La Puglia è assetata con i campi a secco
Convocato tavolo di crisi idrica dall’Assessore regionale, Donato Pentassuglia
giovedì 15 maggio 2025
14.41
La Puglia è assetata con i campi a secco per la stagione irrigua che non parte a causa di dighe vuote nel foggiano e nel barese e impianti fatiscenti e fermi a Taranto, provincia che dipende fortemente dalle dighe della Basilicata, uno scenario critico che sarà affrontato al tavolo regionale di crisi idrica fortemente voluto da Coldiretti. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al tavolo di crisi idrica convocato il 21 maggio dall'Assessore regionale, Donato Pentassuglia, dove Coldiretti Puglia porterà proposte concrete per alleviare almeno parzialmente la grave carenza di acqua. Oggi l'acqua piovana va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e finisce nel mare, e questo dato, di per sé già preoccupante, diventa drammatico per la provincia di Taranto, sia per la porzione di territorio irriguo che va dal confine con la Basilicata sino al comune di Massafra, sia per l'area a nord dei comuni di Laterza, Mottola e Martina Franca, servite dagli acquedotti rurali, sia per l'area che da Taranto arriva sino a Manduria ed Avetrana, che sono servite dagli impianti che afferiscono alla diga del Pappadai, ancora non funzionante.
Si tratta di aree nelle quali, quando l'acqua arriva, la dispersione idrica degli acquedotti rurali e delle reti consortili – denuncia Coldiretti Puglia - supera 1'80% dell'acqua prelevata "a monte", a causa di una endemica fatiscenza degli impianti esistenti, causata sia dalla naturale obsolescenza degli stessi, sia dall'annosa assenza di manutenzione. Inoltre, ancora oggi il comprensorio irriguo tarantino è fortemente dipendente dai due invasi lucani che servono la provincia, la diga sul fiume Sinni (diga di Monte Cotugno) e quella sui fiume Bradano (diga di San Giuliano), e basta che uno dei due invasi vada in sofferenza che mette in ginocchio tutta l'area. ln particolare sino al 2023 la "condotta del Sinni" ha veicolato circa 1.000 It/sec di acqua ad uso irriguo ed altrettanti erano immessi nella "condotta del San Giuliano". Tuttavia, nel 2024 tali quantitativi si sono drasticamente ridotti e, per lunghi periodi, addirittura la fornitura di acqua si è drammaticamente interrotta per intere settimane.
In Capitanata la diga di Occhito e il comprensorio del Fortore non 'aprono', mentre oggi 15 maggio è partita l'erogazione nel comprensorio sinistra Ofanto di 600 metri cubi ad ettaro, quantitativi esigui da irrigazione di soccorso, con le dighe della Capitanata, secondo i dati ANBI, che contengono 112 milioni di metri cubi d'acqua al 13 maggio 2025 contro i 189 milioni di metri cubi dell'anno scorso, solo il 34% dei volumi autorizzati rispetto al 2024, con la diga di Occhito.
"L'incognita siccità pesa come un macigno sulle prossime campagne agricole che si prospettano pesanti e rischiano di frenare gli investimenti", denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo, nel sottolineare che "i volumi idrici trattenuti dalle dighe sono quasi la metà rispetto a quelli del 2024, l'anno peggiore per le disponibilità idriche nella regione. Il timore degli agricoltori è di vivere una nuova emergenza, - ha aggiunto Cavallo - peggiore di quella dello scorso anno con danni per oltre 1 miliardo di euro nelle campagne pugliesi. Da qui l'urgenza di avviare un piano invasi per assicurare in maniera strutturale la disponibilità idrica e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici",
"Determinante in Puglia ripartire dalle incompiute, dagli interventi di manutenzione straordinaria della diga di Saglioccia, realizzata negli anni 80 e mai entrata in esercizio, con lo sbarramento sul torrente omonimo, affluente di destra del fiume Bradano, in agro di Altamura, in località Tempa Bianca", incalza Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, nel sottolineare l'importanza 'del recupero funzionale della Diga del Pappadai, opera idraulica in provincia di Taranto che sarebbe utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo e una volta ultimata andrebbe a servire l'Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti." Intanto, Coldiretti ha sensibilizzato il Governo ad accelerare nell'erogazione degli aiuti sulle assicurazioni e ad agevolare una riforma del sistema della gestione del rischio, che proprio a causa degli effetti dei cambiamenti climatici si è trovato a dover fronteggiare situazioni mai vissute prima. Basti pensare che il valore assicurato delle produzioni agricole per l'anno 2024 ha raggiunto i 10 miliardi di euro per circa 65 mila imprese agricole.
