Fulmine
Fulmine
Vita di città

U‘ndrunìzze, il tuono

Dialettando di notte

Dal tuono della notte del 7 ottobre 2016:
Stanòtte fòrte nu 'ndrunìzze
m'ò fàtte sénde u pambanìzze,
sòtte o lenzùle s'ò fecchète la chèpe,
da ddò venéute, cissà, nan ze sèpe,
accsì fòrte làmbe e 'ndrunìzze
de na stagiàune ca nan z'accapìzze.
Dòpe u 'ndrunìzze e qualche stìzze
ò chjevéute tànde àcque a matìzze,
Sénza corrènde àme rumèse all'aschéure,
tùtte quànde, poverìdde e segnéure.

Ò passète u 'ndrunìzze,
ò passète u pambanìzze,

la bonàneme de màmme appeccève la cannàule,
e ke nu ségne de cràuce sperève o jùrne e o sàule.

maestro Peppino Di Nunno

Dal componimento in vernacolo alla poesia di Giovanni Pascoli scritta per descrivere il tuono che, con alto fragore, rintrona nella notte scatenandosi in tutta la sua violenza terribile. L'essere umano all'udire questa forza possente della natura, s'impaurisce come il bimbo che piange spaventato nella notte buia. Questa poesia è il proseguimento di quella intitolata Il lampo (facente parte della triade: Temporale, Il lampo e Il tuono) ed infatti, inizia con le stesse parole che chiudevano Il lampo: "nella notte nera".

Il tuono
E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rifranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.


Il Lampo
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che,largo,esterrefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.



Entrambe le liriche di Giovanni Pascoli sono costruite su un accostamento di sensazioni: ne "Il tuono" prevalgono le sensazioni uditive, mentre ne' Il lampo vi sono quelle visive. La rappresentazione di un fenomeno naturale e la descrizione di un paesaggio costituiscono il tramite per far emergere i sentimenti del poeta. Gli studi sul fenomeno del tuono riportano: è il rumore che, durante i temporali, fa seguito a una scarica elettrica atmosferica a causa della rapida espansione dell'aria da essa riscaldata. Il fulmine causa un forte aumento di pressione e temperatura che a sua volta provoca la rapida espansione del canale ionizzato prodotto dallo stesso: l'espansione dell'aria produce infine un'onda d'urto che si manifesta col rumore del tuono. La prima teoria sulle cause del tuono di cui si abbia traccia è attribuita al filosofo greco Aristotele nel III a.C.: una primitiva speculazione lo faceva derivare dalla collisione delle nuvole. Si susseguirono molte altre teorie tra cui quella di metà del XIX secolo con la quale si riteneva che il fulmine producesse il vuoto. Nel XX secolo si affermò l'ipotesi che il tuono fosse causato dall'enorme spostamento d'aria provocato dal fulmine nell'atmosfera a seguito della improvvisa espansione termica del plasma nel canale ionizzato. In una frazione di secondo, l'aria viene riscaldata a circa 28.000 °C: ciò provoca la sua espansione verso l'aria circostante più fresca a una velocità superiore a quella che avrebbe il suono che viaggia appunto nell'aria fresca. Ne consegue un'onda d'urto, simile a quella provocata da un'esplosione o dal fronte di un aereo supersonico: è proprio l'onda d'urto che genera il tuono, il quale può manifestarsi come un colpo secco e improvviso se il fulmine scocca vicino all'osservatore o come un rumore diffuso e prolungato per effetto dell'eco e del rimbombo se scocca in lontananza.
© 2005-2024 CanosaWeb è un portale gestito da 3CPower srl Partita iva 07161380725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
CanosaWeb funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.