Olio
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Cronaca

Scoperta maxi frode di olio

Confagricoltura Puglia esprime il proprio apprezzamento

In seguito alla scoperta, tra Bari e Brindisi, di una maxifrode di 7.000 tonnellate di olio spacciato come "100% italiano", ma in realtà ottenuto mediante la miscelazione di oli provenienti anche da Paesi extra Ue (presumibilmente, secondo le prime informazioni, Siria, Turchia, Marocco e Tunisia), Confagricoltura Puglia esprime il proprio apprezzamento per l'importante lavoro svolto dalla magistratura, dalle forze dell'ordine e dagli organismi di controllo. "Il nostro apprezzamento va al lavoro di tutti coloro i quali stanno operando per reprimere ogni forma di distorsione del mercato nel settore olivicolo - afferma Donato Rossi, presidente di Confagricoltura Puglia e presidente della Federazione nazionale olivicoltura - ottenendo, come in quest'ultimo caso, brillanti risultati". La frode sarebbe stata scoperta dal Corpo Forestale dello Stato, che su delega della Dda di Bari ha effettuato controlli, utilizzando una nuova tecnica di riconoscimento del Dna delle cultivar dell'olio. "E' fondamentale approfondire le ricerche in questo settore - dichiara Donato Rossi - e utilizzare ogni mezzo a nostra disposizione. Soprattutto in questo momento. Quella che si è aperta da pochi giorni è infatti la migliore annata dell'ultimo quinquennio per l'olivicoltura pugliese".

Sia per qualità organolettiche che per quantità, la produzione olivicola-olearia 2015-2016 sarà ricordata come una delle più importanti degli ultimi anni. Lo conferma anche l'andamento dei prezzi: caratterizzato inizialmente da una lieve flessione che però da qualche giorno è smentita dai dati della Borsa Merci di Bari che segnano un aumento intorno ai 340 euro per quintale. "Per queste ragioni - conferma il presidente di Confagricoltura Puglia Rossi - non possiamo che sperare in questo tipo di interventi da parte degli organi di controllo, in modo che il mercato dell'olio sia lasciato libero di proseguire il suo andamento normale, senza interferenze illecite che inficino inesorabilmente il valore aggiunto delle imprese olivicole-olearie italiane".
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