Banchetto -Taffiare
Banchetto -Taffiare
Stilus Magistri

A taffiare a tavola

Dal dialetto ad Omero.

Un caro amico, Sabino, intrattenendosi in festa a tavola di sera d'estate con familiari e amici, ha lamentato poi di notte qualche disagio di digestione e, raccontandomi la tavola, mi ha evocato un vocabolo dialettale: "ah! sei stato a taffiè". Alcuni ieri sera nella notte di San Lorenzo, aspettando le stelle cadenti hanno colto l'occasione propizia di mangiare, anzi di "taffiare" con i teli a terra sotto il cielo stellato, che sopra di sé scrisse il filosofo Kant. La ricerca del lemma, non presente nel mio libro di Dialettologia del 2015, mi ha portato nella curiosità a sfogliare le pagine del Dizionario Palazzi della mia Scuola Media e del Dizionario Treccani, dove ritroviamo la radice del sostantivo "tafferia", di origine araba, taifuriia, che rappresenta un "piatto di legno largo e poco fondo", che assume in seguito il significato materiale e figurato nel verbo "taffiare", mangiare bene o in maniera ingorda. Ritroviamo il verbo "taffiare" nel Vocabolario della Lingua Italiana degli Accademici della Crusca di Firenze del MDCCCXL, che riporta il significato di "mangiar bene, con ingordigia". Il Vocabolario deli Accademici riporta anche il sostantivo "taffio" nel significato di "banchetto, dove si mangia bene".

Ricercando tra le Regioni d'Italia ritroviamo il il vocabolo "taffiare" nel dialetto piemontese e nella letteratura dei Promessi Sposi del Manzoni al Cap. VI : "mentre Renzo barattava i saluti con la famiglia, Tonio scodellò la polenta sulla tafferìa di faggio, che stava apparecchiata a riceverla". Dalla tafferia della polenta dei Promessi Sposi ci trasferiamo in Sicilia ritrovando il termine nel Vocabolario Siciliano etimologico dell'Abate Pasqualino da Palermo, dove "taffiari" significa "mangiare con ingordigia". Anche nel dialetto bolognese come riporta il Vocabolario del Ferrari del 1820 ritroviamo il termine "tafiàr" nel "mangiare smoderatamente" e ancora nel Dizionario del Dialetto Veneziano del Boerio del 1829. Nel dialetto napoletano si ritrova il vocabolo taffiare , come pure nel dialetto romanesco in "taffià", mangiare smoderatamente. Insomma nel gusto di tutte le regioni italiane "si taffia"!

E nei tempi remoti gli stessi Vocabolari riportano la radice etimologica greca del "taffio" o banchetto nel Dizionario greco antico τάφος (trasl. taphos), che era il banchetto funebre , sepulcrum epulum funebre, usanza nella cultura e mitologia dei defunti. Omero riporta il vocabolo nell'Iliade, dove lo ricerchiamo nel Libro VI, dopo la morte di Oreste, leggendo: "tu al taffio interverrai". Non spaventiamoci se vi ho condotto nel passato al taffio funebre, perché il banchetto era segno di condivisione umana della tavola anche nell'oltretomba, che è approdata poi nella tavola contadina medievale e nella nostra tavola. Ritorniamo con gioia a "taffiare" insieme a familiari e amici in questi giorni d'estate, condividendo non solo il buon cibo, ma anche i buoni sentimenti e i buoni valori della vita di relazione, di giorno, di sera, anche sotto le stelle. A furia di studiare, mi è venuto il desiderio anche di mangiare e di "taffiare", con il taffio di Ferragosto, con i figli, familiari e amici dalla Festa di San Sabino d'Agosto. Ciao Sabino, ci vediamo a ..... "taffiare" . Buon taffio di Ferragosto!
Maestro Peppino Di Nunno (stilus magistri)
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