Addolorata don Nicola Caputo
Addolorata don Nicola Caputo
Storia e dintorni

Devozione all’Addolorata in casa

Il culto familiare di Don Nicola Caputo

Racchiusi in casa in tempo di coronavirus, riscopriamo la vita fra le mura domestiche e i legami familiari e la "Chiesa domestica", mentre le chiese, sacri edifici, restano chiuse ai fedeli. Nel tempo delle tradizioni popolari pasquali, ci viene presentata la devozione all'Addolorata nell'abitazione del Sacerdote Don Nicola Caputo, Viceparroco della Cattedrale di San Sabino di Canosa di Puglia(BT). Due statuette, l'Addolorata e il Cristo Morto, costituiscono un sacro altarino devozionale, che attesta le radici cristiane delle fede semplice, povera e autentica dei nostri padri. Ricordiamo, infatti, santi in campana, i santini accanto a foto di familiari defunti in guerra o per malattia. Lo stesso Don Nicola ci riporta le radici storiche e artistiche dei simulacri, i quali conservano ancora oggi la devozione e la sua preghiera, che in questo tempo di chiusura assumono ancor più valore e amore. "La devozione dell'Addolorata parte dai miei avi. Dalla mia bisnonna Carucci Francesca (nonna Ciccélle, come la chiamavano) deceduta all'età di 96 anni il 14 luglio 1973. Passata ai vari eredi è giunta a me. Fatta restaurare lo scorso anno, la custodisco gelosamente. Il Cristo morto è un regalo della mia mamma, Polito Massa Sabina, venuta a mancare il 13 luglio 2009 all'età di 67 anni. Me la donò nel settembre 1995 quando entrai in seminario. Con la Vergine Addolorata occupa un posto privilegiato nella mia casa, testimonianza di una fede semplice ma profonda, vissuta nella quotidianità degli eventi lieti e tristi della famiglia".

L'Addolorata, alta 75 cm è in terracotta e risale al 1700 in stile napoletano, con abiti originali; è stata ricoperta di un velo di tulle nero, come quella pregevole della Chiesa della Passione, che ci è stata presentata liturgicamente e distanziata in questi giorni del canto popolare della Madonna delle Lacrime. Don Nicola ha posto sul petto della Vergine Addolorata la simbologia di sette spadini di metallo argentato a rappresentare i Sette Dolori di Maria, nelle radici della Chiesa della Passione e della tela del '700 venerata nella Cattedrale di San Sabino. Il Cristo Morto in vetro resina, lungo 55 cm. posto ai piedi dell'Addolorata è suggestivo, quasi a rievocare la Pietà di Michelangelo, la Pietas della Deposizione di Gesù Morto dalla Croce dinanzi alla Madre Addolorata. In questa travagliata primavera pasquale Don Nicola Caputo, interprete del sentimento religioso popolare radicato nei secoli, affidandole alle mani dei bambini che portavano in Chiesa dalle case i vasetti del "grano dei Sepolcri" all'Eucarestia del Giovedì Santo, ha posto i germogli di grano e di lenticchie, preparato per il repositorio della Cattedrale di San Sabino, ai piedi del Cristo Morto e dell'Addolorata.

Siamo grati a Don Nicola Caputo per la condivisione di questo altarino in casa e ci affidiamo alla Sua preghiera, alla preghiera di Don Felice Bacco e dei nostri Sacerdoti, dove le porte sono chiuse, ma il cuore resta aperto nella fede che si ravviva nel silenzio, nel raccoglimento della solitudine, nella prova smarrita e nel dolore, nell'attesa fiduciosa, nell'amore di Gesù e Maria. "Gesù e Maria", veniva recitato anche in casa da nostri padri prima di addormentarsi e, quali custodi, siamo grati ai nostri padri, i quali accanto al computer, ci chiedono un altarino di devozione familiare e popolare. In questo Venerdì Santo, come la mano di Papa Francesco bambino, veniva accompagnato dalla nonna al Cristo Morto nella processione delle candele, la nostra mano bambina di fede venga accompagnata anche da questo altarino dei nostri nonni. Vergine Addolorata in casa, prega per le nostre case!
Maestro Peppino Di Nunno
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