Vinci l’indifferenza, conquista la pace
A Molfetta la 48^ Marcia Nazionale per la Pace
giovedì 31 dicembre 2015
9.31
Grande attesa per la 48^ Marcia Nazionale per la Pace, che si svolgerà quest'oggi, a partire dalle ore 15,00, a Molfetta (BA).In arrivo decine di migliaia di persone da tutta Italia che parteciperanno alla Marcia Nazionale per la Pace, che torna nella città pugliese dopo 23 anni, l'ultima volta risale al 1992, quando era vescovo don Tonino Bello. "Vinci l'indifferenza e conquista la pace" è il tema dell'evento voluto da Papa Francesco per la Giornata del primo gennaio 2016, per "promuovere una cultura di solidarietà e misericordia per vincere l'indifferenza". """La solidarietà come virtù morale e atteggiamento sociale, frutto della conversione personale, esige un impegno da parte di una molteplicità di soggetti, che hanno responsabilità di carattere educativo e formativo. - Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della XLIX Giornata Mondiale della Pace-: """ Il mio primo pensiero va alle famiglie, chiamate ad una missione educativa primaria ed imprescindibile. Esse costituiscono il primo luogo in cui si vivono e si trasmettono i valori dell'amore e della fraternità, della convivenza e della condivisione, dell'attenzione e della cura dell'altro. Esse sono anche l'ambito privilegiato per la trasmissione della fede, cominciando da quei primi semplici gesti di devozione che le madri insegnano ai figli. Per quanto riguarda gli educatori e i formatori che, nella scuola o nei diversi centri di aggregazione infantile e giovanile, hanno l'impegnativo compito di educare i bambini e i giovani, sono chiamati ad essere consapevoli che la loro responsabilità riguarda le dimensioni morale, spirituale e sociale della persona. I valori della libertà, del rispetto reciproco e della solidarietà possono essere trasmessi fin dalla più tenera età. Rivolgendosi ai responsabili delle istituzioni che hanno compiti educativi, Benedetto XVI affermava: «Ogni ambiente educativo possa essere luogo di apertura al trascendente e agli altri; luogo di dialogo, di coesione e di ascolto, in cui il giovane si senta valorizzato nelle proprie potenzialità e ricchezze interiori, e impari ad apprezzare i fratelli. Possa insegnare a gustare la gioia che scaturisce dal vivere giorno per giorno la carità e la compassione verso il prossimo e dal partecipare attivamente alla costruzione di una società più umana e fraterna». Anche gli operatori culturali e dei mezzi di comunicazione sociale hanno responsabilità nel campo dell'educazione e della formazione, specialmente nelle società contemporanee, in cui l'accesso a strumenti di informazione e di comunicazione è sempre più diffuso. E' loro compito innanzitutto porsi al servizio della verità e non di interessi particolari. I mezzi di comunicazione, infatti, «non solo informano, ma anche formano lo spirito dei loro destinatari e quindi possono dare un apporto notevole all'educazione dei giovani. È importante tenere presente che il legame tra educazione e comunicazione è strettissimo: l'educazione avviene, infatti, per mezzo della comunicazione, che influisce, positivamente o negativamente, sulla formazione della persona». Gli operatori culturali e dei media dovrebbero anche vigilare affinché il modo in cui si ottengono e si diffondono le informazioni sia sempre giuridicamente e moralmente lecito.
