Stilus Magistri

La colonna di Canne della Battaglia in greco, in latino, in italiano

Lettura delle iscrizioni e della datazione

Era il 2 agosto del 216 a. C., corrispondente al 537 a. U. c., ab Urbe condita, dalla Fondazione di Roma, quando la storia italica segnò l'eccidio della Battaglia di Canne tra l'esercito romano ed i Cartaginesi con il condottiero Annibale: caddero fra i due eserciti da 50.000 a 80.000 uomini. Strabone, storico e geografo greco del I sec. a. C. descrive l'immane eccidio nell'opera Geografia, al libro VI, cap. V.: "quivi successe anche la battaglia di Canne, dove accadde grandissima strage dei Romani e dei loro alleati". L'eccidio per la sepoltura ha lasciato due grandi sepolcreti dei Cartaginesi e dei Romani. La memoria storica dell'eccidio viene riportata in greco dallo storico Polibio e in Latino da Tito Livio, princeps historicorum, che abbiamo rievocato nel progetto e corteo del 2007. Una colonna sull'altura di Canne, riporta sul basamento tre pagine di pietra di intercultura tra le radici elleniche della Daunia, tra le vie delle romanizzazione e le vie italiane del '900. Il suo ideatore, prof. Michele Gervasio, Direttore degli scavi, così scrive nella rivista Japigia del 1938, "In attesa, l'Ente fascista per la tutela dei monumenti di Bari ha innalzato sulla collina di Canne una colonna di granito, alta tre metri, rinvenuta negli scavi; sulla base …ha inciso le parole di Livio e di Polibio". Con le fotografie della disponibilità e competenza di Antonio Capacchione, abbiamo svolto una lettura ed uno studio delle iscrizioni, ritrovando la datazione della colonna, a volte erronemante interpretata.

L'iscrizione in greco
Sul lato destro del basamento, guardando frontalmente, verso Sud, sono riportate le parole di Polibio, storico greco del mondo mediterraneo del II sec. a. C., dall'opera "Storie" , Ἱστορίαι, nel Libro III della "Disfatta dei Romani a Canne".
Άνσρες άγαϑοί
χαί τῆς Ῥώμης άξίοι

Polibio III, 116, 11

La Prof.ssa Giulia Giorgio, Docente di Lettere presso il Liceo Statale Enrico Fermi di Canosa, ha collaborato alla traduzione del contesto letterario dei versi polibiani:
(àndres agatòi / cài tes Ròmes acsiòi)
Uomini valorosi
e degni di Roma.

L'iscrizione in Latino
Sul lato sinistro del basamento è riportata l'iscrizione in latino, tratta dall'opera Ab Urbe condita di Tito Livio (Libro XXII, par. 54):
NVLLA ALIA GENS TANTA MOLE
CLADIS NON OBRVTA ESSET

Livio, XXII, 54, 11
"Nessuna altra stirpe, non sarebbe stata annientata
da così grande peso di disfatta".
Lo stesso Libro XXII, al par. 52, narra il rifugio dei Romani a Canusium, accolti dalla matrona Busa: Eos qui Canusium perfugerant mulier Apula nomine Busa, nel testo che fondò il nostro progetto e corteo storico nel 2007-08-09.

L'iscrizione in italiano
Sul lato frontale del basamento, che si affaccia sulla piana del fiume Ofanto (Aufidus) è riportata la datazione del monumento:
A. XVI E.F.
Anno XVI Epoca Fascista

Nell'era fascista si aggiungeva con disposizioni di legge il numero romano all'Anno civile, considerando che il primo anno dell'E.F. iniziava il 29 ottobre 1922, giorno dell Marcia su Roma, terminando il 28 ottobre del 1923.
Ne deriva che la datazione della Colonna di Canne ricade nel 1938, presumibilmente nella Primavera.
Secondo la tabella cronologica dell'Era Fascista l'anno XVI decorre dal 28 ottobre 1937 al 27 ottobre 1938.

