Storia e dintorni
Viaggio nell'ADE. Racconti di Luce sull'Ipogeo del Cerbero
Presentazione del percorso multimediale in realtà spaziale aumentata
mercoledì 19 dicembre 2018
15.30
Grande attesa per il convegno "Viaggio nell'ADE. Racconti di Luce sull'Ipogeo del Cerbero" che avrà luogo presso l'aula magna del Liceo "Enrico Fermi" di Canosa di Puglia(BT) alle ore 17,00 di giovedì 20 dicembre, con la cerimonia di inaugurazione del percorso multimediale in realtà spaziale aumentata. Per i saluti istituzionali annunciate le presenze di :Nunzia Silvestri, Dirigente scolastico Liceo Statale Enrico Fermi di Canosa di Puglia; Roberto Morra, Sindaco del Comune di Canosa di Puglia;Sabino Silvestri, Presidente Fondazione Archeologica Canosina; Giuseppe Lops, Vice Presidente Banca di Credito Cooperativo Canosa e Consigliere FAC; Maria Giulia Picchione, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di BAT e FG e Mariastella Margozzi, Direttrice del Polo Museale della Puglia. Seguiranno gli interventi : Marisa Corrente, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bari; Simonetta Bonomi, già Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di BAT e Foggia ; Donato Maniello, del Studio Glowarp e Valeria Amoretti, Parco Archeologico di Pompei, ideatori del progetto. A seguire visite per gruppi all'Ipogeo del Cerbero. L'evento che gode del Patrocinio del Comune di Canosa di Puglia, MiBAC e Liceo Statale "Enrico Fermi" di Canosa è stato realizzato con il contributo di BCC Canosa - Loconia, Cena in Bianco - Unconventional Dinner, Fondazione Archeologica Canosina Onlus, mentre la realizzazione è a cura dello Studio Glowarp.
Le fonti storiche riportano che la città di Canosa di Puglia, anticamente chiamata Canusium, è uno dei centri più importanti della Daunia antica. In essa sono presenti tombe ipogee, un unicum di straordinaria importanza per genere, dimensioni e tipologia e tra le più interessanti testimonianze funerarie arrivate ai giorni nostri e aventi la caratteristica di scene figurate dipinte o scolpite, ad espressione di una vocazione artigianale radicata nel territorio. Come noto la simbologia di queste scene rappresentava un mezzo comunicativo per definire lo status sociale del defunto e sono caratterizzate da una precisa iconografia e significato. Spesso per via di codici e simboli narrativi dipinti può risultare complesso, per il fruitore non edotto, discernerne il senso o focalizzare l'attenzione su elementi di importanza se ad essere utilizzata è solamente una comunicazione di tipo classico (come didascalie o narrazione verbale). In particolare l'Ipogeo del Cerbero, così definito per via del mitologico cane trifauce che lo contraddistingue, è caratterizzato da un fregio affrescato di rara bellezza presente su uno dei prospetti delle quattro camere sepolcrali e distrutto parzialmente per metà. Esso narra attraverso elementi allusivi, simbolici ed evocativi il trapasso del defunto dalla dimensione terrena a quella della morte. Data la ricchezza di informazioni in esso contenuto e la sua frammentarietà, la tecnologia "liquida" della Spatial Augmented Reality consente un approccio comunicativo più immediato e volto, a differenza di altre tecnologie, ad un'esperienza inclusiva della fruizione di gruppo. La superficie mancante dovuta all'assenza di metà fregio è stata colmata attraverso una struttura rimovibile, ricostruendone così la geometria e restituendo quell'unità materica necessaria affinchè le video proiezioni abbiano luogo su tutta l'area del fregio. Dimensione narrativa della superficie e tecnologia a suo supporto diventano un connubio ideale affinchè la prima sia rivelata da tutto il potenziale comunicativo della seconda. L'augmented heritage è così utilizzata per fare luce sul passato utilizzando modalità note dell'edutainment grazie alle tecnologie digitali e come mezzo di supporto alla comunicazione tradizionale. L'ipotesi di ricostruzione del fregio è partita dalle ricerche condotte da Marisa Corrente, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bari, di recente pubblicate; la creazione dello storytelling a Valeria Amoretti, funzionario antropologo del Parco Archeologico di Pompei, mentre i contenuti multimediali e storyboard affidati a Donato Maniello dello Studio Glowarp. La sperimentazione è stata resa possibile grazie all'assenso della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e di Foggia. Al termine del convegno "Viaggio nell'ADE .Racconti di Luce sull'Ipogeo del Cerbero" seguiranno visite per gruppi all'Ipogeo del Cerbero, una delle spettacolari testimonianze archeologiche risalenti al III secolo a.C.. che a differenza degli altri ipogei scavati nel tufo, questo è stato cavato nello strato di terreno argilloso.
