Falliscono i negoziati ONU sul trattato globale contro l’inquinamento da plastica
Plastic Free: “Inaccettabile ignorare ancora l’emergenza”
sabato 16 agosto 2025
10.05
Dopo undici giorni di lavoro a Ginevra e tre anni di discussioni internazionali, i negoziati dell'Intergovernmental Negotiating Committee (INC) si sono chiusi senza produrre un trattato giuridicamente vincolante per porre fine alla crisi dell'inquinamento da plastica. Una conclusione che Plastic Free Onlus, associazione nata nel 2019 per contrastare l'inquinamento da plastica e oggi presente in 40 Paesi nel mondo, definisce "profondamente deludente" e "inaccettabile" alla luce delle evidenze scientifiche sempre più chiare sui rischi che la plastica comporta per la salute umana e per gli ecosistemi, con microplastiche rilevate nel sangue, nei polmoni e persino nella placenta. "Numericamente, la maggior parte degli Stati si è espressa con forza a favore di un trattato coraggioso che affrontasse l'intero ciclo di vita della plastica, dalla produzione all'uso fino alla gestione dei rifiuti – dichiara Luca De Gaetano, Fondatore e Presidente di Plastic Free Onlus, unica associazione italiana presente a Ginevra come osservatore con Silvia Pettinicchio, Global Strategy Director –. Ma a bloccare l'avanzamento del processo sono stati governi che continuano a mettere al primo posto gli interessi economici di pochi, fallendo nel guidare il necessario cambiamento di modello economico, sociale ed equo".
Secondo Plastic Free, la presenza di rappresentanti delle lobby del petrolchimico e della plastica all'interno di alcune delegazioni ha esercitato pressioni tali da piegare la diplomazia, trasformando un'opportunità storica in un'occasione mancata. Le delegazioni sono rimaste divise sulla questione cruciale: ridurre la produzione globale di nuova plastica e limitare le sostanze tossiche utilizzate nei processi produttivi. "Fortunatamente – prosegue De Gaetano – alcuni Paesi, in particolare quelli della High Ambition Coalition, stanno già portando avanti percorsi paralleli e indipendenti più ambiziosi. Ma l'assenza di un trattato globale significa che a pagare il prezzo più alto continueranno a essere i Paesi in via di sviluppo, gli Stati insulari e quelli senza accesso al mare, dove l'inquinamento da plastica devasta ecosistemi, economie locali e salute pubblica. Ancora una volta, sarà la geografia a determinare chi avrà un futuro protetto e chi verrà lasciato indietro".
Il negoziato INC non si è formalmente chiuso: è prevista un'ulteriore sessione, di cui si è in attesa della data, ma senza una chiara assunzione di responsabilità da parte dei governi e della società civile internazionale, il processo rischia di arenarsi definitivamente. Plastic Free lancia quindi un appello globale alla mobilitazione: "Chiediamo a cittadini, associazioni, comunità scientifica e amministrazioni di unirsi per pretendere un accordo ambizioso, equo e vincolante. Noi continueremo a farlo, insieme ai nostri referenti, volontari, scienziati e amministratori sensibili, finché l'inquinamento da plastica non sarà affrontato alla radice".. Un appello condiviso anche dal presidente francese Emmanuel Macron che, in un messaggio diffuso su X, ha definito "semplicemente inaccettabile" la scarsa ambizione, invitando tutti gli Stati ad adottare un trattato "realmente all'altezza di questa emergenza ambientale e sanitaria. Per la nostra salute. Per il nostro ambiente. Per i nostri figli".
Secondo Plastic Free, la presenza di rappresentanti delle lobby del petrolchimico e della plastica all'interno di alcune delegazioni ha esercitato pressioni tali da piegare la diplomazia, trasformando un'opportunità storica in un'occasione mancata. Le delegazioni sono rimaste divise sulla questione cruciale: ridurre la produzione globale di nuova plastica e limitare le sostanze tossiche utilizzate nei processi produttivi. "Fortunatamente – prosegue De Gaetano – alcuni Paesi, in particolare quelli della High Ambition Coalition, stanno già portando avanti percorsi paralleli e indipendenti più ambiziosi. Ma l'assenza di un trattato globale significa che a pagare il prezzo più alto continueranno a essere i Paesi in via di sviluppo, gli Stati insulari e quelli senza accesso al mare, dove l'inquinamento da plastica devasta ecosistemi, economie locali e salute pubblica. Ancora una volta, sarà la geografia a determinare chi avrà un futuro protetto e chi verrà lasciato indietro".
Il negoziato INC non si è formalmente chiuso: è prevista un'ulteriore sessione, di cui si è in attesa della data, ma senza una chiara assunzione di responsabilità da parte dei governi e della società civile internazionale, il processo rischia di arenarsi definitivamente. Plastic Free lancia quindi un appello globale alla mobilitazione: "Chiediamo a cittadini, associazioni, comunità scientifica e amministrazioni di unirsi per pretendere un accordo ambizioso, equo e vincolante. Noi continueremo a farlo, insieme ai nostri referenti, volontari, scienziati e amministratori sensibili, finché l'inquinamento da plastica non sarà affrontato alla radice".. Un appello condiviso anche dal presidente francese Emmanuel Macron che, in un messaggio diffuso su X, ha definito "semplicemente inaccettabile" la scarsa ambizione, invitando tutti gli Stati ad adottare un trattato "realmente all'altezza di questa emergenza ambientale e sanitaria. Per la nostra salute. Per il nostro ambiente. Per i nostri figli".