Storia e dintorni

La scoperta degli Ipogei Lagrasta in un articolo del 1853

Arrivò sino alla Nuova Zelanda

Fece il giro del mondo la notizia della scoperta degli Ipogei Lagrasta. Arrivò sino alla Nuova Zelanda, quando il 4 ottobre 1853 il Daily Southern Cross pubblicò un articolo sugli Ipogei canosini.
L'articolo fu scritto dal corrispondente di Atene che si era recato a Napoli per incontrare Carlo Bonucci, direttore generale agli scavi del Regno di Napoli. Abbiamo realizzato, senza alcuna pretesa, una traduzione dell'articolo originale, prendendolo direttamente dal sito della National Library della Nuova Zelanda che ha digitalizzato e messo online l'articolo:

http://paperspast.natlib.govt.nz/cgi-bin/paperspast?a=d&cl=search&d=DSC18531004.2.17&srpos=12&e=-------100--1----0Canosa--

Sembra una scena da Indiana Jones; pensate se la scoperta fosse avvenuta ai giorni nostri, nell'era della comunicazione globale…

Scoperta di antichi monumenti in Magna Grecia

Una delle più importanti e interessanti scoperte archeologiche degli ultimi anni è avvenuta in quella parte del Regno di Napoli che va sotto il nome di Puglia, parte della Magna Grecia. Io credo che sia risaputo che il cavalier Carlo Bonucci, per 25 anni architetto e direttore generale alle antichità e agli scavi del Regno di Napoli, abbia scoperto, di recente, vicino Canosa - fondata da Diomede - una necropoli sotterranea pressoché intatta.

L' ingresso principale è decorato da 4 colonne doriche, due nicchie per statue e una seconda linea di colonne Ioniche, tutte di slanciate ed eleganti proporzioni, e di una manifattura che ricordano il periodo d'oro dell'arte – quella tra Pericle e Alessandro.
Quest'ingresso elegante era dipinto in vari colori che producevano un effetto piacevole e sorprendente Questa particolarità di architettura policromatica è di alto valore per il suo stato di conservazione, la sua freschezza, e per l'epoca classica alla quale appartiene.

Entrando nell'ipogeo, nel quale il Tempo e la Morte hanno diffuso un eterno silenzio, troviamo cunicoli che conducono a vari gruppi di stanze. I cancelli sono decorati con eleganti colonne Ioniche, i cui capitelli, presentano l'accessorio ornamentale di un festone. Il signor Bonucci mi ha detto, che entrando nelle camere egli ha trovato ogni cosa al suo posto come era stata lasciata 2200 anni prima.
I muri erano ricoperti da lini ricamati in oro; ghirlande di fiori, appassiti, è vero, ma preservati nella loro forme, attaccate al soffitto. Tutti i tipi di mobilio e i vasi preziosi erano distribuiti tutt'intorno nelle più varie e aggraziate dei modi.

Qui si potevano vedere statue di marmo, busti di dee e sacerdotesse in terra cotta magnificamente dipinte, vasi di creta di grandezza straordinaria sui quali erano rappresentate scene di vita quotidiana e le più classiche tradizioni mitologiche.
Di una di questi (vasi) ne ho parlato in un lettera non appena arrivato al Museo borbonico. Non è stato ancora sistemato, ma ieri mi è stato possibile un'analisi più approfondita.
Sul vaso più grande, che è di dimensioni gigantesche ed è ancora imballato, Omero è disegnato con la lira nelle sue mani come se stesse declamando alcuni passaggi dell'Iliade o dell'Odissea.
Nel mezzo di questi tesori e miracoli di arte di ogni forma, giaceva la padrona di casa sdraiata, riposando tranquillamente come se dormisse.

Così grande era l'illusione che si sarebbe potuto dire "lei è morta, ma non addormentata".
Giaceva su di un letto di bronzo dorato, supportato da fregi, figure e geni, squisitamente intagliati in avorio.
Nelle camere adiacenti, addobbate di tutte le stesse ricchezze, giacevano sua figlia e la servitù.

Queste giovani ragazze erano ancora vestite con abiti ricamati d'oro. Le loro teste erano adornate da ghirlande d'oro che rappresentano i fiori sacri a Proserpina – nel mezzo dei quali vi erano uccelli e insetti.
C'erano altre ghirlande di rose: - alcune erano diademi ricoperti da pietre preziose eccezionali e finemente lavorate; una di queste ghirlande l'ho vista ieri in mani private; nulla può superare la loro bellezza.
Le orecchie di queste ragazze erano tutte ornate da pendenti di varie forme e da collari nei quali smeraldi e giacinti erano intrecciati da catene d'oro.
Due di queste, sono state ottenute attraverso il contrabbando.

Vi erano braccialetti a forma di spirale o di serpente. Un sontuoso tavolo era posto ai loro lati.
I frutti consistevano di melograni, pini e mele, mentre i fiori erano narcisi, giacinti e asfodeli, che sembravano ancora freschi.
Erano realizzati o in terra cotta, o in vetri colorati o di roccia. Erano fatte di metallo, di smalto verde, o dorati.
I piatti e ogni altra posata necessaria per pranzare e le lampade che dovevano far luce su di essi, erano di una grandezza straordinaria, così come tutti i vetri.

Questi vetri erano formati da un tipo di pasta lavorata a mosaico, di un design bellissimo, nel quale si incastonavano piccole perle di oro.
Su alcuni piatti erano disegnati paesaggi, e altri erano ornati da linee di oro rappresentanti eleganti e sontuosi edifici.
Queste scoperte sono terminate solo a metà dello scorso anno; e mi è venuto in mente, che mentre stiamo cercando tutte le meraviglie dell'arte per adornare il Crystal Palace a Sydenham, sia giusto rendere noto al pubblico britannico questi fatti straordinari.

Le piante e i disegni sono tutti nelle mani del Cavalier Bonucci – e non so se essi siano pervenuti al Commissario della Compagnia del Crystal Palace durante la loro rapida visita alla capitale.
Nel spedire le notizie di cui sopra, ho percepito come fossero ricevute con incredulità.
Infatti, mentre scrivo, sembra che io stia ancora vagando. Ma ho visto almeno una parte degli oggetti che sono stati recuperati, - e non ho mai visto nulla di così meraviglioso.


a cura di Francesco Morra
Ipogei Lagrasta Canosa di Puglia
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