Stilus Magistri

La “Mangiatoia” di Greccio.

A lezione di Natale tra i Liceali

Dopo il percorso formativo con i bambini di sei anni della Classe 1^C della Scuola Primaria De Muro Lomanto, dove Giuliana con i suoi occhi luminosi ha riscoperto Papa Francesco, vestito di bianco, abbiamo 'bussato alla porta' di tre classi del Liceo Statale Enrico Fermi di Canosa, con l'accoglienza della Dirigente, Prof.ssa Nunzia Silvestri, e dei Docenti, con cui abbiamo sviluppato il tema del Natale nelle sue radici laiche storiche, artistiche, di cultura popolare, nella sua pedagogica religiosità cosmica, dal nostro territorio, a Betlemme, a Greccio.
Nella classe 3^ G del Classico, con la condivisione del Prof. Gianluigi Panella e della Prof.ssa Giulia Giorgio sfogliamo la radice linguistica latina della "mangiatoia" presepistica. I ragazzi tramite Paola ricercano sulla lavagna digitale, ritrovando nel Dizionario Treccani la radice latina di "praesepium", che significa leteralmente "greppia, mangiatoia".
Rileggiamo la Vulgata di Luca in Latino, al cap. 2, v. 7: "et eum reclinavit in praesepio" (e lo depose in una mangiatoia).
Come maestro rievoco il vissuto di sessanta anni fa con la paglia nella mangiatoia della stalla, presente presso ogni casa nella civiltà contadina; "ma a Canosa eravamo anche figli di pastori, come attesta il quartiere popolare "du Crapellòtte", dove erano insediati allevamenti di capre e pecore.
Una ragazza, Elena, discendente di allevatori di capre e pastori nel rione agreste di Costantinopoli, evoca il ricordo della paglia, offerta a Scuola nei presepi e riporta spontanemante il proverbio dialettale canosino: "o Crapellòtte, s'naghiène a pàsse e s'ascénne a tròtte". I compagni di classe sorridono e ne chiedono il significato che la stessa Elena riporta: "Al Crapellotto, si sale al passo e si scende al trotto", a motivo della ripidità di una via un tempo acciottolata, di cui chiediamo il nome nella toponomsatica storica. Si tratta di Via Anfiteatro che portava al sito archeologico dell'Anfiteatro romano nella Canusium imperiale.
Precisando la radice ed il signifvcato di "laico", dal greco laòs, popolo, legittimiamo la presenza del Natale e del Prsepe a Scuola, nell'arte presepistica, nella "mangiatoia di Greccio" di Francesco d'Assisi, nella natività di Gesù che data la civiltà occidentale ante e post Christum natum, nell'Anno Domini, nell'A. D. dell'anno che viviamo 2015. Offriamo agli studenti la copia dell'elaborato di Scuola Elementare del 2008, "Natale tra i banchi di Scuola", apprezzato anche dalla CEI e da Direttori del MIUR.
Offrendo un classico messaggio musicale con l'armonica a bocca, mentre Maria regge in mano il Bambinello, porgiamo gli auguri e salutiamo la Classe.
Nel giorno successivo con la condivisione degli studenti e del prof. Michele Allegro, Docente di Religione, veniamo accolti dagli studenti della Classe 5^ A, dove molti ex alunni di dieci anni fa, compiono i diciotto anni. Infatti i compagni stanno porgendo gli auguri alla giovane Aurora che abbraccio evocando il Presepe fatto a Scuola, "la mangiatoia di Greccio", mentre lei stessa bambina con i genitori si recò a Greccio a visitare il Presepe viente di Greccio, dove nacque il Presepe francescano, di cui è stata riprodotta una copia dipinta a Scuola.
Cosegniamo agli studenti, che approdano alla maturità, una pagina del componimento del 2005, "la mangiatoia di Greccio", che riporta lo studio di alcuni bambini, come Emanuella, che ora sono presenti proprio in questa classe di 5^ A.
Incontriamo infine la Classe 3^ D con la presenza della Prof.ssa d'Inglese, Rosanna Di Nunno e con la presenza di alcuni ex alunni, dove ci ha portato la "continuità didattica", principio formativo della Scuola italiana.
Riportiamo l'Anno Domini, scritto come A. D. sull'architrave di alcuni palazzi gentilizi di Canosa e riscoprendolo in maniera laica e letteraria nel documento dell'onorificenza dell'Università di Oxford al Presidente della Repubblica Italiana, Dott. Giorgio Napolutano, nel 2011.
I docenti di Oxford scrivono A. S. MMXI, Anno Salutis, Anno dela Salvezza.
Rossella viene designata dalla classe a scrivere sulla lavagna il testo in Inglese, come scritto ad Oxford: "the year of Salvation".
Con le note musicali porgiamo gli auguri dell'invito a gioire nel cuore, a "jubilare", perché è Natale!
Lo abbiamo studiato in Italiano, in Dialetto canosino nelle tradizioni popolari, in Latino, in Inglese, nella Betlemme di intercultura che parla all'umanità.
Buon Natale!
A. D. 2015
maestro Peppino Di Nunno


La "mangiatoia" di Greccio
Era l'autunno del 1223 tra i monti dell'Appennino,
un anno lontano di otto secoli, ma a noi molto vicino,
quando Francesco, il poverello di Assisi, l'umile frate
che ha scritto il Cantico a Dio, cantamdo "Laudate",
ritornava da Roma, dal Papa con la Sua benedizione (1)
che alla Regola Francescana dava approvazione.
Nell'udienza pontificia il frate poverello di Cristo
chiese di evocare ciò che a Betlemme aveva visto.