Si tratta di aree nelle quali, quando l'acqua arriva, la dispersione idrica degli acquedotti rurali e delle reti consortili – denuncia Coldiretti Puglia - supera 1'80% dell'acqua prelevata "a monte", a causa di una endemica fatiscenza degli impianti esistenti, causata sia dalla naturale obsolescenza degli stessi, sia dall'annosa assenza di manutenzione. Inoltre, ancora oggi il comprensorio irriguo tarantino è fortemente dipendente dai due invasi lucani che servono la provincia, la diga sul fiume Sinni (diga di Monte Cotugno) e quella sui fiume Bradano (diga di San Giuliano), e basta che uno dei due invasi vada in sofferenza che mette in ginocchio tutta l'area. ln particolare sino al 2023 la "condotta del Sinni" ha veicolato circa 1.000 It/sec di acqua ad uso irriguo ed altrettanti erano immessi nella "condotta del San Giuliano". Tuttavia, nel 2024 tali quantitativi si sono drasticamente ridotti e, per lunghi periodi, addirittura la fornitura di acqua si è drammaticamente interrotta per intere settimane.
In Capitanata la diga di Occhito e il comprensorio del Fortore non 'aprono', mentre oggi 15 maggio è partita l'erogazione nel comprensorio sinistra Ofanto di 600 metri cubi ad ettaro, quantitativi esigui da irrigazione di soccorso, con le dighe della Capitanata, secondo i dati ANBI, che contengono 112 milioni di metri cubi d'acqua al 13 maggio 2025 contro i 189 milioni di metri cubi dell'anno scorso, solo il 34% dei volumi autorizzati rispetto al 2024, con la diga di Occhito.
"L'incognita siccità pesa come un macigno sulle prossime campagne agricole che si prospettano pesanti e rischiano di frenare gli investimenti", denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo, nel sottolineare che "i volumi idrici trattenuti dalle dighe sono quasi la metà rispetto a quelli del 2024, l'anno peggiore per le disponibilità idriche nella regione. Il timore degli agricoltori è di vivere una nuova emergenza, - ha aggiunto Cavallo - peggiore di quella dello scorso anno con danni per oltre 1 miliardo di euro nelle campagne pugliesi. Da qui l'urgenza di avviare un piano invasi per assicurare in maniera strutturale la disponibilità idrica e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici",
"Determinante in Puglia ripartire dalle incompiute, dagli interventi di manutenzione straordinaria della diga di Saglioccia, realizzata negli anni 80 e mai entrata in esercizio, con lo sbarramento sul torrente omonimo, affluente di destra del fiume Bradano, in agro di Altamura, in località Tempa Bianca", incalza Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, nel sottolineare l'importanza 'del recupero funzionale della Diga del Pappadai, opera idraulica in provincia di Taranto che sarebbe utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo e una volta ultimata andrebbe a servire l'Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti." Intanto, Coldiretti ha sensibilizzato il Governo ad accelerare nell'erogazione degli aiuti sulle assicurazioni e ad agevolare una riforma del sistema della gestione del rischio, che proprio a causa degli effetti dei cambiamenti climatici si è trovato a dover fronteggiare situazioni mai vissute prima. Basti pensare che il valore assicurato delle produzioni agricole per l'anno 2024 ha raggiunto i 10 miliardi di euro per circa 65 mila imprese agricole.