Rasoterra - Pietra Caduta
Rasoterra - Pietra Caduta
Canosa: Tra Storia e Cultur@

Buona la prima! Rasoterra “vola in alto”

A Canosa di Puglia, presentazione pubblica della residenza artistica ”In-ruins 2025” nei siti archeologici

Un tramonto più estivo che autunnale ha fatto da cornice alla presentazione ufficiale del programma finale dal titolo "Rasoterra", svoltasi il 10 ottobre scorso, la prima delle due giornate nell'ambito della residenza artistica "In-ruins 2025" ambientata nei siti archeologici di Canosa di Puglia. In gergo calcistico "rasoterra" richiama il tiro effettuato in modo che la palla segua un percorso rasente al terreno di gioco, mentre, la residenza artistica "In-ruins 2025" narra della soglia in cui il tempo si schiaccia e l'eternità si contrae in un istante: l'attimo in cui si discende e si risale, in un continuo addivenire di colline, persone e rovine. In questa urbanità dissonante, incastrata tra cave e cantieri, hanno operato per un mese gli artisti in residenza, trasformando i loro sguardi in strumenti di scavo come la lente di ingrandimento alla scoperta delle bellezze canosine che hanno perfezionato con le loro mani e menti creative spingendosi oltre i limiti. Manualità e intelletto artistico per una creatività al di sopra dei soliti canoni, ripensando il territorio di "Principi, Imperatori e Vescovi". Siti e parchi archeologici di Canosa di Puglia che sono diventati "luoghi di incontro, capaci di accogliere pratiche urgenti e dialoghi interdisciplinari, nel cuore di contesti periferici."

La necropoli di Pietra Caduta, risalente al V e IV secolo a.C., ricca di tombe a monocamera, note come "grotticelle", scavate nella roccia calcarea, ha ospitato il primo step "Para-city", percorso dalle interpretazioni di Steffi Stouri(Grecia) e Xenia Benivolski(Canada). Sperimentazioni sonore "Per ogni mandorlo una storia", l'incipit della narrazione di un'archeologia vernacolare del territorio: "Quando i proprietari terrieri e i contadini si imbattevano in queste camere funerarie, le svuotavano nella speranza di vendere il contenuto, le rinchiudevano e piantavano un mandorlo al posto dei morti e dei loro oggetti. L'albero che emerge dalla tomba è testimone sia del saccheggio sia delle condizioni che lo hanno reso inevitabile." Gli archeologi, saccheggiatori e cavatori "entrano tutti nella terra in modi simili : creando aperture, estraendo ciò che è nascosto, disturbando ciò che un tempo era sigillato Ogni gesto comporta una forma di sacrificio di sfruttamento, una negoziazione tra protezione e distruzione"

Da Pietra Caduta alla Domus romana di Montescupolo, passando per la Cassa Armonica della Villa Comunale "Aldo Moro" di Canosa di Puglia, dove una giovane cantante(Maria Sinesi accompagnata da Vincenzo Dell'Uovo al pianoforte), come una prefica, ha intonato in chiave neomelodica dei lamenti funebri degli anni sessanta-settanta del '900. In serata, ha fatto seguito l'esibizione della Banda "G.Verdi" di Canosa di Puglia, diretta dal M° Pino Lentini, alla Domus romana di Montescupolo, dove il cemento si amalgama con le rovine, in una marcia arcaica "Finchè il fuoco non uscirà dal mio petto, finchè il fumo non sarà disperso dal vento" nell'ambito di un progetto a firma di Giuseppe Di Liberto. Una performance che ha coinvolto attivamente "la popolazione, trasformandola da semplice spettatrice a parte integrante di un rito". "Rasoterra" ha fatto goal per la gioia degli amanti dell'archeologia, della storia, della cultura, dell'arte in un ensemble di emozioni che resteranno indelebili nel tempo. Un plauso agli artefici Nicola Guastamacchia e Nicola Nitido, curatori di "In-ruins 2025", è giunto dal pubblico e dalle autorità intervenute, tra le quali : il sindaco di Canosa, Vito Malcangio; l'assessore alla cultura e archeologia, Cristina Saccinto; il vice presidente della Fondazione Archeologica Canosina, Nicola Luisi congratulandosi per le opere portate a termine con l'intento di valorizzare non solo il patrimonio archeologico, ma anche i miti, le tradizioni e le storie della comunità locale, attraverso un approccio sperimentale intriso di arte contemporanea in un percorso pregno di innovazione ed espressione, specchio della società attuale sempre più social e digitale.
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