Mulo
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Il mulo si è pentito: collaborerà nell’allevamento dell’Asinara

Clamore tra la gente, cosa succede in città?

Era uno degli "irriducibili" , il solo in grado di arrampicarsi per i difficili sentieri montuosi del fronte italiano, a cui vennero attribuiti successivamente il nome di "mulattiere". Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, come narra la storia, 520.000 muli seguirono i valorosi Alpini ovunque ce ne fosse bisogno, prima sul fronte greco-albanese e successivamente nella immensa steppa dell'Unione Sovietica. Il "mulo di prima classe" era il più robusto e veniva utilizzato per il trasporto di armi e munizioni, in particolare per il trasporto dei pezzi d'artiglieria. Infatti, il mortaio da 120 necessitava di almeno tre alpini per essere trasportato a spalla. Neanche il mulo poté sottrarsi all'impiego in guerra, prezioso com'era per il trasporto dei bagagli in alternativa ai carri. A partire dalla metà del settecento, tutte le armate disposero di muli inquadrati in reparti di truppe speciali; le loro caratteristiche fisiche lo resero indispensabile nella grande guerra sul fronte montano, nel rapporto tre di loro per un cannone: uno per la canna, uno per l'affusto ed uno per le munizioni. Ciascun animale era in grado di portare un peso di 150 chili, sul dorso era fissato anche il recipiente dell'acqua; in questo modo si poterono accorciare i tempi di marcia delle truppe che arrivarono a coprire anche un centinaio di chilometri in tre o quattro giorni. "….Figuriamoci - scriveva Luigi Pirandello - poi se c'è chi pensa che ci siete anche voi bestie, che guardate uomini e cose con codesti occhi silenziosi, e chi sa come li vedete, e che ne pensate….."

Autentico "mezzo da combattimento", il mulo fu fondamentale per trasportare le armi e rifornire i reparti logistici in alta montagna. Definito anche "Un ibrido resistente", nato da una coppia di animali simili e diversi: il padre era un asino e la madre una cavalla, salito alla ribalta delle cronache per la sua forza, resistenza, capacità di adattamento e grande senso dell'equilibrio, tanto da diventare fedele alleato degli Alpini fin dal 1872, anno in cui è stato costituito questo corpo dell'Esercito. Con l'avvento della meccanizzazione, il ruolo del mulo è diventato via via più marginale e nei primi anni 90 erano rimasti solo 700 muli al servizio degli Alpini. Intanto, la conferma dell'inizio della collaborazione viene dagli interlocutori, che da alcune giornate hanno avviato i primi colloqui con l'ormai "ex irriducibile" che dalle prime indiscrezioni collaborerà nell'allevamento dell'Asinara. La collaborazione del "mulo di prima classe" potrebbe far luce su alcuni misteri irrisolti degli ultimi giorni sugli intrecci e inciuci nella campagna della città. "...Cosa succede. Cosa succede in città?. C'è qualche cosa. Qualcosa che non va. Guarda lì, guarda là. Che confusione. Guarda lì, guarda là.." Il mulo, animale conduttore nella campagna, continua a cercare con felice testardaggine una propria strada mentre "il navigatore" circola tra santi, principi e selfisti lungo la via della Transumanza, inserita nel 2019 nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dall'UNESCO che ha riconosciuto il valore religioso, storico-culturale ed economico della migrazione delle greggi.
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