
Stilus Magistri
Il Terrizuolo da Conegliano Veneto a Canosa di Puglia
A dieci anni dalle prime ricerche storiche su un vitigno ed un vino bianco di un tempo
giovedì 8 maggio 2025
10.40
Correva l'anno 2015, quando, di mattina presso la ringhiera della Villa Comunale di Canosa di Puglia, mi fu posto un quesito dall'amico costruttore Francesco Facciolongo, avviando una complessa ricerca su un vitigno ed un vino bianco di un tempo, denominato in dialetto canosino "Trezzùle". La ricerca ha richiesto "nu mangiarìdde de chèpe", ma alla fine i risultati sono stati pubblicati nel saggio "Sulle vie dei ciottoli del dialetto Canosino", gustati dal vino, "Terrizuolo" ,prodotto dall'amico imprenditore alla fine della stampa del libro. Si tratta di uno squisito vino bianco "scomparso", che abbiamo riscoperto negli Annali di Viticoltura ed Enologia Italiana dell'ingegnere Giovanni Battista Cerletti (Chiavenna, 19 maggio 1846 – Chiavenna, 12 settembre 1906), ingegnere ed enologo italiano, illustre studioso e primo fondatore della Scuola di Viticoltura ed Enologia a Conegliano, in provincia di Treviso. In questi giorni mentre l'Enologia italiana è stata in vetrina al Vinitaly di Verona , riteniamo di rileggere le radici storiche edite da Milano il 1873 al capitolo di "Viticoltura ed Enologia Pugliese in particolare del Circondario di Canosa". L'illustre studioso visitando e studiando i nostri campi, descrive, documenta e annota la nostra viticoltura nel 1872 dopo l'Unità d'Italia, facendoci scoprire questa ricchezza, cui fa riscontro il centinaio di cantine vinicole tufacee sotterranee, esistenti a Canosa, da me esplorate nel biennio 1984-85.
Canosa di Puglia "Sulle pendici di queste amene colline che in gran parte circondano questa località, la vite si estende da ogni lato, ... tra fila di oliveti, fichi, mandorli... ed anche degli sconosciuti gelsi" ...e "Le vigne hanno l'apparenza di un prato, ove sono vi ancora le piante piccole; quivi concorrono per farci ravvisare il tempo di Bacco". Lo studioso, nel rilevare i dati statistici incontrò una certa "indolenza" da parte della popolazione a "ponderare con giustezza le ricchezze del paese" nel timore dei coltivatori di "aggravare i contribuenti di nuove tasse". Nella sua professione il Cerletti auspicava di avere "l'incarico dal Regio Ministero, di fare gli studi ampelografici di questo Circondario, nonché gli studi enochimici sui variati vini ancora sconosciuti di questa ricca provincia pugliese" come ebbe l'onore di studiare quelli delle Romagne.
"Vino da pasto annualmente in questa provincia, se ne produce più di un milione di ettolitri, mentre non si fabbrica dei fini vini di lusso...". "Diciamolo francamente, quanti di questi vini corrono in commercio sotto l'etichetta di vino ..... benchè essi possono essere se non superiori, eguali, all'infuori del mendace nome".
"Sia nelle vigne di collina, che in quelle degli altipiani e piani - da Canosa Barletta – si coltivano i seguenti vitigni".
Fra le specie nere:
1. Aleatico o moscato nero, profumato. 2. Il Primitivo, 3. Sagarese. 4. Malvasia nera. 5. Lacryma Cristi. 6. Il Paesano. 7. Uva di Troia, la più coltivata. 8. La Sagra. 9. Uva bianca carnosa. 10. Somariello nero. 11. Barba rossa. 12. Somariello rosso. 13. Il Picco del Nebbio. 14. L'olivella. 15. Prunesta. 16. Uva di tre volte. Si riscopre il "Nero di Troia" di Canosa, detto in dialetto "le mìre négre"..
