Auguri Fratello Ateo, è festa soprattutto per te

Il messaggio di Don Salvatore Sciannamea

lunedì 25 dicembre 2017 18.37
Carissimo, guardando il presepe ed al bambino, Dio che nasce a Betlemme, ho pensato al suo allontanamento dal Padre. In cielo era con Lui, ora è senza di Lui, lontano. Già ti scrissi che sulla croce Gesù si è sentito abbandonato, gridando al Padre di farsi ascoltare. Il Padre si era fatto sentire al Giordano, sul monte della trasfigurazione, senza che il Figlio glielo avesse chiesto. Sulla croce glielo chiede, ma nulla. Egli resta senza Dio, proprio il significato di ateo, come te. Ho pensato agli atei che non gridano proprio a Dio, che non parlano con Lui, neppure invocando il proprio stato di abbandono. Mi è venuto ancora, come tatuato nel cuore, Gesù; non crocifisso, ma bambino. Lui nella grotta che richiama il sepolcro. Lui avvolto in fasce come si avvolge il crocifisso nel lenzuolo. Lui posto sul legno della mangiatoia come sul legno della croce. Gesù è senza il Padre quando nasce, lontano da Lui...che quel vagito di bimbo non sia preludio al grido del crocifisso? Buon Natale allora fratello ateo, perché quel bambino è lontanissimo dal suo mondo divino, almeno quanto lo sei tu dalla nostra fede. Non sa dire nulla su Dio, come te. Eppure gli artisti, prima dei teologi, hanno visto quello che il bambino e l'uomo non vedevano: il Padre che sorregge la croce e che dal cielo guarda suo Figlio nelle mani degli uomini, sporchi come i pastori, non solo per le bestie, ma particolarmente nella coscienza. Gesù non lo vedeva, ma il Padre sì. Guardava il suo amore di Figlio tanto da farsi bambino e morire crocifisso. Per gli artisti il bambino senza Dio, nelle mani degli uomini, era da Lui protetto e sorretto. Amato fratello, guardando il presepe, guarda quella solitudine, quel "senza Dio" e potrai riscoprire in Gesù un fratello, sempre e comunque.

Perdonami la poesia e l'intuizione artistica, ma anche se non lo vedi o senti, penso vivamente che, quel Padre, guardi te e ti sorregga proprio quando sei più convinto della sua non esistenza. Amato fratello ateo grazie perché così ci insegni a vivere il Natale. Noi che siamo credenti e che, più che contemplare il Dio che rinuncia a tutto per donarci sè stesso, guardiamo i prezzi dei panettoni, le offerte degli spumanti, le luci natalizie, dimenticando Gesù, siamo inescusabili. So che anche tu fai così ma, a differenza tua, noi diciamo di credere. Parlaci con la vita fratello, affinché impariamo a vergognarci del nostro credo senza la credibilità del bene, che fa della sequela a Gesù la religione dell'amore. Possa la pace vera abitare nel tuo cuore! Perdonami ma, augurandoti la pace, dentro di me, pensavo a un volto, quello del bambino di Betlemme e dell'uomo di Nazaret. So che, nonostante le nostre divergenze, saprai accogliere questo augurio povero e impacciato, ma intriso del mio più autentico TI VOGLIO BENE! Sia il linguaggio dell'amore, quello del presepe, a farci ritrovare come fratelli e amici. Santo Natale!
Don Salvatore Sciannamea