Le fonti storiche riportano che la città di Canosa di Puglia, anticamente chiamata Canusium, è uno dei centri più importanti della Daunia antica. In essa sono presenti tombe ipogee, un unicum di straordinaria importanza per genere, dimensioni e tipologia e tra le più interessanti testimonianze funerarie arrivate ai giorni nostri e aventi la caratteristica di scene figurate dipinte o scolpite, ad espressione di una vocazione artigianale radicata nel territorio. Come noto la simbologia di queste scene rappresentava un mezzo comunicativo per definire lo status sociale del defunto e sono caratterizzate da una precisa iconografia e significato. Spesso per via di codici e simboli narrativi dipinti può risultare complesso, per il fruitore non edotto, discernerne il senso o focalizzare l'attenzione su elementi di importanza se ad essere utilizzata è solamente una comunicazione di tipo classico (come didascalie o narrazione verbale). In particolare l'Ipogeo del Cerbero, così definito per via del mitologico cane trifauce che lo contraddistingue, è caratterizzato da un fregio affrescato di rara bellezza presente su uno dei prospetti delle quattro camere sepolcrali e distrutto parzialmente per metà. Esso narra attraverso elementi allusivi, simbolici ed evocativi il trapasso del defunto dalla dimensione terrena a quella della morte. Data la ricchezza di informazioni in esso contenuto e la sua frammentarietà, la tecnologia "liquida" della Spatial Augmented Reality consente un approccio comunicativo più immediato e volto, a differenza di altre tecnologie, ad un'esperienza inclusiva della fruizione di gruppo. La superficie mancante dovuta all'assenza di metà fregio è stata colmata attraverso una struttura rimovibile, ricostruendone così la geometria e restituendo quell'unità materica necessaria affinchè le video proiezioni abbiano luogo su tutta l'area del fregio. Dimensione narrativa della superficie e tecnologia a suo supporto diventano un connubio ideale affinchè la prima sia rivelata da tutto il potenziale comunicativo della seconda. L'augmented heritage è così utilizzata per fare luce sul passato utilizzando modalità note dell'edutainment grazie alle tecnologie digitali e come mezzo di supporto alla comunicazione tradizionale. L'ipotesi di ricostruzione del fregio è partita dalle ricerche condotte da Marisa Corrente, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bari, di recente pubblicate; la creazione dello storytelling a Valeria Amoretti, funzionario antropologo del Parco Archeologico di Pompei, mentre i contenuti multimediali e storyboard affidati a Donato Maniello dello Studio Glowarp. La sperimentazione è stata resa possibile grazie all'assenso della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e di Foggia. Al termine del convegno "Viaggio nell'ADE .Racconti di Luce sull'Ipogeo del Cerbero" seguiranno visite per gruppi all'Ipogeo del Cerbero, una delle spettacolari testimonianze archeologiche risalenti al III secolo a.C.. che a differenza degli altri ipogei scavati nel tufo, questo è stato cavato nello strato di terreno argilloso.