Nell'eremo di Greccio si fermò il suo viaggio
per lasciare al mondo un fraterno messaggio.
Con i suoi frati così apprezzò Greccio:
"Non esiste una grande città
dove si sono convertiti al Signore
tante quante ne ha un paese così piccolo".
Tra cielo e terra si fermarono i suoi passi,
un pensiero si accese fra le rocce e i sassi
di rappresentare a Natale la Nascita del Redentore
celebrando nella notte santa il mistero del Signore.

Chiamò messer Giovanni Velita, di Greccio castellano
e gli chiese per la notte di Natale di dargli una mano:
"Voglio celebrare teco la notte di Natale. Scegli una grotta dove farai di riprodurre,
per quanto è possibile, la grotta con il Bambino nato a Betlemme!
Questo è il mio desiderio, perché voglio vedere con gli occhi del corpo i disagi
in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato,
come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". (2)

In quindici giorni si prodigò il cavalier Velita
e con la gente a questo progetto diede vita,
anche donna Alticàma, sua nobile sposa
con le sue mani e la sua fede operosa
costruì l'immagine del Bambino Gesù,
la prima statuetta del Presepe che fu.
Nobili, araldi, pastori e frati
nel presepe vivente convocati.

Sulla nuda roccia, in una delle grotte
fu fatta una mangiatoia per quella notte.
In una chiesa di grotta,era la notte di Natale,
sulla nuda roccia, nella fede immortale,
fu costruita di paglia una mangiatoia,
evangelica, povera e piena di gioia.
Lì fu deposto il Bambinello
con il bue e l'asinello,
con Francesco poverello.
Così è scritto in verità: "Lo avvolse in fasce
e lo depose in una mangiatoia" e così nasce. (3)

Quella mangiatoia diventò sacro altare
memoria di Natale e pietra miliare.
Fra le mani di Francesco, che pregava e cantava,
"il Fanciullo di Betlemme" di prodigio si animava,
come attestano anche i presenti
che videro una luce per tutte le genti.

Gloria, Gloria , Gloria in excelsis Deo…
Anche a Greccio c'erano gli angeli di un paese etereo!
E se a Betlemme venne alla luce il mistero dell'Incarnazione,
a Greccio, Francesco diede inizio alla mistica rievocazione.
Da quella notte santa di Greccio, da quell'evento
nacque l'arte del Presepio che suggellò il momento.
Giotto nella Basilica di Assisi dipinse un affresco
che ritrae il divino infante con san Francesco,
mentre in grotta, sull'altare del beato Francesco
il maestro di Narni nel 1409 dipinse un affresco.
La natività di Betlemme dipinse nell'arco destro,
a sinistra il Natale di Greccio dipinse con estro,
in ginocchio Francesco, Alticàma sposa al Velita
con i frati e la gente buona nell'animo convertita.
Così ogni anno Greccio rievoca il Presepe vivente,
che dà pace agli uomini nel cuore e nella mente.

In questa grotta di francescana memoria
nacque il primo presepe vivente della storia
e il nome "presepio" fu proprio "mangiatoia" (4)
a rappresentare il Natale e la sua gioia.
"Chi l'avrebbe mai detto!", dice una bambina,
a scuola, nella lezione di una bella mattina.
Una mangiatoia che evoca povertà e regalità,
evangelica culla di paglia per la divinità.

E già un'altra bambina col nome dell'Annunciazione,
"maestro, che significa Presepio?"- mi fa interrogazione..
"Sfogliate il dizionario" – è stato il mio invito-
e i bambini sapienti a leggere col piccolo dito.
In una edizione la parola "Presepio"non era più citata,
ma in ogni calendario è scritta sempre la sua data,
perché è scritto 2005 A. D. Anno del Signore,
contando gli anni dalla nascita del Signore.

In molte case quand'ero bambino
al tempo di mio padre contadino,
c'era una stalla e una mangiatoia di fieno
che svegliava al lavoro tra pioggia o sereno.
Anche tu nella tua casa oggi a Natale
rappresenta e vivi il segno che più vale.
Prendi un po' di paglia e fai una mangiatoia,
distendi un fazzoletto bianco con la tua gioia,
avvolgi il Bambinello e fai un presepe
segno di storia, di arte e di fede.

"Chi ha detto che il presepio è storia?"
ha chiesto Emanuella alla mia memoria.
Lo storico del tempo Tommaso da Celano
ha scritto su Francesco con la sua mano,
mentre Luca, cronista della Natività
ha scritto il Vangelo della Maternità,
così Betlemme, non è una favola,
ma storia da leggere su ogni tavola,
in ogni casa, in ogni cuore,
Natale è festa e mai muore.
Buon Natale ad ogni bambino,
Buon Natale a chi è lontano e vicino,
gli uomini e gli angeli cantano a Gesù Bambino,

Buon Natale! È un augurio umano e divino.

(1) Pontefice Onorio III
(2) Biografo Tommaso da Celano – Vita Prima di S. Francesco D'Assisi, cap. XXX, 468.
(3) Luca, cap. 2, v. 7.
(4) Evangelium Secundum Lucam – Vulgata: "et pannis eum involvit et reclinavit eum in praesepio".
Buon Natale! A. D. 2005 (Progetto-Presepe della Scuola Elementare "Enzo de Muro Lomanto" di Canosa di Puglia – Classi 3^ e 3^ D)
Scuola Elementare "Enzo De Muro Lomanto" maestro Giuseppe Di Nunno da Canosa di Puglia
Liceali "E. Fermi" di Canosa
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