata del predetto Vescovo Pietro (Praefatus Venerabilis Vir) ad Sedem Pontificalem Canusinæ Urbis Christi Famuli Corpus introducere studuit ("decise di trasferire il Corpo del Servo di Cristo presso la Sede Vescovile della Città di Canosa") .
Il Tortora aggiunge: Itaque corpore s. Sabini an. 800, in hanc novam Cathedralem Ecclesiam, translato, ….
Emerge quindi che l'Attuale Cattedrale S. Sabino all'epoca della traslazione era la Sede Vescovile (Sedem Pontificalem) della Città di Canosa (Canusinae Urbis), dedicata secondo il Tortora alla Beata Vergine Maria.
  • Calende di Agosto: l'inumazione di S. Sabino sotto l'Altare dei Santi Martiri Giovanni e Paolo
La traslazione del Corpo di S. Sabino non fa riferimenti ad una Chiesa intitolata ai Santi Martiri Giovanni e Paolo, ma riporta, anche nelle fonti dell'Anonimo (pergit Anonym.), di una sepoltura (humatum) avvenuta con grande letizia, in una cripta scavata sotto l'altare dei Santi Martiri Giovanni e Paolo nel giorno delle Calende di Agosto: Virum Dominum Sabinum, cum magna lætitia in camera subtus Altare Beatissimorum Martyrum Joannis et Pauli, die Kalendarum Augustarum collocavit, intus in arca…".
Non viene mai menzionata l'intitolazione della Novam Ecclesiam ai Santi Martiri, ma le fonti riportano di un Altare devozionale dei Santi Martiri Giovanni e Paolo, "nondum mancipato" , non ancora completato fino al 1° Agosto: era consuetudine scavare una fossa (fovea) per collocare le reliquie dei Santi sotto un altare.
Alcuni (nonnulli), riporta il Tortora, hanno dedotto che questa nuova Cattedrale fu consacrata ai Santi Martiri Giovanni e Paolo, "ma in verità l'Anonimo non dice che la Chiesa, ma che l'Altare era dedicato a quei Santi e che era stato costruito nella Confessione della stessa Cattedrale, sotto il Presbiterio" ( Verum Anonymus non dicit, quod Ecclesia, sed quod Altare illis Sanctis erat dicatum, quod in confessione ejusdem Cathedralis subter Presbyterium constructum erat).
  • L'attuale Cattedrale edificata da S. Sabino
Così riporta il Tortora: Porro praesens Cathedralis, in qua saepissime memoratum S. Sabini Corpus tunc collocatum fuit,et nunc maxima religione adservatur, est una ex illis Ecclesiis, ab ipso Sabino, dum in humanis ageret, a fundamentis excitatis ( "Inoltre l'attuale Cattedrale, in cui il corpo di S. Sabino, degno di perenne memoria, fu allora collocato ed ora custodito con grandissima devozione, è una di quelle Chiese costruita dalle fondamenta dallo stesso Sabino, mentre era in vita").
  • La Cattedrale della Beata Vergine Maria
Il Tortora riconduce l'intitolazione della Chiesa della Beata Vergine Maria, di cui parla l'Anonimo (iuxta) presso il Battistero di San Giovanni e conclude: "perciò appare molto chiaramente che l'attuale Cattedrale è quella stessa Chiesa, che, costruita da S. Sabino, fu dedicata alla Santissima Vergine Maria" (Unde, nitidissime patet, quod nostra praesens Cathedralis illa eadem est Ecclesia, quae a S. Sabino, extructa, Beatissimae Virgini Mariae nuncupata fuit).
  • L'icona della Madonna della Fonte
Il Tortora adduce di seguito il riscontro della presenza dell'icona della Madonna della Fonte (Sanctissimae Virginis A FONTE) , antiquissima Imago, in tabula expressa, etsi vetustate Cariosa, integra tamen quoad vultus SS. Matris, et Filii ambitum, quam proinde magna veneratione, prosequuntur Canusini ("antichissima icona, dipinta su tavola, anche se corrosa dall'antichità, tuttavia integra per quel che riguarda il volto della SS. Madre e l'abbraccio del Figlio. La stessa dunque i Canosini venerano con grande devozione").
Ogni anno nel mese di Aprile si svolgeva una solenne festività a Maria SS. della Fonte con processione, a spese della Cittadinanza, (quotannis mense Aprili Solemnissimam festivitatem, Civitatis sumptibus, ….Sanctissimae Virginis A FONTE nomen habentis Imaginem deferunt, et circumgestant).
Il Tortora riconduce la denominazione di Maria Santissima della Fonte, alla presenza del magnificum fontem dell'acquedotto romano di Erode Attico del II° Sec., nelle cui adiacenze sorgerà la Chiesa del VI secolo.
Nella linea del tempo risulta molto distante l'icona della Madonna della Fonte (Madre della Tenerezza), se attribuita al XII secolo, mentre il Tortora l'accosta nello spazio e nel tempo al magnificum fontem dell'acquedotto romano.
Viene poi da considerare che il Vescovo Sabino, di ritorno da Costantinopoli, avrebbe portato con sé non solo i grafici della cupole bizantine, ma soprattutto il culto bizantino della Θεοτόκος (Teotòkos, Madre di Dio), e quindi un'icona della Madre della Tenerezza, che avrebbe costituito la stessa dedicazione e intitolazione della Novam Cathedralem, da Lui edificata, e dedicata a Santa Maria (nuncuputata fuit), come sostiene la tesi dello stesso Prevosto Tortora, dotto storico.
