Oltre 100mila italiani trasferiti all'estero

Il fenomeno riguarda i giovani

giovedì 6 ottobre 2016 16.47
Nel 2015, sono 107mila gli italiani che si sono ufficialmente trasferiti e stabiliti all'estero. Per la precisione, 107.529, gli iscritti in più all'anagrafe degli italiani residenti all'estero, l'AIRE. L'aumento, rispetto al 2014, è stato del 6%, pari a oltre seimila persone. Sono le cifre, che emergono dal Rapporto della Fondazione 'Migrantes' della Cei, presentato a Roma in mattinata. Peraltro, cifre per difetto, mancando tutti coloro che si sono trasferiti, ma non hanno ancora deciso di spostare la residenza. Il fenomeno riguarda principalmente i giovani, fra i 18 e i 34 anni, oltre il 36% del totale. La meta più gettonata non è la Gran Bretagna con il polo d'attrazione di Londra, ma la Germania. E' un'emigrazione molto composita e dei nostri tempi, fatta spesso di ragazzi con elevati titoli di studio. In merito il consigliere Erio Congedo (CoR) ha rilasciato la seguente dichiarazione:"Ci preoccupa ma non ci stupisce il dato emerso nel rapporto "Italiani nel mondo 2016" della Fondazione Migrantes della Cei, preoccupa perché, come asserisce il presidente della Repubblica, 107 mila nostri connazionali che espatriano nell'anno appena trascorso è un inequivocabile segnale di impoverimento per il Paese, ma anche un segno della perdita di fascino della nostra Italia per gli italiani. Non ci stupisce perché ci si era accorti di una certa difficoltà acuita dalle incertezze degli indirizzi politici degli ultimi governi che hanno ridotto in modo imperdonabile la quota di speranza di tanti giovani in cerca di professionalizzazione e lavoro. Il Sud e la Puglia sono al primo posto nelle classifiche della nuova emigrazione, conseguenza logica dell'impoverimento economico degli ultimi anni. Mesi fa i dati diffusi da Unioncamere che relegavano la Puglia fra le regioni più tristi in quanto a vivacità e ricchezza pro capite facevano da preludio al rapporto di oggi della Cei, consegnandoci un quadro compromesso che vede tante famiglie in fuga per sopravvivere o anche solo per vedere corrisposti in termini remunerativi e professionali i sacrifici che hanno prodotto indubbie competenze che in Germania e Inghilterra trovano soddisfazione e che da noi vanno incontro a frustrazioni e disillusioni. In attesa ovviamente che qualcuno riesca a fare gli interessi dell'Italia, al contrario dei Governi Monti e Renzi e di quelli Vendola ed Emiliano, giusto per parlare di noi".