Storia e dintorni

Storie di mare e di uomini:

Il Senatore Vito Rosa e il Conte Rosso, l’HMS Regent e la Samuel Tilden: storie di mari e di eroi tra Canosa, Barletta e Bari

E' il cuore della notte del 24 maggio 1941: il giovane canosino Vito Rosa, militare, è appena giunto a Napoli per imbarcarsi con i suoi commilitoni per partire per i teatri di guerra dell'Africa. Adesso davanti a lui la nave, mastodontica, sulla quale imbarcarsi: il Conte Rosso; la nave, che prima della guerra era un transatlantico di lusso che collegava l'Italia agli Stati Uniti, adesso era stata requisita dalla Marina Militare Italiana per trasportare le truppe in Africa.

Vito Rosa sale la passerella, prende posto: le chiacchierate con gli amici, il pensiero alla famiglia, gli ordini degli ufficiali, finchè alle 4.40 della notte il Conte Rosso prende il largo, con rotta verso Tripoli; insieme al Conte Rosso viaggiano il Marco Polo, l'Esperia e il Victoria; la formazione è scortata dal cacciatorpediniere Freccia e dalle torpediniere Pegaso, Procione e Orsa. Il viaggio fila via tranquillo fino a Messina; la formazione, superato lo Stretto, fa rotta per Malta; a Messina la scorta viene rafforzata con gli incrociatori Trieste e Bolzano e le cacciatorpediniere Ascari, Corazziere e Lanciere.

Sembrerebbe una formazione difensiva invalicabile ma così non è: alle 20.20 del 25 maggio il sommergibile britannico Upholder individua il convoglio; il sommergibile segue il convoglio, poi manovra per attaccare: alle 20.40 l'Upholder lancia 2 siluri: il Conte Rosso è centrato in pieno: cola a picco in 10 minuti.

Sulla nave sono imbarcati 2729 uomini; 1297 uomini mancheranno all'appello, si salvano in 1432. Le lance di salvataggio, nel cuore della notte raccolgono i naufraghi: Vito Rosa è tra i naufraghi, si è salvato, ce l'ha fatta.

Vito Rosa giungerà in Africa dove farà il suo dovere: verrà fatto prigioniero dagli americani nel 1943; tornerà in Italia dalla prigionia in Arkansas dopo 3 anni.

Vito Rosa sarà Sindaco di Canosa di Puglia dal 1957 al 1960 e sarà poi eletto Senatore della Repubblica dal 1968 al 1983.


L'HMS REGENT

Nel cuore della notte del 18 aprile 1943 i barlettani furono svegliati da un rumore sordo; quando la mattina alle prime luci dell'alba cominciarono ad uscire dalle loro case i cittadini erano in agitazione: "avete sentito anche voi il rumore? Sembrava un'esplosione"; "si, un'esplosione" si dicevano tra loro i cittadini; "sembrava provenisse dal mare", aggiunsero altri; così le barche dei pescatori presero il largo per capire cosa fosse successo ma non fu avvistato nulla; il mare era tranquillo, calma piatta, nessun residuo di una qualche esplosione mostravano i flutti marini.
Per decenni i barlettani si chiesero cosa mai fosse stata quella esplosione udita nel cuore della notte. Gli anni passarono, e il tempo si portava via con sé la voce, i racconti; finchè ad un certo punto, i pescatori di Barletta cominciarono a rendersi conto che in un punto del mare, non lontano dalla riva, tra Margherita di Savoia e Barletta le reti a strascico si impigliavano e restavano in fondo al mare.

La voce giunse ai sommozzatori di Bisceglie capitanati da Ennio Padalino: andiamo a vedere si dissero: era l'agosto del 1999: seguendo i racconti dei pescatori, si calarono in mare; la sorpresa, l'emozione fu travolgente: lì in fondo, a soli 35 metri di profondità, c'era un relitto inaspettato: un sommergibile della Seconda Guerra Mondiale!
Riemersero pieni di emozioni, avvisarono la Capitaneria di Porto: la Marina Militare Italiana fu subito informata, ma no, rispose, non abbiamo sommergibili perduti in quel tratto di mare.
Un sommergibile straniero dunque, ma di quale nazione?: tedesco, americano, francese?
Pochi giorni dopo la risposta venne da Londra: è uno dei nostri sommergibili informò il Ministero della Difesa Britannica: è il Regent!
Il Regent!: la sorpresa, lo stupore colpirono tutti. Il Regent era stato uno dei più gloriosi sommergibili della Marina Britannica, aveva compiuto imprese eroiche ed in Gran Bretagna era famosissimo; nessuno però aveva saputo più che fine aveva fatto: doveva tornare alla sua base, a Beirut entro il 1 maggio 1943, ma alla base non aveva mai fatto ritorno.

