“Modulor o Algoritmo?” La mostra per celebrare Le Corbusier

Si terrà al Museo dei Vescovi

mercoledì 23 ottobre 2019 22.35
"Bonne nuit Modulor, Algorithme de Bienvenue" A 70 anni dalla prima edizione del Modulor di Le Corbusier, i curatori Cintya Concari & Roberto Marcatti, con il patrocinio di ADI - Delegazione Puglia e Basilicata e in collaborazione con Kubico srl hanno pensato ancora una volta di proporre una mostra sul territorio pugliese utilizzando materiale di scarto della lavorazione aziendale di Kubico. A Canosa di Puglia(BT) il Museo dei Vescovi ospiterà la mostra "Modulor o Algoritmo?", inaugurando la stagione autunnale degli eventi culturali 2019 con una sfida interessante: un dialogo tra antico, moderno e futuro quasi come se le tre unità temporali fossero il risvolto della stessa identità. Lo fa, accogliendo con entusiasmo generale la mostra itinerante "Modulor o Algoritmo?"; nata per celebrare il genio del designer Le Corbusier a 70 anni dalla sua più grande e geniale ideazione: il modulor, ossia un nuovo concetto di misura ideale. Erede di Vitruvio e di Leonardo da Vinci, Le Corbusier sfondò i canoni delle proporzioni auree, interrogando la purezza matematica come linguaggio universale già interpretata da Leonardo Fibonacci e generando una nuova unità di misura che proponeva nuovamente l'uomo al centro del Sistema, ma non più in maniera esclusivamente ideale ed aulica, quanto capace di dialogare con l'epoca in cui è inserito. Partendo da questa idea, i curatori del Museo dei Vescovi Sandro Giuseppe Sardella e Michela Cianti, autori frequentemente di accostamenti tra arti in un palazzo, di proprietà ecclesiastica, poliedrico ed aperto a nuove sperimentazioni (grazie alla direzione illuminata di Mons. Felice Bacco) hanno interagito con i curatori della mostra Cintya Concari & Roberto Marcatti e hanno voluto, nella loro veste di curatori dell'allestimento, accogliere le 70 opere ispirate al Modulor realizzate da 70 designer di oggi, concependo la loro presenza come una sorta di invasione di tematiche che traggono la loro origine dal vivere quotidiano e che vedono l'Uomo di oggi sottoposto costantemente al confronto con il suo stesso spettro artificiale, ossia l'algoritmo alla base della IA, ormai sempre più presente nella vita delle persone e, in alcuni casi, addirittura capace di sostituire l'uomo in una prospettiva talvolta orrorifica, se vista in assenza dell'ETICA.

Temi come il rapporto dell'uomo con il tempo, con le origini della società attuale e la sua personale concezione dello Spazio nel Tempo, trovano in questo curioso allestimento un accostamento con reperti archeologici di pregio, legati alle forti misure geometriche e proporzionali del VI secolo a.C., quando in Grecia viveva Pericle e i canoni da quella civiltà prodotti, ispirarono le civiltà a seguire sino a Le Corbusier. Non è insolito concepire un dialogo tra i Modulor, narranti tematiche quali la propria identità, il rapporto matematico che genera l'algoritmo ma genera anche l'Uomo, in una battaglia quasi cosmica con l'Uno come Io e il suo ES di freudiana memoria al cospetto di un Dio che è matematico e che con un linguaggio universale comunica. Ecco che non è insolito accostare le opere alla pregevole croce d'avorio dell'XI secolo, pezzo unico di glittica in Europa così come al ventaglio liturgico afgano, simboli entrambi di proporzioni e codici linguistici divini di più alta comprensione. La Quarta sala è invasa da alcuni Modulor che dialogano con messali antichi e con un'opera e un codice originale di Leonardo da Vinci. Il dialogo è acceso. L'uomo è al centro del Sistema Natura e da esso trae forza, vitalità e senso di vita, ma a lui è legata la sopravvivenza del Sistema entro cui vivere ed entro cui generare sistemi utili alla vita. L'antica cucina del palazzo ospita simbolicamente su un antico mobile madia degli anni trenta del Novecento un simpatico Modulor, che ricorda l'importanza di non sprecare le risorse, magari traendo dall'antichità una qualche ispirazione e una serie di idee per il futuro.

Le sale dell'appartamento storico, con la loro opulenza e magnificenza, diventano il luogo della memoria pirandelliana, dove l'uomo si indaga sulla esigenza di dotarsi di almeno una maschera ed è costantemente alla ricerca di sé stesso, in un mare di realtà artificiali e di false società, oggi legate alla comunicazione selfie e fake. Emergono modulor che si indagano sul senso dell'economia, anche globale, con un inevitabile riferimento all'industria e al progresso, non dimenticando le radici artigianali e – quindi – dell'arte che sono alla base dello sviluppo sociale ed economico. Il raffronto con stanze intatte e sospese al XIX secolo è quindi fisiologico, rendendo queste ultime delle capsule spazio/temporali in cui il modulor non solamente si indaga ma cerca di riappropriarsi della sua dimensione spazio/temporale. Infine il futuro. Indagarsi su ciò che sarà non è mai una visione chiara dettata dal raffronto, ma è concepibile come un antro oscuro da rischiarare con l'esperienza e indagando timidamente il passato. Così è stata concepita l'ultima location, ossia lo spazio sotterrano, dove i modulor sono avvolti da una luce fioca e parlano di un presente in funzione di un FUTURO, all'insegna della sostenibilità e di un'etica che freni l'IA a prendere il sopravvento sulla quotidianità.

E la domanda che oggi ci si pone e che la partecipazione al progetto vuole fare emergere è: il linguaggio e il principio applicato ad una parte della storia dell'architettura da una figura icona come Le Corbusier è ancora attuale? Oggi nell'era dell'economia digitale e dei social network dove tutto sembra amministrabile dalla "mano invisibile" di calcoli matematici è possibile che l'invenzione dell'architetto Le Corbusier, il Modulor, sia ormai storia di altri tempi e debba essere sostituita da un ingranaggio come quello degli Algoritmi? In comune tra il Modulor e l'Algoritmo ci sono sempre procedimenti di calcolo ma alla figura stilizzata di un uomo si sostituisce la forma di un diagramma ad albero con passaggi molto precisi che permettono di trovare chiavi di lettura inedite o più specifiche tra informazioni già conosciute. E questo comporta la straordinaria possibilità di trovare nuovi fattori esplicativi e fare previsioni sul futuro. Oggi, lavorando con l'algoritmo e non con il Modulor si porranno forse le basi per la prossima architettura che verrà. Ciò rappresenta la sfida a cui sono chiamati gli architetti e i designer che partecipano a questo progetto, reinterpretando, ognuno a modo proprio, la tanto amata figura di uomo stilizzato, ricordando sempre che ognuno di noi è responsabile della tabella di marcia che programma e che tutto è comunque modificabile e correggibile a seconda delle criticità che emergono

La mostra "Modulor o Algoritmo?" che sarà inaugurata alle ore 19.00 di sabato 26 ottobre vede la partecipazione di Farmalabor, del Dott. Sergio Fontana, neo presidente Confindustria Bari e BT, della Cattedrale di San Sabino e del Comune di Canosa di Puglia come Città d'Arte e di Cultura. La mostra ospitata a Canosa di Puglia presso il Museo dei Vescovi è stata allestita dalla Società Cooperativa OmniArte.it-Servizi per la Cultura a.r.l che ha usato materiali assolutamente green e di riciclo, in piena sinergia di pensiero con la mostra "Modulor o Algoritmo?"