Sanità pugliese tra carenza di personale e precariato

La denuncia del M5S

venerdì 23 ottobre 2015 20.49
"Nelle ASL pugliesi la situazione per il personale infermieristico è drammatica, caratterizzata da precariato e da carenza di personale. Per i precari della sanità blocco del turnover e impossibilità di avviare le procedure per passare al contratto indeterminato. La Regione intervenga" Questa la denuncia dei consiglieri regionali M5S della III Commissione, Marco Galante e Mario Conca: "Si stanno mettendo a rischio le normali necessità assistenziali dei pazienti. Abbiamo presentato un'interrogazione urgente per chiedere la tutele degli infermieri precari esclusi dal DPCM Lorenzin". Il decreto emanato dell'attuale governo, sarebbe a giudizio dei consiglieri pentastellati, "contro ogni principio sia morale che giuridico", dal momento che esiste una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014 che ha sanzionato lo Stato italiano per il reiterato ricorso ai contratti a tempo determinato. "È in gioco - dichiara Galante - il destino delle centinaia di migliaia di precari che ormai da lungo tempo prestano la loro attività per gli enti pubblici. Ad aggravare la situazione c'è il blocco del tournover, che sta mettendo a rischio i pazienti e la sicurezza dei professionisti sanitari. Con la conseguenza che a pagare sono cittadini (malasanità) e operatori che possono sbagliare per il sovraccarico di lavoro, come i doppi turni, lo straordinario e mancati riposi dal rientro della notte. Distanze dal posto di lavoro eccessive dovuto al blocco della mobilità e sono tanti coloro che sono costretti a viaggiare avendo famiglia. Il paradosso è che il personale delle ASL pugliesi è cosi sotto dimensionato che pur stabilizzando i precari si potrebbero espletare nuovi concorsi per altrettanti infermieri".

Secondo Galante è necessario che la Regione intervenga dal momento che agli infermieri pugliesi sono precluse le possibilità di avvio dalle possibili procedure di trasformazione del contratto di tipo determinato a indeterminato, per via del DPCM 6 marzo 2015, il quale ha posto come limite temporale il 31 ottobre 2013, per maturare il diritto all'accesso alle procedure di mutazione negoziale. "Norma in totale contrasto con la direttiva comunitaria 1999/70/CE e la sentenza "Mascolo" della Corte di Giustizia del 26/11/2014, - avverte il consigliere tarantino - che ha sancito il diritto della trasformazione del contratto a scadenza temporale in indeterminato, nel momento in cui, un dipendente raggiunge i 36 lavorativi, non lasciando più spazio ai pregressi dubbi normativi ostativi, in passato sollevati."

Sulla questione interviene anche Mario Conca: "Tali inosservanze, sono già oggi oggetto di contenziosi aperti con l'ente regionale, che potrebbero recare danni erariali alle casse pugliesi. Dobbiamo emulare le regioni come il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, le Marche e la Sicilia, che hanno formulato concorsi pubblici su base regionale, che in alcuni casi sono stati saggiamente formulati per soli titoli, rispondenti ai criteri delle norme comunitarie e nazionali, prevenendo possibili contenziosi e sanando situazioni annose".

I due consiglieri pentastellati annunciano di aver già chiesto all'Assessore alle Politiche per la Salute "se intenda effettuare una ricognizione in ambito regionale di tutti gli infermieri precari in servizio e non, che abbiano maturato il diritto all'assunzione a tempo indeterminato. - e proseguono - Abbiamo altresì chiesto se intenda dare piena attuazione alle procedure di recepimento e di adeguamento agli atti e alla giurisprudenza dell'Unione europea al fine della legittima stabilizzazione di tutto il personale precario della sanità pubblica, appartenente alle professioni infermieristiche, con più di 36 mesi di contratti a termine, rispettando due semplici criteri, quali la messa in servizio di tutti gli infermieri precari a tempo indeterminato nelle ASL regionali, aventi i requisiti su menzionati, con opportuna procedura rispettante le norme vigenti, ad esclusione del DPCM 6 marzo 2015. In ultimo - concludono - abbiamo ribadito la necessità di effettuare le collocazioni del suddetto personale nelle ASL, dove è stato raggiunto il trentaseiesimo mese di lavoro, a prescindere che siano in servizio nel periodo dell'analisi ricognitiva, e quindi, di andare ad esaurimento delle liste di tutti i soggetti aventi tali requisiti. Per il futuro è necessario stabilire un protocollo assunzionale, eliminando iniquità di trattamento, nella scelte contrattuali".