Adesso, nel 1999, il Regent raccontava la sua storia: in missione nelle acque pugliesi, il Regent, nei pressi di Barletta, aveva urtato un campo minato. Affondò in pochi minuti, portando con sé tutti gli uomini dell'equipaggio.

Oggi il Regent, a pochi km dalla costa, tra Margherita di Savoia e Barletta è Sacrario Militare Britannico. Pochi i sub che si avventurano, per rispetto al relitto e alle vittime.

Il 18 aprile prossimo sarà il 70esimo anniversario dell'affondamento del Regent. In Inghilterra, un sito web è dedicato al Regent dove i parenti ricordano i loro familiari.

Nella Sesta Provincia, tra Margherita e Barletta un Sacrario Militare Inglese, il sommergibile HMS Regent.

LA SAMUEL TILDEN

I pescatori di Bari lo chiamavano "u' piroscaf" (il piroscafo); stava lì, a un km dall'ingresso dal porto di Bari, da anni immemorabili, perduto nella notte dei tempi; che ci fosse una grande nave era risaputo, ma che nave fosse nessuno lo sapeva. Inoltre fare immersioni era difficile perché la nave giaceva a 55 metri di profondità e con scarsissima visibilità dato il fondo melmoso.

Ma nell'agosto 2011 i sommozzatori dei Carabinieri di Bari (Fabio Introna, Nico Fumai, Sabino Scianatico), approfittando di una eccezionale visibilità riuscirono a fare delle riprese del piroscafo; girarono le immagini al giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno Nicolò Carnimeo che scrisse un articolo il 4 settembre: a pochi km dal porto c'era una nave dal nome e dalla storia sconosciuta: poteva essere il Brindisi 2, ma le dimensioni non combaciavano. "Chiunque fosse in grado di fornire indicazioni ci contatti" chiudeva l'articolo Nicolò Carnimeo.

Cominciai a leggere l'articolo con interesse; poi iniziai a guardare con sempre più attenzione il breve filmato video e le foto che la Gazzetta aveva pubblicato sul Web; mi bastò poco per capire di che nave si trattasse: c'erano le jeep e soprattutto le ambulanze; per scrupolo riconsultai le mie carte, i miei documenti inglesi e italiani, telefonai a George, in Inghilterra; alla fine non ebbi più dubbi: "è lei, l'hanno trovata": è l'ultimo mercantile del bombardamento tedesco del 2 dicembre 1943, è la Samuel Tilden.

Chiamai subito la Gazzetta, fui messo in contatto con il giornalista, gli fornii tutte le informazioni: "è la Samuel Tilden" dissi, è un mercantile americano, proveniva da Biserta agli ordini del Capitano Blair, è stata colpita dai bombardieri tedeschi, la nave andò in fiamme poco prima di entrare in porto, ma molti si salvarono" dissi.

Nicolò mi disse che gli avevo fornito elementi di cui lui era a conoscenza ma che non aveva scritto nell'articolo: gli scarponi ritrovati in effetti erano americani, la copertina di un diario recava la scritta di New York.
Ci sentimmo con il dr Trizio dell'Associazione Marinai, valutammo le misure del piroscafo in fondo al mare: 120 metri; la dimensione delle navi Liberty: non c'erano più dubbi era lei.
La notte del 2 dicembre 1943 la nave in preda alle fiamme, senza più equipaggio - giunto a terra con le scialuppe - si stava avvicinando all'ingresso del Porto; una Motobarca inglese (una specie di MAS) lanciò due siluri contro la Samuel Tilden per affondarla. La Samuel Tilden colò a picco a 1 km dall'ingresso del Porto.

Era il 2 dicembre 1943, identificata nel 2011.

Vito Rosa e il Conte Rosso, l'HMS Regent e la Samuel Tilden, Barletta e Bari, storie di mare e di uomini nel cuore di Puglia.

Francesco Morra
HMS RegentSamuel TildenSamuel Tilden 2Conte Rosso
© 2005-2024 CanosaWeb è un portale gestito da 3CPower srl Partita iva 07161380725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
CanosaWeb funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.