Teatro Lembo
Teatro Lembo
Vita di città

Lo “stato dell’arte” nel nostro Teatro Lembo.

L’assessore Facciolongo replica alla stampa locale.

L'assessore alla Cultura del Comune di Canosa Sabino Facciolongo, replica agli articoli "Abbandonato il teatro "Lembo" e "Il teatro comunale "Lembo" bomboniera inutilizzata", pubblicati rispettivamente l'8 maggio e il 12 maggio sul quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno". "Altri guai" – dichiara Facciolongo - si levano negli ultimi giorni sui destini del teatro comunale "Raffaele Lembo" ed un dibattito sembra aver pervaso la città sui suoi destini e, soprattutto sul suo utilizzo. Ottimo segno, ci mancherebbe altro! Indicativo dell'affetto che circonda il nostro teatro. Ma, come a volte accade, per troppo affetto si può anche sbagliare, scambiando quelle che sono istanze legittime con vere e proprie inesattezze che, se non rintuzzate prontamente rischiano di divenire diffusa vulgata. Mi pare questo il caso dei due ultimi interventi comparsi su queste pagine a proposito del "Lembo".

"Cominciamo col primo - prosegue Facciolongo -, caratterizzato dal titolone "Abbandonato il teatro Lembo" , che potrà anche attirare l'attenzione del lettore, ma non corrisponde certo al vero". "Per una struttura abbandonata – sottolinea - non ci si danna la vita per ottenerne l'opportuna agibilità per pubblico spettacolo. Un teatro abbandonato non viene rifornito di service all'avanguardia in vista dell'attivazione di laboratori formativi. In una struttura abbandonata non si fa regolare manutenzione, non si accolgono turisti e buyer stranieri, come fatto di recente. Un edificio abbandonato non lo si didascalizza all'esterno, pubblicizzandone i contenuti (come testimonia la recente collocazione dei pannelli della ditta "Mirabilia"). Soprattutto, un teatro abbandonato non ospita quattro spettacoli in un mese, come sta accadendo a maggio, dopo averne ospitati altri sette da gennaio ad oggi, oltre ad un grande incontro con le scuole e alla registrazione di un cd da parte di un'orchestra. Una struttura abbandonata non fa queste cose! Si può discutere se sia poco, tanto o abbastanza ma non del fatto che sia abbandonata! E se si discute del "quanto" sia utilizzata, mi piacerebbe sapere in base a quale criterio se ne definisca la sottoutilizzazione, nell'opinione di chi scrive: forse quella, riportata nell'articolo dei "bisogni culturali della città"? A tale proposito, immagino ci si riferisca alla stagione teatrale organizzata con il Teatro Pubblico Pugliese, saltata quest'anno a causa della tempistica derivante dalle riunioni della Commissione di Pubblico Spettacolo, finalizzate all'ottenimento della sospirata agibilità. Infatti tale stagione, come intuisce chiunque sappia qualcosa di organizzazione teatrale, va programmata per tempo: cosa impossibile quest'anno proprio per i motivi anzidetti. Né ci si può accusare di inerzia, dato che era obiettivo preparato da tempo e che ha necessitato di interventi tecnici di adeguamento della struttura alle prescrizioni indicate, mentre, nel frattempo, per ben tre stagioni, con assunzione diretta di responsabilità da parte del Sindaco (eccezione che evidentemente non poteva diventare regola) vi è stato teatro di prosa sia con compagnie amatoriali che con quelle professionistiche. A proposito di queste ultime, e riallacciandomi a quanto si diceva circa l'inadeguatezza dell'offerta culturale teatrale rispetto alla domanda della città, ricordo a me stesso quanto si sia dovuto faticare, negli ultimi due anni, per poter vendere un numero decente di abbonamenti per la stagione teatrale, ed in alcuni casi persino di biglietti per le singole rappresentazioni. E dire che non si trattava certo di compagnie di secondo piano! Tali dati, se non altro, dovrebbero far riflettere circa le vere dimensioni di questa "domanda culturale" (data anche la varietà dell'offerta teatrale presente nelle due stagioni da noi gestite) e trarne le dovute conclusioni".

"Eh si, perché chi gestisce denaro pubblico e si vede costretto al pagamento al Teatro Pubblico Pugliese di una quota di ripiano (per intenderci: la differenza fra il costo della compagnia e l'incasso della serata); appunto, più elevata del previsto a causa della scarsità dei biglietti venduti, qualche domanda in tal senso deve pur porsela. O porla a chi ritiene di saperne qualcosa in più! Comunque , tralasciando questo aspetto, meritevole forse di ulteriore approfondimento, qualche parola vorrei dirla a proposito del progetto di gestione, gratificato di un bel "campa cavallo", in uno dei due articoli dedicati al teatro. Cominciamo col dire che la frettolosa inaugurazione del teatro, nel novembre 2011, non ha contemplato in passato la ricerca di una soluzione gestionale, e si che ce ne sarebbe stato il tempo, impiegando opportunamente quello del cantiere! Ma al di là di questo, come non ricordare che in assenza di agibilità per pubblico spettacolo, alcuna proposta di gestione era possibile avanzare, che fosse vantaggiosa per l'Ente e per il Teatro stesso? Tanto è vero che, appena ottenuta la sospirata agibilità, ci si è attivati per cercare la soluzione gestionale più idonea al "Lembo". Per cui, "stia sereno" chi si straccia le vesti per il mancato progetto gestionale!".

"Quanto al secondo articolo, solo due parole per correggere un paio di inesattezze. La prima riguardante il costo del nolo del teatro da parte delle compagnie, che non ammonta certo ai 1.952 € (1600€+IVA) citati dall'articolista, ma ai 1.500€ IVA compresa, stabilita dalla precedente Amministrazione comunale, con delibera di Giunta n. 355 del 12/12/2011, mai revocata, e senza alcun limite posto al costo del biglietto di ingresso. Una differenza non da poco per le magre risorse delle compagnie amatoriali; e sicuramente un segno di non conoscenza dei meccanismi amministrativi concernenti il nostro Teatro, e proprio da parte di chi presume di conoscerli bene! Per inciso, tale quota è stata praticamente dimezzata dal recente bando destinato alle compagnie amatoriali locali. L'altra inesattezza a proposito di teatri che, nei paesi limitrofi, verrebbero concessi in uso gratuitamente alle compagnie amatoriali. In realtà, ad oggi non risulta nulla di tutto ciò e tutti i teatri hanno stabilito costi di noleggio non molto inferiori ai nostri. Spero di aver fornito un quadro esauriente dello "stato dell'arte" nel nostro teatro; o almeno sufficiente a far comprendere che l'abbandono lamentato con contorno di sorci danzanti è forse solo nella testa di chi ne ha parlato e che la "bomboniera" ha un aspetto molto più serio di quanto si creda e forse merita di essere trattata con maggiore rispetto ed obiettività",
conclude l'assessore Facciolongo in merito agli articoli della stampa locale di questi giorni.
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