Fra le specie bianche:
1. La Bionda. 2. Cola Camparo. 3. Il Greco, eccellente qualità. 4. L'Abruzzese. 5. Il Mariniello. 6. Bianco d'Assano. 7. Malvasia di Canna. 8. Il Terrizuolo. 9. L'Asprino. 10. Moscatello. 11. Menna Vacca. 12. Turresca. 13. Sanecinello. 14. L'Ubbriachello. 15. Il Verdone. 16. La Palumba.
"L'uva di Troja è coltivata generalmente nella proporzione del 70 e 80 per cento, perché più produttiva delle altre, resiste maggiromente alle intemperie e dà un vino austero e di forza, con alcoolicità del 14 per cento circa".
Tra le uve bianche si fanno "degli eccellenti vini di lusso, quali il Moscato, la Malvasia ed il Greco di grande squisitezza".
Il Cerletti studiò il suolo dei vigneti e dei nostri campi formato "da strati di sabbia silicea ferruginosa frammista ad argilla... osservando il sottosuolo argilloso, ferruginoso, sassoso o cretaceo... disseminato di banchi di tufo o di pietra calcarea".
Il Cerletti ai metodi di piantare dei nonni e bisnonni, suggerisce che ci siano "fondatori di scuole enologiche" di "Associazioni o Società" ridestando l'iniziativa privata chiedendo al Governo l'appoggio morale: che bella America sarebbe questa... con queste ottime terre con un soccorso laborioso ed intelligente!".
Osservando molti buoi di bellissima razza ed il lavoro dei braccianti, il Cerletti suggerisce ai vigneti l'operazione di scasso generale più profondo, dispendioso ma più proficuo nei risultati della nutrizione della vite.
Nel piantamento della vite pugliese il Cerletti descrive l'uso di "majuoli" (in dialetto canosino magghjéule) , mentre consiglia l'uso delle "barbatelle" per i vigneti di queste amene colline.
I vini di Canosa esposti al Consiglio Provinciale di Bari nel 1873
Dal 20 al 25 Settembre 1873 a Bari nelle sale del Consiglio Provinciale si svolse la prima esposizione delle uve e dei vini delle province pugliesi, promossa dal Comitato Ampelografico del Regno d'Italia. Fra quelle uve in mostra figurava con eccellenza il "vitigno di Troja o di Canosa" con altre uve bianche.
Da quel tempo trascorso, molti progressi sono stati compiuti dai nostri coltivatori e produttori, dai centri di ricerca intelligente, ma queste pagine, ci fanno riscoprire la nostra identità e le nostre risorse, ci ammaestrano, ci motivano, ci suggeriscono per questa arte della vite del vino del nostro territorio.
Alcuni vini raccontano più di venti secoli di storia, come il vino di Troja e il vino Greco approdati dall'Antica Grecia nella Polis canusina e sono ambasciatori in Italia e nel mondo.
Il vino è magia della natura, il vino è cultura da Dioniso e Bacco, alla Bibbia, nella cultura degli Iasraeliti, alla teologia eucaristica di Gesù, alla cultura dell'Antica Roma, al Medioevo, al lavoro dei nostri padri. E quando il lavoro dura da più di duemila anni, non si può cancellare.
Il nostro pittore canosino Lugi Buonvino dipinge il suo nome con i versi biblici: "bonum vinum laetificat cor hominis" ( il buon vino allieta il cuore dell'uomo), tratto dal Salmo 103, v. 15.
Cin, cin! con il buon vino di Canosa di Puglia!
Il sito di Canosaweb ha pubblicato la mia nota nel 2016 e il mio libro del Dialetto del 2015 ha pubblicato una nota. Abbiamo offerto le pagine riscoperte del Cerletti alla Scuola Alberghiera "L. Einaudi", alla Preside Brigida Caporale che ha salvato e piantato il Vitigno del Terrizuolo. Il 9 maggio 2025 lodevole iniziativa del Comune di Canosa con il Sindaco Vito Malcangio, la diligente Consigliera Comunale Antonia Sinesi, l'Assessora alla Cultura Cristina Saccinto e la Giunta Municipale promuove un convegno nella Sala Consiliare con la visita storia di Docenti dell'Istituto Cerletti di Conegliano in un ponte tra Puglia e Veneto sulle vie dei vitigni e dei vini dalle "pendici delle amene colline" di Canosa di Puglia a Conegliano. Siamo di casa a Conegliano negli studi del libro dei Campanili dalla Puglia al Veneto con il Duomo di Conegliano. che sarà offerto all'Istituto Cerletti. Il Terrizuolo, il vino antico del mio nativo suolo! Auguri! Alla vigilia del convegno "Terrizuolo: dal recupero del vitigno storico canosino al riconoscimento come PAT" che si terrà alle ore 17:00 di venerdì 9 maggio presso l'Aula Consiliare di Palazzo di Città di Canosa di Puglia nell'ambito di un protocollo d'intesa siglato tra il Comune di Canosa di Puglia e l' I.I.S.S. "L. Einaudi' .