La pace: frutto di una cultura di solidarietà, misericordia e compassione. Consapevoli della minaccia di una globalizzazione dell'indifferenza, non possiamo non riconoscere che, nello scenario sopra descritto, si inseriscono anche numerose iniziative ed azioni positive che testimoniano la compassione, la misericordia e la solidarietà di cui l'uomo è capace. Vorrei ricordare alcuni esempi di impegno lodevole, che dimostrano come ciascuno possa vincere l'indifferenza quando sceglie di non distogliere lo sguardo dal suo prossimo, e che costituiscono buone pratiche nel cammino verso una società più umana. Ci sono tante organizzazioni non governative e gruppi caritativi, all'interno della Chiesa e fuori di essa, i cui membri, in occasione di epidemie, calamità o conflitti armati, affrontano fatiche e pericoli per curare i feriti e gli ammalati e per seppellire i defunti. Accanto ad essi, vorrei menzionare le persone e le associazioni che portano soccorso ai migranti che attraversano deserti e solcano mari alla ricerca di migliori condizioni di vita. Queste azioni sono opere di misericordia corporale e spirituale, sulle quali saremo giudicati al termine della nostra vita. Il mio pensiero va anche ai giornalisti e fotografi che informano l'opinione pubblica sulle situazioni difficili che interpellano le coscienze, e a coloro che si impegnano per la difesa dei diritti umani, in particolare quelli delle minoranze etniche e religiose, dei popoli indigeni, delle donne e dei bambini, e di tutti coloro che vivono in condizioni di maggiore vulnerabilità. Tra loro ci sono anche tanti sacerdoti e missionari che, come buoni pastori, restano accanto ai loro fedeli e li sostengono nonostante i pericoli e i disagi, in particolare durante i conflitti armati. Quante famiglie, poi, in mezzo a tante difficoltà lavorative e sociali, si impegnano concretamente per educare i loro figli "controcorrente", a prezzo di tanti sacrifici, ai valori della solidarietà, della compassione e della fraternità! Quante famiglie aprono i loro cuori e le loro case a chi è nel bisogno, come ai rifugiati e ai migranti! Voglio ringraziare in modo particolare tutte le persone, le famiglie, le parrocchie, le comunità religiose, i monasteri e i santuari, che hanno risposto prontamente al mio appello ad accogliere una famiglia di rifugiati. Infine, vorrei menzionare i giovani che si uniscono per realizzare progetti di solidarietà, e tutti coloro che aprono le loro mani per aiutare il prossimo bisognoso nelle proprie città, nel proprio Paese o in altre regioni del mondo. Voglio ringraziare e incoraggiare tutti coloro che si impegnano in azioni di questo genere, anche se non vengono pubblicizzate: la loro fame e sete di giustizia sarà saziata, la loro misericordia farà loro trovare misericordia e, in quanto operatori di pace, saranno chiamati figli di Dio (cfr Mt 5,6-9).
La pace nel segno del Giubileo della Misericordia. Nello spirito del Giubileo della Misericordia, ciascuno è chiamato a riconoscere come l'indifferenza si manifesta nella propria vita e ad adottare un impegno concreto per contribuire a migliorare la realtà in cui vive, a partire dalla propria famiglia, dal vicinato o dall'ambiente di lavoro. Anche gli Stati sono chiamati a gesti concreti, ad atti di coraggio nei confronti delle persone più fragili delle loro società, come i prigionieri, i migranti, i disoccupati e i malati. Per quanto concerne i detenuti, in molti casi appare urgente adottare misure concrete per migliorare le loro condizioni di vita nelle carceri, accordando un'attenzione speciale a coloro che sono privati della libertà in attesa di giudizio, avendo a mente la finalità rieducativa della sanzione penale e valutando la possibilità di inserire nelle legislazioni nazionali pene alternative alla detenzione carceraria. In questo contesto, desidero rinnovare l'appello alle autorità statali per l'abolizione della pena di morte, là dove essa è ancora in vigore, e a considerare la possibilità di un'amnistia. Per quanto riguarda i migranti, vorrei rivolgere un invito a ripensare le legislazioni sulle migrazioni, affinché siano animate dalla volontà di accoglienza, nel rispetto dei reciproci doveri e responsabilità, e possano facilitare l'integrazione dei migranti. In questa prospettiva, un'attenzione speciale dovrebbe essere prestata alle condizioni di soggiorno dei migranti, ricordando che la clandestinità rischia di trascinarli verso la criminalità. Desidero, inoltre, in quest'Anno giubilare, formulare un pressante appello ai responsabili degli Stati a compiere gesti concreti in favore dei nostri fratelli e sorelle che soffrono per la