Ho avuto modo personalmente di vedere l'antica Icona di Maria SS. della Fonte, spoglia dei fregi argentei, distesa nella Cappella di San Sabino, nell'ottobre del 1983, in procinto di partire verso Firenze per il restauro, promosso dal sapiente Vescovo mons. Giuseppe Lanave. La fecero incresciosamente ritornare per il restauro fatto in Episcopio, con il rincrescimento di mons. Lanave di cui ricordo il pensiero: "A Firenze avrebbero fatto un'analisi stratigrafica, per ricercare le radici dell'icona", che forse fu rimaneggiata nei secoli successivi. Avremmo così scoperto la datazione originaria della tavola artistica della nostra Patrona.
Ma la ricerca stratigrafica non è stata fatta nel tempo negli intonaci della Cattedrale, sciupando risorse, nonostante la lettura del Tortora attesta che l'attuale Cattedrale dedicata a San Sabino (illi subrogatam), fu costruita dalla Stesso Sabino, mentre era ancora in vita, nel VI secolo.
Oggi la rimozione degli intonaci ha portato alla scoperta della cupola cristocentrica con il sigillo del bollo sabiniano del Vescovo (EPISCOPVS SAVINVS) .
Dunque la tesi del Tortora viene confermata dopo secoli nella edificazione della Chiesa da parte del Vescovo Sabino, con il prosieguo degli altri Vescovi successori fino al IX sec..
Ma per l'intitolazione della Chiesa alla Beata Vergine Maria, potremmo obiettare che il Tortora non avrebbe visto e conosciuto i ruderi della Chiesa detta di Santa Maria, scoperta presso il Battistero, ad un livello inferiore di tre metri, risalente al IV secolo. Avrebbe così interpretato quel "iuxta" (vicino a) con la vicinanza della Chiesa edificata da San Sabino, distante duecento passi.
Il Tortora identifica la Chiesa di Santa Maria , citata dall'Anonimo, nell'attuale Cattedrale, Nova Cathedralis, intermedia enim jacet inter duo memorata Templa (è situata intermedia fra i due templi) del SS. Salvatore e di S. Giovanni Battista, ormai dirutum (crollato).
Si potrebbe avanzare anche l'ipotesi che il Vescovo Sabino abbia dedicato la Chiesa, custode poi della traslazione, alla Vergine Maria, anche in continuità della Chiesa di Santa Maria del IV secolo, ormai in degrado nel VI secolo. Peraltro la citazione dell'Anonimo sui tre templi (Battistero San Giovanni, Chiesa di Santa Maria e chiesa di S. Salvatore, sembra che parli di tre edifici coevi, senza specificazione di un Tempio di Santa Maria precedente di due secoli.
Resta la tesi del Tortora e gli elementi storici del culto a Santa Maria importato dall'Oriente, insieme anche all'icona di Maria SS. della Fonte, e forse anche del sigillo costantiniano, del monogramma di Cristo (Chi, Ro).
Oggi dopo aver trascurato le fonti archivistiche degli Affreschi del Duomo di San Sabino nell'Archivio di Stato di Roma, occorre continuare a scavare, a scavare con radiografia tecnologica, non solo sotto l'altare della Cripta verso la Tomba del Santo (Subtus Altare), ma soprattutto a scavare negli intonaci, che potranno svelare la storia, le radici di una Chiesa unica, che sta ancora in piedi ed è vivente dal VI secolo, quale monumento giustinianeo.
Non chiediamoci se l'autore di questa lettura sistematica e traduzione personale della "translatio corporis " scritta dal Tortora, sia un Cattedratico o un Presidente di …; rileggiamo insieme la lettura suddetta, le fonti del Tortora e le ragioni attendibili, alla luce delle nuove conoscenze storiche: in questo pellegrinaggio di storia, si continua a scavare nel passato, mentre la Fede illumina il presente e dà origine al futuro.
  • S. Sabino Profeta potente nell'opera e nella parola (Lc. 24,19)
Ricorrono le Calende di Agosto del 2013, Anno della Fede, nel Magistero dell'Enciclica Lumen Fidei. L'Anonimo scrive che il Vescovo Santo "ad verum fidei lumen perduxerit". La luce risplende anche nella santità del Vescovo Sabino, già dalla sua giovane età (Sancti Juvenis) in due verbi (eluceo ed effulgeo) che rileggiamo nell'opera del Tortora e che racchiudono la Sua figura: "non in verbis solum eluxit, sed multo magis in operibus effulsit", non risplendette solo in parole, ma effulse molto di più nelle opere. Così al punto che a Lui si addice l'elogio nell'accostamento all'esempio di santità di Gesù, Vir propheta potens in opere et sermone (Luca, cap. 24, v.19): Profeta potente nell'opera e nella parola.

maestro Peppino Di Nunno

[1] Un passus, unità di misura romana, equivale a cinque piedi, cioè a 148 cm. (un pes =29 cm.). Mille passi, vale a dire
un miglio, equivalgono a Km. 1,48, che corrispondono alla distanza della Cattedrale S. Sabino dalla via della
Murgetta presso Colle San Pietro.
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