Napoleone
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Tomaselli come Napoleone, si autoproclama da sé

La nota di Antonio Damiano 

La storia narra che il 2 dicembre 1804 mentre il Papa pronunciava il "Ricevi la corona", Napoleone Bonaparte la prese e si incoronò da sé. Con la semplicità di ciò che appare immediatamente evidente e con il gusto del paradosso, si può dire che non sono poche, con le debite proporzioni, le analogie della coronazione con il manifesto pubblico "Fare la politica per Canosa" tramite il quale Giuseppe Tomaselli si autoproclama candidato Sindaco alle prossime elezioni amministrative di maggio/giugno 2022. Il suo manifesto è privo di simboli di aggregazioni politico/partitiche a suo sostegno. Per la verità tre settimane orsono è apparso un articolo sulla "La Terra del sole" di alcune aggregazioni politico/partitiche di carattere civico nel quale dichiaravano di sostenere la candidatura di Giuseppe Tomaselli. È lampante che quelle liste nel manifesto non sono simboleggiate. Le liste che hanno dichiarato di sostenere Tomaselli hanno improvvisamente cambiato idea? Temono di sporcare con la loro visibilità l'Immacolata immagine del candidato? Tornando al vertiginoso precedente paragone, Napoleone intendeva con l'autoincoronazione dimostrare che egli diventava imperatore sulla base dei suoi meriti e per volontà del suo popolo, nessuna mediazione era tollerata. Tomaselli, con le proporzioni che il caso impone, vuole, forse affermare, con quel manifesto, che la sua politica consiste e si fonda nel suo rapporto diretto con il popolo e sulla base dei meriti personali?

Tralasciando la possibile strategia che si potrà comprendere dal programma elettorale, che a dire di Tomaselli, è tuttora in cantiere, la tattica è il populismo, che negli ultimi tempi ha ben funzionato nel nostro Comune, dell'uomo puro e integro capace di affrancarsi dai politicanti di partito e che parla direttamente al popolo. Ciò che questa autoproclamazione tenta di dissimulare è che il candidato sindaco dovrà passare in consiglio e in giunta per tradurre in fatti "la politica per Canosa". Dovrà decidere se fare il dribblatore di veti e condizioni insormontabili o accomodarsi alla men peggio con la compagine che lo sosterrà. Supporre che non farà altro se non il condottiero di un disciplinato esercito che arde dal desiderio di battersi per la gloria ed l'onore del proprio leader, è pia illusione. Il bello, si fa per dire, si vedrà allorché il candidato sindaco dovesse essere eletto. Misureremo quanto materiale indigeribile offerto(imposto) dal ceto politico a suo sostegno, che senz'altro non può dirsi di primo pelo, la città e il candidato sindaco saranno capaci di assimilare. E confrontarne la differenza con la quantità di disinteressato bene realizzato per la nostra comunità.
Antonio Damiano 1960
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