mancanza di lavoro, terra e tetto. Penso alla creazione di posti di lavoro dignitoso per contrastare la piaga sociale della disoccupazione, che investe un gran numero di famiglie e di giovani ed ha conseguenze gravissime sulla tenuta dell'intera società. La mancanza di lavoro intacca pesantemente il senso di dignità e di speranza, e può essere compensata solo parzialmente dai sussidi, pur necessari, destinati ai disoccupati e alle loro famiglie. Un'attenzione speciale dovrebbe essere dedicata alle donne – purtroppo ancora discriminate in campo lavorativo – e ad alcune categorie di lavoratori, le cui condizioni sono precarie o pericolose e le cui retribuzioni non sono adeguate all'importanza della loro missione sociale. Infine, vorrei invitare a compiere azioni efficaci per migliorare le condizioni di vita dei malati, garantendo a tutti l'accesso alle cure mediche e ai farmaci indispensabili per la vita, compresa la possibilità di cure domiciliari.Volgendo lo sguardo al di là dei propri confini, i responsabili degli Stati sono anche chiamati a rinnovare le loro relazioni con gli altri popoli, permettendo a tutti una effettiva partecipazione e inclusione alla vita della comunità internazionale, affinché si realizzi la fraternità anche all'interno della famiglia delle nazioni. In questa prospettiva, desidero rivolgere un triplice appello ad astenersi dal trascinare gli altri popoli in conflitti o guerre che ne distruggono non solo le ricchezze materiali, culturali e sociali, ma anche – e per lungo tempo – l'integrità morale e spirituale; alla cancellazione o alla gestione sostenibile del debito internazionale degli Stati più poveri; all'adozione di politiche di cooperazione che, anziché piegarsi alla dittatura di alcune ideologie, siano rispettose dei valori delle popolazioni locali e che, in ogni caso, non siano lesive del diritto fondamentale ed inalienabile dei nascituri alla vita.
Affido queste riflessioni, insieme con i migliori auspici per il nuovo anno, all'intercessione di Maria Santissima, Madre premurosa per i bisogni dell'umanità, affinché ci ottenga dal suo Figlio Gesù, Principe della Pace, l'esaudimento delle nostre suppliche e la benedizione del nostro impegno quotidiano per un mondo fraterno e solidale."""
L'esortazione di Papa Francesco "Vinci l'indifferenza e conquista la pace" farà da filo conduttore alla Marcia Nazionale per la Pace che si terrà tra poche ore a Molfetta(BA) è organizzata dall'Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, dalla Caritas Italiana, dalla Pax Christi, dall'Azione Cattolica Italiana, dalla diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, che ha ufficializzato il programma. Tra gli appuntamenti importanti , quello delle ore 15,00 nella Basilica Madonna dei Martiri a Molfetta, dove ci sarà l'accoglienza dei partecipanti; seguita alle ore 17,00, dagli interventi introduttivi del sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, dell'amministratore diocesano, monsignor Ignazio de Gioia, e, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Alle ore 17.45 circa, inizierà la Marcia verso la cattedrale, con la sosta in piazza Paradiso, dove verrà piantumato un ulivo in un terreno di un bene confiscato alla mafia. Alle ore 18.30, in Cattedrale, interverrà don Luigi Ciotti, fondatore di "Libera". Alle ore 19.15 la Marcia verso la stazione, con il passaggio nel luogo dell'omicidio di Giovanni Carnicella, già sindaco di Molfetta. Alle ore 19.45 interverrà l'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro. Alle ore 20.45 la testimonianza del vescovo emerito Luigi Bettazzi, già presidente di Pax Christi , alle ore 22.30 la Messa presieduta dal vescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, trasmessa in diretta da Tv2000, canale 28 del digitale terrestre. L'organizzazione, ha predisposto 2mila kit per i partecipanti, contenenti "un simbolico omaggio di benvenuto e la mappa della città, predisposto dall'Amministrazione comunale di Molfetta, un numero speciale di 'Mosaico di pace' e un numero speciale del settimanale 'Luce e vita', con interventi autorevoli e importanti dossier e reportage, nonché il libretto con i testi e i canti della marcia". Il kit sarà consegnato prioritariamente a quanti si sono iscritti, poi a quanti si aggiungeranno senza iscrizione, nell'apposita zona accoglienza predisposta nei pressi dell'Ospedaletto dei Crociati, alla Basilica Madonna dei Martiri. Alla marcia sarà possibile partecipare con striscioni, bandiere e stendardi delle rispettive associazioni e confraternite, gonfaloni istituzionali delle città; non sono ammesse bandiere di partiti politici o sindacati.
