Ospedale Canosa
Ospedale Canosa
Vita di città

Dateci altri uomini coesi per Canosa, Minervino e Spinazzola

La vicenda ospedaliera canosina è emblematica della pochezza politica

La vicenda ospedaliera canosina è emblematica della pochezza politica di chi ha retto le sorti della Città prima e dopo il 2012: il prima e il dopo sono accomunati da "una protesta" e non da realizzazioni. Tutti e tutto alla mercè di un Direttore di ASL di turno " a gestire decisioni calate da un organo regionale o , peggio, se proprie. Ma non è che Canosa piange e Minervino e Spinazzola "ridono". Non vi è stata una concomitante battaglia di civiltà tra le comunità sopra citate. Ma …. È proprio vero che non ci siamo accorti che le popolazioni che risiedono a Canosa, Minervino e Spinazzola vivevano nell'abbandono nell'allora capoluogo provinciale di Bari ed oggi, purtroppo, nel nuovo capoluogo BAT. Constatiamo un "flop istituzionale" nella nostra zona per la carenza di organizzazioni politiche, soprattutto a sinistra per aver dato voti prima all'ex Governatore Vendola ed oggi ad Emiliano. Quanti hanno creduto che Canosa da sola potesse bloccare la chiusura dell'Ospedale e l'abbandono degli Uffici e servizi decentrati si sono sbagliati. Le comunità di Canosa, Minervino e Spinazzola devono trovare un comune denominatore al di sopra delle idee politiche per concretizzare un percorso di crescita civile ed economica. Cercasi , come Diogene, "Uomini politici non divisivi" che sappiano affermare le proprie idee congiuntamente alla ampia, seria, concreta difesa delle intere comunità; quest'ultime, pur nella loro peculiarità soffrono dell'abbandono istituzionale ed economico.

La costruzione dell'Ospedale, il casello autostradale sono state realizzazioni concorde politicamente con i Comuni di Minervino e Spinazzola. Le strutture ospedaliere non sono luoghi di piacere ma di benessere delle popolazioni: il primo il presidio di vita. I Comuni non possono essere diseredati di un patrimonio esistente. Le "ambulanze del Pronto Soccorso" sono "modello virtuale sanitario" soprattutto quando si arriva ai Pronto soccorso di Andria e Barletta ove, per il numero di abitanti, sarebbero relegate, sia pure con il codice rosso ad un'attesa premoriente: provare….per credere! Può la sanità pubblica essere condizionata da scelte economiche "irrazionali" o, peggio, da ipotetico nuovo ospedale a costruire. Implementare reparti ospedalieri di Andria e Barletta, già intasati, significa non credere alle ordinarie ospedalizzazioni e urgenze di vita.
Abbandonare le strutture ricondizionate, ma finalizzate alla chiusura programmata già prima del 2012 è una follia mentale oltre che "sperpero" di denaro pubblico.

I medici di base dei tre Comuni hanno voce? La loro organizzazione sindacale è a difesa dell'utenza? Scaturisce, per onestà intellettuale, che siano altri Organi statali a vederci chiaro. Incombe sui Consiglieri che frequentano le aule della giustizia, unirsi per avviare una indagine sugli atti posti in essere dai vari Direttori ospedalieri e dalle varie direttive burocratiche regionali, finalizzate tutte contestualmente ad ammodernamento dei reparti e chiusura degli stessi. Non ci vuole "Sabino" di "Striscia la notizia"?Ma nel chiacchiericcio e serie prese di posizioni di parte è giunta magistralmente la lettera del Vescovo diocesano al Presidente regionale. La nota deve essere letta e digerita prima dai politici locali congiuntamente a quelli di Minervino e Spinazzola, oltre che dalle Chiese locali, quale invito a sensibilizzare i fedeli e, non solo, alla difesa dei principi di convivenza irrinunciabili. E' tempo che le amministrazioni dei tre Comuni parlino un unico linguaggio per avviare un nuovo percorso civile ed economico: ospedalizzazione e risorse economiche. "La speranza" è un'utopia, ma la constatazione e la contestazione dello "sperpero finanziario" è una realtà che va denunziata."Non abbiate paura!".
dott. Domenico Di Pinto -Movimento ideologico "La realtà è la nostra guida"
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