Peppino Di Nunno: Un saluto di commiato al Presidente Giorgio Napolitano

Abbiamo nel nostro retaggio storico dell’Unità d’Italia, da Lei celebrato con dignità. Continuiamo a fare l'Italia, sentendoci Italiani, nelle comuni radici e nei valori spirituali costituzionali

domenica 14 aprile 2013 11.44
A cura di Peppino Di Nunno


Sig. Presidente della Repubblica
Dott. Giorgio Napolitano
Oggetto: saluto di commiato


Sig. Presidente della Repubblica,
volgendo al termine il Suo mandato, sentiamo di dover porgere il saluto di stima e di gratitudine per il suo ruolo istituzionale verso la Repubblica Italiana.
Ieri sera 9 Aprile al termine della trasmissione "Porta a Porta", ho sognato, mi creda, di salutare il Presidente Napolitano nel commiato del suo mandato.
Ciò significa che la Sua figura per molti cittadini è entrato non solo nella coscienza civica, ma anche nell'inconscio mentale.
Questo avviene, come per le figure di noi maestri di Scuola, nel vissuto dei bambini, quando la figura di una persona esercita una educazione e una commozione negli interlocutori.
Riteniamo che il Vostro servizio sia stato oltremodo meritevole, in quanto ricadente in tempi travagliati politici e socio-economici, fino agli ultimi giorni che stiamo vivendo nella governabilità.
Come Lei disse nel percorso della Nazionale di Calcio, bisognerebbe seguire lo spirito e l'esempio di sentirsi squadra di calcio e quindi squadra di Paese, per affrontare la partita dell'economia e del lavoro, ma anche della crescita democratica.

Abbiamo nel nostro retaggio storico dell'Unità d'Italia, da Lei celebrato con dignità, valori e insegnamenti che devono ispirarci e sostenerci.
Continuiamo a fare l'Italia, sentendoci Italiani, nelle comuni radici e nei valori spirituali costituzionali, dando continuità al suo mandato e mettendo a frutto la Sua testimonianza.
Mio nonno Giuseppe Mastrapasqua del 1898 è stato a 18 anni sul Fronte di Guerra e di Libertà, nelle trincee del 1917: e questo non è stato vano!
Mio padre Giovanni Di Nunno, nato il 1920, è stato nel campo di prigionia militare presso Berlino come altri soldati italiani, dopo l'Armistizio del 1943, smarrito dallo Stato Italiano e orfano della sua famiglia fino alla Liberazione del 25 Aprile: e questo non è stato vano!

Mia madre Rosa Mastrapasqua, vivente a 88 anni, le nostre madri, si svegliavano di notte per fare il pane quotidiano; ci hanno educato allo studio e ai sacrifici, all'onestà, alla preghiera ed essere buoni: e questo non è stato vano!
Noi siamo stati con la nostra delegazione della Scuola di Canosa di Puglia, del Comune, della Chiesa locale, del Comune gemellato di Pederobba nel Veneto, a stringere la Sua mano con un progetto educativo di due anni fino al Vittoriano con l'invito dell'on.le Giuliano Amato, Presidente del Comitato dei Garanti: e questo non è stato vano!
Lei è stato un Gran Presidente in un difficile settennato, vegliardo, saggio, illuminato intellettualmente, custode della democrazia, a rappresentare non solo l'Unità nazionale, ma anche la "dignità nazionale": e questo non è stato vano! ma costituisce anzi un patrimonio per il domani e per le vicende che seguiranno negli Italiani.
In un mondo di parole a volte vane, povere, sterili e svuotate del bene comune, Lei ci ha educato a riflettere ogni giorno sulla Sue parole, intessute di spirito, come avviene oggi nel mondo con Papa Francesco, Fratello e Padre.
Come ad Oxford, di cui ho tradotto l'onorificenza scritta in Latino, anche in Italia Le diamo il merito di Presidente "Honoris causa", per il Suo servizio.
Interprete dei sentimenti della delegazione dell'11 maggio 2011 di Canosa di Puglia e del Comune di Pederobba, Le porgiamo il nostro saluto con stima, gratitudine e commozione sincera.
Fieri di essere Italiani, porgiamo la mano al Presidente Napolitano.
Gli Italiani La riveriscono e Dio La benedica tra i "Giusti" della Storia.

maestro Giuseppe Di Nunno da Canosa di Puglia 8 aprile 2013
Roma 2011 Napolitano- Di Nunno
Roma 2011 Napolitano- Landolfi
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