Tra gli eventi collaterali della Marcia, questa sera, alle ore 20,00, presso il Duomo di San Corrado di Molfetta, andrà in scena "Piedi Sporchi", spettacolo teatrale di e con Corrado La Grasta, regia di Giulia Petruzzella, scenotecnica Gabriele Lucanie. dedicato a don Tonino Bello: "un uomo che con i suoi passi ha solcato la strada maestra per i giovani, che ha insegnato a non avere paura di innamorarci di Dio, che ha trasformato l'indifferenza di un'intera popolazione in forza motrice per cambiare la storia della nostra Puglia e non solo. È necessario parlare dei suoi instancabili piedi e dell'orma che hanno lasciato in tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e amarlo; ed è necessario farlo conoscere alle nuove generazioni che vagano sulle orme di testimoni effimeri e poco credibili".
La pace: frutto di una cultura di solidarietà, misericordia e compassione. Consapevoli della minaccia di una globalizzazione dell'indifferenza, non possiamo non riconoscere che, nello scenario sopra descritto, si inseriscono anche numerose iniziative ed azioni positive che testimoniano la compassione, la misericordia e la solidarietà di cui l'uomo è capace. Vorrei ricordare alcuni esempi di impegno lodevole, che dimostrano come ciascuno possa vincere l'indifferenza quando sceglie di non distogliere lo sguardo dal suo prossimo, e che costituiscono buone pratiche nel cammino verso una società più umana. Ci sono tante organizzazioni non governative e gruppi caritativi, all'interno della Chiesa e fuori di essa, i cui membri, in occasione di epidemie, calamità o conflitti armati, affrontano fatiche e pericoli per curare i feriti e gli ammalati e per seppellire i defunti. Accanto ad essi, vorrei menzionare le persone e le associazioni che portano soccorso ai migranti che attraversano deserti e solcano mari alla ricerca di migliori condizioni di vita. Queste azioni sono opere di misericordia corporale e spirituale, sulle quali saremo giudicati al termine della nostra vita. Il mio pensiero va anche ai giornalisti e fotografi che informano l'opinione pubblica sulle situazioni difficili che interpellano le coscienze, e a coloro che si impegnano per la difesa dei diritti umani, in particolare quelli delle minoranze etniche e religiose, dei popoli indigeni, delle donne e dei bambini, e di tutti coloro che vivono in condizioni di maggiore vulnerabilità. Tra loro ci sono anche tanti sacerdoti e missionari che, come buoni pastori, restano accanto ai loro fedeli e li sostengono nonostante i pericoli e i disagi, in particolare durante i conflitti armati. Quante famiglie, poi, in mezzo a tante difficoltà lavorative e sociali, si impegnano concretamente per educare i loro figli "controcorrente", a prezzo di tanti sacrifici, ai valori della solidarietà, della compassione e della fraternità! Quante famiglie aprono i loro cuori e le loro case a chi è nel bisogno, come ai rifugiati e ai migranti! Voglio ringraziare in modo particolare tutte le persone, le famiglie, le parrocchie, le comunità religiose, i monasteri e i santuari, che hanno risposto prontamente al mio appello ad accogliere una famiglia di rifugiati. Infine, vorrei menzionare i giovani che si uniscono per realizzare progetti di solidarietà, e tutti coloro che aprono le loro mani per aiutare il prossimo bisognoso nelle proprie città, nel proprio Paese o in altre regioni del mondo. Voglio ringraziare e incoraggiare tutti coloro che si impegnano in azioni di questo genere, anche se non vengono pubblicizzate: la loro fame e sete di giustizia sarà saziata, la loro misericordia farà loro trovare misericordia e, in quanto operatori di pace, saranno chiamati figli di Dio (cfr Mt 5,6-9).
