Agricoltura di precisione
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Territorio

La spesa per lo sviluppo rurale in Puglia è tra le più basse d’Italia

La denuncia di Coldiretti Puglia

Saranno le misure agroambientali la sola ancora di salvezza con cui la Regione Puglia riuscirà forse a scongiurare di restituire parte delle risorse del PSR a Bruxelles, impegnate per il 2015 secondo la regola dell'N+3 e cioè con l'obbligo di spendere entro il 31 dicembre 2018, in sintesi entro tre annualità dall'anno previsto d'impegno. E' quanto denuncia Coldiretti Puglia sulla base dei dati sullo stato di avanzamento della spesa del PSR, monitorato dal Ministero delle Politiche Agricole. "La spesa per lo sviluppo rurale in Puglia allo stato attuale è tra le più basse d'Italia, è al 16% del totale delle risorse a disposizione. E' divenuta un rebus la situazione dei bandi per investimenti, giovani e agriturismi che ha ormai dell'incredibile, basti pensare che le anomalie riscontrate sui 1080 progetti presentati per l'insediamento dei giovani agricoltori rientrati in graduatoria sono pari al 96,8% e addirittura del 98,3% su quelli dei ricorrenti, praticamente tutto è messo all'indice, un tunnel senza via d'uscita", è la dura denuncia del Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. "Medesima situazione si riscontra nella graduatoria delle domande degli agriturismi, 'anomale' per il 59,63%. La macchina burocratica dell'Assessorato regionale all'Agricoltura dovrà chiamare a contradditorio migliaia di aziende, senza aver mai avviato la reale istruttoria delle domande – aggiunge il Presidente Muraglia - aspettando che il TAR tolga le castagne dal fuoco, sempre che i Giudici siano messi tempestivamente ed efficacemente nella condizione di comprendere il ginepraio creato da procedure evidentemente fallimentari che attengono la presentazione delle domande, ma a questo punto viene da credere anche dei criteri di verifica delle anomalie".

Dallo stato di attuazione dei Psr aggiornato al 31 ottobre emerge che la spesa relativa alla programmazione 2014-2020 è stata pari in media solo al 23% del totale con in testa – riferisce Coldiretti Puglia – non tutte le regioni sono al palo. "Che nessuno si sogni di far scorrere le graduatorie, eliminando massivamente e senza opportuna attività istruttoria migliaia di domande – avvisa il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – anzi chiediamo alla Regione Puglia di prendere di petto il gap burocratico, perché i tempi delle imprese non sono quelli della burocrazia. Piuttosto che rischiare di 'restituire' le risorse del PSR Puglia Bruxelles, si cerchino altri fondi, perché quando si dipanerà la matassa del blocco delle graduatorie, si dovrà celermente finanziare le 9mila aziende richiedenti che risulteranno aventi diritto che aspettano da anni per poter innovare e sviluppare la propria idea imprenditoriale. Evidentemente spendere si può, come sta facendo la Provincia di Bolzano al 51% della spesa, il Veneto al 39% come la Provincia di Trento, la Calabria che con il 30% è prima al Sud, tallonata dalla Sardegna con un livello di spesa del 29%, il Piemonte (26%) come l'Umbria, la Toscana (25%) come l'Emilia, il Molise (24%), la Valle d'Aosta (23%) come la Sicilia, la Lombardia (20%), il Lazio (19%), la Campania (18%) e la Basilicata (17%)". Il fanalino di coda – conclude Coldiretti Puglia - della classifica nazionale del Piano di Sviluppo Rurale sono Puglia, Abruzzo, Liguria, Marche e Friuli Venezia Giulia.
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