Finché c'è guerra non c'è speranza

Più Campanili e più Torre di orologi possono consentire un doveroso ascolto.

martedì 17 luglio 2018 15.19
Sul mediatico pubblico orale e scritto di questi giorni sembra utile qualche modesta riflessione per una augurabile rivisitazione dei canoni superati di pura contrapposizione politica constatato un elettorato "arrabbiato" per la mancanza di un minimo di sopravvivenza (il termine "dignità" è un'attitudine o sentimento a riconoscere il proprio valore); perdita degli elementari diritti di cittadinanza attiva e di progresso (chiusura ospedale e servizi pubblici decentrati); anche della speranza per i propri figli di vederli realizzati (i giovani studenti superdotati si auspicano di lasciare le proprie origini). Rimembrando una lezione della scuola guida è opportuno ricordare la differenza tra "fermata", "sosta", "inversione di marcia". Lo slogan di moda "cambiamento" significa "mutamento improvviso che avviene in una situazione" dunque, una inversione di marcia. Lo stato dell'arte dei politici di oggi è creare e offrire al cittadino "un nemico", innescare "una invidia". Si è passato da una decennale "assuefazione speranzosa" ad una campagna mediatica velenosa solleticando la pancia dell'elettore con promesse da "santoni guaritori". Ma... il progresso non si "regala" con i decreti ma va costruito come ogni scienza sociale: è frutto di studio, teorie economiche ed organizzative salvaguardate dai "lacci e lacciuoli"; "pesi e misure" dalla potenza finanziaria.

Una idonea formazione alla cittadinanza attiva si realizza dalla educazione famigliare, nella scuola, nelle associazioni rappresentative, negli interessi diffusi e opportunamente bilanciati. Vantare o criticare inefficienze trascorse e/o incapacità attuale è ascoltare musica desueta, sia per chi crede di "Essere stato" senza evidenti progressi e chi "Oggi a timone" di una nave in mare grosso chiuso nella cabina di comando anche con "amichevoli secondi". È tempo di non alimentare avversioni verso il nemico italiano o straniero che sia ma, di dialogare con un linguaggio coinvolgente e persuasivo, di programmazioni alternative sovracomunali, nuovi tracciati per nuovi orizzonti. "Non abbiate paura" è il famoso appello da rivolgere anche ai politici di buona volontà ad incontrarsi, confrontarsi. La cura del proprio orticello è insufficiente a soddisfare la voglia di progresso che proviene impetuoso dal basso. Urge una concertazione con le Comunità limitrofe di Minervino e Spinazzola! Più Campanili e più Torre di orologi, anche e soprattutto nella loro meravigliosa tipicità, possono consentire un doveroso ascolto. Parafrasando il titolo del film di Alberto Sordi "Finché c'è guerra non c'è speranza".
Dott. Domenico Di Pinto