La pace nel segno del Giubileo della Misericordia. Nello spirito del Giubileo della Misericordia, ciascuno è chiamato a riconoscere come l'indifferenza si manifesta nella propria vita e ad adottare un impegno concreto per contribuire a migliorare la realtà in cui vive, a partire dalla propria famiglia, dal vicinato o dall'ambiente di lavoro. Anche gli Stati sono chiamati a gesti concreti, ad atti di coraggio nei confronti delle persone più fragili delle loro società, come i prigionieri, i migranti, i disoccupati e i malati. Per quanto concerne i detenuti, in molti casi appare urgente adottare misure concrete per migliorare le loro condizioni di vita nelle carceri, accordando un'attenzione speciale a coloro che sono privati della libertà in attesa di giudizio, avendo a mente la finalità rieducativa della sanzione penale e valutando la possibilità di inserire nelle legislazioni nazionali pene alternative alla detenzione carceraria. In questo contesto, desidero rinnovare l'appello alle autorità statali per l'abolizione della pena di morte, là dove essa è ancora in vigore, e a considerare la possibilità di un'amnistia. Per quanto riguarda i migranti, vorrei rivolgere un invito a ripensare le legislazioni sulle migrazioni, affinché siano animate dalla volontà di accoglienza, nel rispetto dei reciproci doveri e responsabilità, e possano facilitare l'integrazione dei migranti. In questa prospettiva, un'attenzione speciale dovrebbe essere prestata alle condizioni di soggiorno dei migranti, ricordando che la clandestinità rischia di trascinarli verso la criminalità. Desidero, inoltre, in quest'Anno giubilare, formulare un pressante appello ai responsabili degli Stati a compiere gesti concreti in favore dei nostri fratelli e sorelle che soffrono per la mancanza di lavoro, terra e tetto. Penso alla creazione di posti di lavoro dignitoso per contrastare la piaga sociale della disoccupazione, che investe un gran numero di famiglie e di giovani ed ha conseguenze gravissime sulla tenuta dell'intera società. La mancanza di lavoro intacca pesantemente il senso di dignità e di speranza, e può essere compensata solo parzialmente dai sussidi, pur necessari, destinati ai disoccupati e alle loro famiglie. Un'attenzione speciale dovrebbe essere dedicata alle donne – purtroppo ancora discriminate in campo lavorativo – e ad alcune categorie di lavoratori, le cui condizioni sono precarie o pericolose e le cui retribuzioni non sono adeguate all'importanza della loro missione sociale. Infine, vorrei invitare a compiere azioni efficaci per migliorare le condizioni di vita dei malati, garantendo a tutti l'accesso alle cure mediche e ai farmaci indispensabili per la vita, compresa la possibilità di cure domiciliari.Volgendo lo sguardo al di là dei propri confini, i responsabili degli Stati sono anche chiamati a rinnovare le loro relazioni con gli altri popoli, permettendo a tutti una effettiva partecipazione e inclusione alla vita della comunità internazionale, affinché si realizzi la fraternità anche all'interno della famiglia delle nazioni. In questa prospettiva, desidero rivolgere un triplice appello ad astenersi dal trascinare gli altri popoli in conflitti o guerre che ne distruggono non solo le ricchezze materiali, culturali e sociali, ma anche – e per lungo tempo – l'integrità morale e spirituale; alla cancellazione o alla gestione sostenibile del debito internazionale degli Stati più poveri; all'adozione di politiche di cooperazione che, anziché piegarsi alla dittatura di alcune ideologie, siano rispettose dei valori delle popolazioni locali e che, in ogni caso, non siano lesive del diritto fondamentale ed inalienabile dei nascituri alla vita.