Maestro Peppino Di Nunno,
...scendendo con mio padre e mio nonno, "abbàsce a la gròtte" fra le botti di vino delle cantine tufacee sotterranee di Canosa.
Canosa di Puglia "Sulle pendici di queste amene colline che in gran parte circondano questa località, la vite si estende da ogni lato, ... tra fila di oliveti, fichi, mandorli... ed anche degli sconosciuti gelsi" ...e "Le vigne hanno l'apparenza di un prato, ove sono vi ancora le piante piccole; quivi concorrono per farci ravvisare il tempo di Bacco". Lo studioso, nel rilevare i dati statistici incontrò una certa "indolenza" da parte della popolazione a "ponderare con giustezza le ricchezze del paese" nel timore dei coltivatori di "aggravare i contribuenti di nuove tasse". Nella sua professione il Cerletti auspicava di avere "l'incarico dal Regio Ministero, di fare gli studi ampelografici di questo Circondario, nonché gli studi enochimici sui variati vini ancora sconosciuti di questa ricca provincia pugliese" come ebbe l'onore di studiare quelli delle Romagne.
"Vino da pasto annualmente in questa provincia, se ne produce più di un milione di ettolitri, mentre non si fabbrica dei fini vini di lusso...". "Diciamolo francamente, quanti di questi vini corrono in commercio sotto l'etichetta di vino ..... benchè essi possono essere se non superiori, eguali, all'infuori del mendace nome".
"Sia nelle vigne di collina, che in quelle degli altipiani e piani - da Canosa Barletta – si coltivano i seguenti vitigni".
Fra le specie nere:
1. Aleatico o moscato nero, profumato. 2. Il Primitivo, 3. Sagarese. 4. Malvasia nera. 5. Lacryma Cristi. 6. Il Paesano. 7. Uva di Troia, la più coltivata. 8. La Sagra. 9. Uva bianca carnosa. 10. Somariello nero. 11. Barba rossa. 12. Somariello rosso. 13. Il Picco del Nebbio. 14. L'olivella. 15. Prunesta. 16. Uva di tre volte. Si riscopre il "Nero di Troia" di Canosa, detto in dialetto "le mìre négre"..
Fra le specie bianche:
1. La Bionda. 2. Cola Camparo. 3. Il Greco, eccellente qualità. 4. L'Abruzzese. 5. Il Mariniello. 6. Bianco d'Assano. 7. Malvasia di Canna. 8. Il Terrizuolo. 9. L'Asprino. 10. Moscatello. 11. Menna Vacca. 12. Turresca. 13. Sanecinello. 14. L'Ubbriachello. 15. Il Verdone. 16. La Palumba.
"L'uva di Troja è coltivata generalmente nella proporzione del 70 e 80 per cento, perché più produttiva delle altre, resiste maggiromente alle intemperie e dà un vino austero e di forza, con alcoolicità del 14 per cento circa".
Tra le uve bianche si fanno "degli eccellenti vini di lusso, quali il Moscato, la Malvasia ed il Greco di grande squisitezza".
Il Cerletti studiò il suolo dei vigneti e dei nostri campi formato "da strati di sabbia silicea ferruginosa frammista ad argilla... osservando il sottosuolo argilloso, ferruginoso, sassoso o cretaceo... disseminato di banchi di tufo o di pietra calcarea".
