Coldiretti Lavoro
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Territorio

Le pratiche commerciali sleali

La Direttiva UE deve essere sostenuta in tutte le sedi e a tutti i livelli

"Deve essere sostenuta in tutte le sedi e a tutti i livelli la Direttiva UE contro le pratiche commerciali sleali, perché la richiesta di rinvio delle lobby dei distributori rischia di far saltare un provvedimento atteso da 10 anni che è stato già approvato dalla commissione agricoltura in Parlamento europeo a larghissima maggioranza dall'86% dei Deputati", è la richiesta del Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, alla notizia del paventato rinvio della discussione in plenaria a Strasburgo, dopo il via libera da 4 commissioni, per cominciare il negoziato con il Consiglio che va chiuso entro la fine del 2018. "In audizione in VI Commissione consiliare regionale abbiamo già chiesto il sostegno al provvedimento – aggiunge Muraglia perché esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera favorito anche da pratiche commerciali sleali come i casi di aste capestro on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione". Il testo in discussione la settimana prossima istituisce di fatto – sottolinea Coldiretti - una base normativa minima comune a livello Ue a cui dovranno far riferimento tutti gli operatori della filiera agroalimentare e che potrà essere affiancata o integrata dalle misure nazionali. "Grazie al Progetto di Relazione dell'On. Paolo de Castro che emenda la proposta di direttiva europea contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra le imprese nella filiera alimentare – ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - nell'elenco delle pratiche sleali per il commercio entra anche l'etichettatura a semaforo e i sistemi di etichettatura nutrizionale fuorvianti che causano oltre ad una non corretta informazione del consumatore anche speculazioni, delocalizzazioni, ritardati pagamenti e vendite sottocosto".

Tra le novità più rilevanti il testo introduce, tra le pratiche sleali da vietare in Ue, i sistemi di etichettatura nutrizionale fuorvianti, come nel caso del semaforo adottato in Gran Bretagna che finisce per escludere nella dieta alimenti sani e naturali, come l'olio di oliva, da secoli presenti sulle tavole, a vantaggio di prodotti artificiali, di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Nella lista nera delle pratiche sleali entrano anche i ritardi nei pagamenti effettuati oltre 30 giorni per prodotti agricoli e alimentari deperibili e oltre 60 giorni per prodotti non deperibili, a partire dall'ultimo giorno del mese in cui è stata ricevuta la fattura o il giorno di consegna concordato. Vietata anche la cancellazione unilaterale di un ordine di prodotti deperibili a meno di 60 giorni dalla data di consegna concordata e le vendite sottocosto, se non concordate in anticipo. Sono inoltre introdotte norme positive in materia di contrattualizzazione collettiva quale strumento di garanzia per tutte le parti coinvolte nella filiera e i produttori avranno il diritto di richiedere un contratto di fornitura scritto. Per la tutela delle forme di impresa organizzata, vengono salvaguardate le disposizioni relative ai termini di pagamento, lo speciale rapporto tra il socio e la propria cooperativa. Le organizzazioni di rappresentanza degli agricoltori potranno presentare, per conto del produttore, una denuncia all'Autorità di contrasto ed essere coinvolte nel procedimento. Gli stessi vincoli saranno estesi inoltre agli acquirenti al di fuori dell'Unione, per evitare che gli operatori che acquistano prodotti sul mercato comunitario possano eludere le disposizioni della direttiva semplicemente trasferendo il loro luogo di stabilimento al di fuori dell'Ue, pena sanzioni.
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