Affido queste riflessioni, insieme con i migliori auspici per il nuovo anno, all'intercessione di Maria Santissima, Madre premurosa per i bisogni dell'umanità, affinché ci ottenga dal suo Figlio Gesù, Principe della Pace, l'esaudimento delle nostre suppliche e la benedizione del nostro impegno quotidiano per un mondo fraterno e solidale."""
L'esortazione di Papa Francesco "Vinci l'indifferenza e conquista la pace" farà da filo conduttore alla Marcia Nazionale per la Pace che si terrà tra poche ore a Molfetta(BA) è organizzata dall'Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, dalla Caritas Italiana, dalla Pax Christi, dall'Azione Cattolica Italiana, dalla diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, che ha ufficializzato il programma. Tra gli appuntamenti importanti , quello delle ore 15,00 nella Basilica Madonna dei Martiri a Molfetta, dove ci sarà l'accoglienza dei partecipanti; seguita alle ore 17,00, dagli interventi introduttivi del sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, dell'amministratore diocesano, monsignor Ignazio de Gioia, e, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Alle ore 17.45 circa, inizierà la Marcia verso la cattedrale, con la sosta in piazza Paradiso, dove verrà piantumato un ulivo in un terreno di un bene confiscato alla mafia. Alle ore 18.30, in Cattedrale, interverrà don Luigi Ciotti, fondatore di "Libera". Alle ore 19.15 la Marcia verso la stazione, con il passaggio nel luogo dell'omicidio di Giovanni Carnicella, già sindaco di Molfetta. Alle ore 19.45 interverrà l'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro. Alle ore 20.45 la testimonianza del vescovo emerito Luigi Bettazzi, già presidente di Pax Christi , alle ore 22.30 la Messa presieduta dal vescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, trasmessa in diretta da Tv2000, canale 28 del digitale terrestre. L'organizzazione, ha predisposto 2mila kit per i partecipanti, contenenti "un simbolico omaggio di benvenuto e la mappa della città, predisposto dall'Amministrazione comunale di Molfetta, un numero speciale di 'Mosaico di pace' e un numero speciale del settimanale 'Luce e vita', con interventi autorevoli e importanti dossier e reportage, nonché il libretto con i testi e i canti della marcia". Il kit sarà consegnato prioritariamente a quanti si sono iscritti, poi a quanti si aggiungeranno senza iscrizione, nell'apposita zona accoglienza predisposta nei pressi dell'Ospedaletto dei Crociati, alla Basilica Madonna dei Martiri. Alla marcia sarà possibile partecipare con striscioni, bandiere e stendardi delle rispettive associazioni e confraternite, gonfaloni istituzionali delle città; non sono ammesse bandiere di partiti politici o sindacati.
Tra gli eventi collaterali della Marcia, questa sera, alle ore 20,00, presso il Duomo di San Corrado di Molfetta, andrà in scena "Piedi Sporchi", spettacolo teatrale di e con Corrado La Grasta, regia di Giulia Petruzzella, scenotecnica Gabriele Lucanie. dedicato a don Tonino Bello: "un uomo che con i suoi passi ha solcato la strada maestra per i giovani, che ha insegnato a non avere paura di innamorarci di Dio, che ha trasformato l'indifferenza di un'intera popolazione in forza motrice per cambiare la storia della nostra Puglia e non solo. È necessario parlare dei suoi instancabili piedi e dell'orma che hanno lasciato in tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e amarlo; ed è necessario farlo conoscere alle nuove generazioni che vagano sulle orme di testimoni effimeri e poco credibili".