La rivista di Storia Patria IAPIGIA
Gli scavi di Canne e la stessa Colonna vengono riportati dalla prestigiosa rivista IAPIGIA, Organo della R. Deputazione di Storia Patria per le Puglie, fondata nel 1930 e pubblicata con fascicoli trimestrali. La rivista costava 8 Lire in Italia e aveva sede presso l'Ateneo di Bari nel Museo Provinciale, di cui era Direttore lo stesso Prof. Gervasio.
Nella rivista Japigia dell'anno IX, fasc. IV (1938, 4) è lo stesso Prof. Gervasio, Segretario di Redazione a riportare gli scavi e a citare la colonna, che in fotografia a pag. 490, fig. 69, rende leggibile l'ANNO XVI E.F.
Il prof. Gervasio, Direttore degli scavi inviò una "Relazione a S. E. Ministro dell'Educazione Nazionale, il 5 giugno del 1938, anno XVI".
La pubblicazione degli Atti di Storia Patria si conclude con la seduta del 4 dicembre 1938, Anno XVII, a firma del Segretario prof. Gervasio.

La Gazzetta del Mezzogiorno
Gli scavi di Canne "proseguirono fino al 28 gennaio 1939, con precise direttive del Ministro dell'Educazione Nazionale", cui seguì la pubblicazione del 14 Marzo del 1939, Anno XVII E. F. da La Gazzetta del Mezzogiorno in due pagine storiche, su "Il grande sepolcreto della battaglia di CANNE", che abbiamo potuto rileggere e confrontare nella verifica cronologica.
Seguendo la datazione della Colonna e la pubblicazione della rivista Japigia, risulta infondato attribuire al basamento della colonna l'incisione "Anno XVII E.F." e celebrare "nel 2009 i settant'anni dell'installazione del cippo celebrativo del 1939", in quanto la datazione della Colonna riconduce al 1938 e non al 1939 e all'Anno XVI E. F. inciso sulla pietra e riportato sulla rivista Japigia del 1938, al fasc. IV.

Il Corriere della Sera
Gli scavi di Canne vengono pubblicati anche in una pagina del Corriere della Sera del 21 Giugno 1938 - Anno XVI, nell'articolo apprezzato a firma di Aldo Valori, scrittore e giornalista dal titolo: "Un'importante necropoli scoperta presso Canne".
Abbiamo ricevuto per concessione la pagina da Milano, dalla Mediateca Santa Teresa della Biblioteca Nazionale, dove viene riportata la traccia della colonna di Canne: "Un'antica colonna, raddrizzata sul punto più alto della collina, a dominio della pianura, con belle iscrizioni tolte da Livio e da Polibio, spicca da lontano nel cielo profondo". Si deduce pertanto che la colonna sia stata eretta nella Primavera dell'anno 1938, prima della nota del 5 giugno del prof. Gervasio inviata al Ministro.

Consegna delle ricerche storiche
Nella condivisione del sito archeologico di Canne tra Canosa e Barletta, affidiamo queste note di ricerca al sito di Canne, condotto con meritevole impegno da Nino Vinella, che abbiamo conosciuto personalmente con l'inserimento del progetto Ab Urbe condita del 2007 di Canusium. Affidiamo alla Gazzetta del Mezzogiorno la pubblicazione di questa nuova pagina, che dopo il 1939 riscrive la ricerca filologica della pietra della Colonna con la lettura della datazione. A distanza di venti anni dal 1938, nell'anno 1958, MCMLVIII, Canosa dedicò una colonna con aquila romana ed iscrizione a Scipione rifugiatosi a Canosa: Canne non fu solo "battaglia" nella storia, ma anche rifugio, ospitalità, salvezza, storia di Roma e del popolo italico a Canosa di Puglia.
Trasmettiamo e consegniamo alla Soprintendenza ai Beni Archeologici la ricerca filologica con l'auspicio che vengano valorizzate e promosse le iscrizioni in greco e in Latino e vengano risanate le epigrafi perché siano più leggibili e fruibili sulla pietra e in stampe nel Museo: le nostre ricerche filologiche ed epigrafiche, intendono valorizzare la parola e le "chianche scritte" della storia.
Confidiamo nell'accoglienza della stimata Dott.ssa Marisa Corrente.
Consegniamo la ricerca al Comune di Barletta e al Comune di Canosa di Puglia.
Riscopriamo nelle Scuole, nelle Istituzioni ed Associazioni la Colonna di Canne nelle iscrizioni del basamento, sigillo di intercultura e di radici della nostra storia italica, tra greco, latino ed italiano.
Le tre pagine di pietra parlano dall'epoca avanti Cristo e le parole incise scrivono ancora oggi la storia patria italica.

Ob amorem patriae
maestro Giuseppe Di Nunno
Colonna a Canne della BattagliaDatazione era fascistaTito LivioPolibio
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