Il «Bella Ciao» vietato dal sindaco di Canosa

"Si tratta di un fatto grave" ha dichiarato Matteucci di Potere al Popolo Barletta Trani Andria e Canosa

sabato 27 aprile 2019 7.57
Il sindaco di Canosa, durante le celebrazioni per il 25 aprile, ha vietato che venisse suonato il canto partigiano simbolo della LIBERAZIONE, Bella Ciao. Non solo: quando un gruppo di cittadini ha provato ad intonarlo, la banda ha soffocato il canto prima che questo fosse completato. La banda ha suonato per tutta la durata della celebrazione inni della prima guerra mondiale, privi di ogni senso nel giorno della celebrazione della fine del dominio nazifascista. "Si tratta di un fatto grave". Un tentativo di riscrivere la storia, di bandire dalla memoria collettiva un regime, quello fascista, cui parti consistenti del governo in carica strizzano l'occhio per ragioni elettoralistiche. Suonare la canzone del Piave nell'anniversario della LIBERAZIONE, e vietare l'inno simbolo della Resistenza è un gesto che ha significati inaccettabili: su tutti, quello di ricollegare subliminalmente la nostra democrazia non alla lotta contro il regime dittatoriale di Mussolini, ma ad una guerra mondiale, la prima, da cui al contrario si produssero le condizioni che aprirono la strada al fascismo. La Costituzione italiana è costituzione antifascista, piaccia o meno al sindaco di Canosa: nasconderlo significa offendere la nostra democrazia e tutti coloro che sono morti per conquistare la nostra libertà.
Avv. Cosimo D. Matteucci.- Referente di Potere al Popolo Barletta Trani Andria e Canosa