Inaugurazione nazionale anno scolastico 2015-16
Inaugurazione nazionale anno scolastico 2015-16
Scuola e Lavoro

Inaugurazione nazionale dell’Anno Scolastico 2015-16

Una delegazione di Canosa a Napoli

Su invito al maestro Giuseppe Di Nunno, una delegazione congiunta dell'Istituto Comprensivo Foscolo-De Muro Lomanto e del Liceo Statate Enrico Fermi di Canosa di Puglia, con il coordinamento dei dirigenti scolasticici dottoressa Nadia Landolfi e professoressa Nunzia Silvestri ha partecipato a Napoli all'inaugurazione nazionale dell'Anno Scolastico 2015-16. Una bambina di sette anni, Antonia, ha telefonato al Professor Sabino Facciolongo, in viaggio verso Napoli, augurando "Tutti a Scuola!". Abbiano seguito la diretta di RAI UNO, intravedendo lo striscione dell'Istituto Comprensivo Foscolo-Lomanto, con le professoresse Carella ed Elena De Ruvo, il prof. Sabino Facciolongo con il Tricolore della Città e i gioiosi Studenti delle rispettive Scuole. Rileggiamo con riflessione le parole del Presidente Mattarella : "L'istruzione è la chiave della coscienza civile di un Paese. Impegnatevi a coltivare la speranza di costruire un mondo migliore" e del Ministro Stefania Giannini:""" E' il cortile della scuola dedicata a Davide Sannino ad aprire il nuovo anno scolastico, a dare a noi tutti il saluto e a scandire un appassionato "Benvenuto Presidente"! Il nome di Davide, uno di voi, ucciso qui a 19 anni per aver sfidato la violenza di un rapinatore, ci ricorda che l'Italia ha un debito aperto verso il suo futuro, verso chi nella scuola ha imparato la dignità del non piegarsi. Venire qui è un gesto esplicito e in questa mattinata, vedremo di quanto valore e e di quali speranze si nutre, ogni giorno, la vita nelle classi, dove si coltiva quotidianamente l'unica riserva inesauribile che abbiamo a disposizione: l'intelligenza appassionata di sé e delle cose. È una riserva costruita nella fatica e nella bellezza quotidiana dello studio e dello stare insieme. È una riserva speciale: non inquina se la estrai, non si consuma se la usi e se la spendi si moltiplica. Perché la scuola è questo: ritrovarsi fra pari e trovare maestri, che ti guidano e ti cambiano la vita. La scuola italiana è grande ed esiste per la sfida più difficile e più importante: fare dell'individuo una persona, ogni giorno, da Nord a Sud. Governo e Parlamento hanno lavorato nell'ultimo anno per darle nuove risorse, nuove strutture e nuovi docenti. Per garantire saperi indispensabili in un paese dalle molte bellezze e dalle troppe diversità, per diffondere competenze e metodi adeguati a quel continuo divenire che è il nostro tempo. È un anno di cambiamento, questo e, quindi, è un anno complesso! Perché il cambiamento di un sistema così grande si porta dentro la serietà di una scelta politica e lo slancio di una scommessa culturale ambiziosa. La scommessa è quella di aprire le porte della scuola italiana. L'abbiamo immaginata aperta all'Europa e al nuovo modo di essere cittadini, alle lingue e al digitale, al sapere dei libri e al saper fare dei laboratori. Una scuola aperta al mondo del lavoro e alle competenze 'morbide' e trasversali, desiderosa e capace di valutare e di valutarsi, desiderosa e capace di offrire accoglienza e spazio a tutti i suoi studenti, agli abili e ai disabili, e di far sì che l'italiano sia presto lingua madre e non matrigna per i 750.000 bambini stranieri che non lo parlano e non lo sentono parlare in casa propria. A scuola, se è scuola, ci si deve sentire davvero a casa, subito e senza condizioni. Sarà difficile crearla, questa scuola? Penso di sì. Ci vorrà del tempo? È inevitabile. Troveremo ostacoli? Probabile. Ci diranno che l'alternanza tra scuola e lavoro non funzionerà, perché non siamo la Germania, che la valutazione non sarà credibile, perché non siamo la Francia, che l'innovazione didattica non attecchirà, perché non siamo la Finlandia. E noi risponderemo che siamo l'Italia, con l'orgoglio del Paese della Montessori e di Don Milani, di Malaguzzi e di Don Bosco, con la passione, la competenza e la voglia di vincere di Fabiola Gianotti, di Samantha Cristoforetti e delle nostre due racchette magiche, Flavia Pennetta e Roberta Vinci. Risponderemo che per rimanere terra di opportunità e di pensiero e per combattere l'odio e l'intolleranza che segnano oggi i nostri confini resta una carta. Questa carta si chiama istruzione. Inizia per "i" ma la trovate nelle prime pagine del nostro vocabolario. E subito accanto troverete un'altra parola-chiave dimenticata per troppo tempo e che denota una splendida virtù. Questa parola è fiducia. Fiducia fra insegnanti e studenti, fra famiglie e istituzioni scolastiche, fra cittadini e politica. Quindi anche fra voi e me! Ma soprattutto fiducia in voi stessi, cari ragazzi, nel superamento delle vostre insicurezze e di quel senso di paura che accompagna i momenti più importanti della vita di ciascuno. E in questo nostro nuovo vocabolario, sinonimo di fiducia sarà coraggio, che non significa non avere paura, ma vincere la paura. Nessuno è solo a scuola. Non dimenticatelo: nessuno è solo a scuola.Oggi è qui con noi a suonare la campanella per voi e per tutti i 9 milioni di studenti in tutta Italia il Presidente Mattarella. È un regalo che ci fa e che fa al mondo della scuola. La sua presenza è il segno che sulla scuola – e dunque sul lavoro, sulla ricerca, sul domani – lo Stato c'è, lo Stato c'è con tutta la sua forza, la sua autorevolezza e la sua responsabilità. E anche per questo Le ripetiamo il nostro Grazie!, Signor Presidente."""

Anche l'attore Flavio Insinna ospite della manifestazione a Napoli ha valorizzato la figura degli "Insegnanti che condividono quello che sanno" ed ha richiamato le parole di Papa Francesco, che nell'incontro con la Scuola Italiana del 10 maggio 2014 ha sottolineato "l'educazione come luogo del bene, del bello, del vero" non dimenticando: "Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo" di Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace.

Referente della Delegazione
maestro Peppino Di Nunno
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