Il Cerletti ai metodi di piantare dei nonni e bisnonni, suggerisce che ci siano "fondatori di scuole enologiche" di "Associazioni o Società" ridestando l'iniziativa privata chiedendo al Governo l'appoggio morale: che bella America sarebbe questa... con queste ottime terre con un soccorso laborioso ed intelligente!".
Osservando molti buoi di bellissima razza ed il lavoro dei braccianti, il Cerletti suggerisce ai vigneti l'operazione di scasso generale più profondo, dispendioso ma più proficuo nei risultati della nutrizione della vite.
Nel piantamento della vite pugliese il Cerletti descrive l'uso di "majuoli" (in dialetto canosino magghjéule) , mentre consiglia l'uso delle "barbatelle" per i vigneti di queste amene colline.
I vini di Canosa esposti al Consiglio Provinciale di Bari nel 1873
Dal 20 al 25 Settembre 1873 a Bari nelle sale del Consiglio Provinciale si svolse la prima esposizione delle uve e dei vini delle province pugliesi, promossa dal Comitato Ampelografico del Regno d'Italia. Fra quelle uve in mostra figurava con eccellenza il "vitigno di Troja o di Canosa" con altre uve bianche.
Da quel tempo trascorso, molti progressi sono stati compiuti dai nostri coltivatori e produttori, dai centri di ricerca intelligente, ma queste pagine, ci fanno riscoprire la nostra identità e le nostre risorse, ci ammaestrano, ci motivano, ci suggeriscono per questa arte della vite del vino del nostro territorio.
Alcuni vini raccontano più di venti secoli di storia, come il vino di Troja e il vino Greco approdati dall'Antica Grecia nella Polis canusina e sono ambasciatori in Italia e nel mondo.
Il vino è magia della natura, il vino è cultura da Dioniso e Bacco, alla Bibbia, nella cultura degli Iasraeliti, alla teologia eucaristica di Gesù, alla cultura dell'Antica Roma, al Medioevo, al lavoro dei nostri padri. E quando il lavoro dura da più di duemila anni, non si può cancellare.
Il nostro pittore canosino Lugi Buonvino dipinge il suo nome con i versi biblici: "bonum vinum laetificat cor hominis" ( il buon vino allieta il cuore dell'uomo), tratto dal Salmo 103, v. 15.
Cin, cin! con il buon vino di Canosa di Puglia!
Il sito di Canosaweb ha pubblicato la mia nota nel 2016 e il mio libro del Dialetto del 2015 ha pubblicato una nota. Abbiamo offerto le pagine riscoperte del Cerletti alla Scuola Alberghiera "L. Einaudi", alla Preside Brigida Caporale che ha salvato e piantato il Vitigno del Terrizuolo. Il 9 maggio 2025 lodevole iniziativa del Comune di Canosa con il Sindaco Vito Malcangio, la diligente Consigliera Comunale Antonia Sinesi, l'Assessora alla Cultura Cristina Saccinto e la Giunta Municipale promuove un convegno nella Sala Consiliare con la visita storia di Docenti dell'Istituto Cerletti di Conegliano in un ponte tra Puglia e Veneto sulle vie dei vitigni e dei vini dalle "pendici delle amene colline" di Canosa di Puglia a Conegliano. Siamo di casa a Conegliano negli studi del libro dei Campanili dalla Puglia al Veneto con il Duomo di Conegliano. che sarà offerto all'Istituto Cerletti. Il Terrizuolo, il vino antico del mio nativo suolo! Auguri! Alla vigilia del convegno "Terrizuolo: dal recupero del vitigno storico canosino al riconoscimento come PAT" che si terrà alle ore 17:00 di venerdì 9 maggio presso l'Aula Consiliare di Palazzo di Città di Canosa di Puglia nell'ambito di un protocollo d'intesa siglato tra il Comune di Canosa di Puglia e l' I.I.S.S. "L. Einaudi' .
Maestro Peppino Di Nunno,
...scendendo con mio padre e mio nonno, "abbàsce a la gròtte" fra le botti di vino delle cantine tufacee sotterranee di Canosa.