Stilus Magistri

Papa Pasquale II nella “Chiesa canosina”

Lettura fondata della datazione

Mentre volgeva al termine l'anno scolastico 2014-15, nell'Anno Del Signore, A. D. 2015, abbiamo assistito e apprezzato il corteo storico e la rievocazione progettuale della visita apostolica di Papa Pasquale II a Canosa di Puglia(BT), nell'iniziativa meritevole dell'UNESCO. Personalmente ero stato presentato da una Docente di Lettere, con un'offerta formativa volontaria e con gli studi dell'architetto emerito Michele Menduni da Firenze, studioso sabiniano, che dai tempi di Don Attolio Paulicelli, aveva studiato la bolla papale nell'Archivio Prevostale della Cattedrale San Sabino, ma siamo stati disattesi. Forse l'accoglienza degli studi avrebbe promosso, nelle pubblicazioni, la foto di Papa Pasquale II, la Bolla papale, i testi in latino con traduzione e l'esatta lettura della datazione, riferita al giorno al mese, all'anno, al caldendario. Poiché ricorrono ancora imprecisazioni scritte nei periodici e in rete riferite soprattutto all'anno, per non lasciare conoscenze errate, ripercorriamo la lettura dei testi originali sia sulla pergamena della bolla, che sulla copia della lapide marmorea, collocata nella parete prima del restauro della cupola giustinianea nella sua magnificenza, che merita di essere annoverata negli itinerari delle Cattedrali della Puglia. Basta visitare il sito del Museo dei Vesovi, nelle Opere, per assumere l'esatta data e leggere le opere qualificate per rilevare la data del 7 Settembre del 1101.

Quando, noi maestri , abbiano realizzato i progetti presepistici a Scuola, abbiamo sottolineato la datazione A. D. ……..dove l'ablativo "Anno" e non il nominativo "Annus" ci indicano: "Nell'Anno del Signore". Naturalemte quella data storica, con l'Epifania del ritorno a Scuola, voltava pagina e nel progetto si riferiva all'anno successivo, con il nuovo calendario. È un esempio significativo che ci aiuta a comprendere la datazione della visita di Papa Pasquale II, datata al MCII, ma corripondente al nostro A. D. 1101 del Calendario gregoriano introdotto nel 1582.

Il testo della bolla e della copia marmorea
La pergamena della bolla papale riporta: Anno dominice Incarnationis. Millo. Centesimo. Secundo. Mense Septembre. Indictione decima. L'evento è datato al septimo idus Septembris, che corrisponde al settimo giorno prima delle Idi di Settembre (13 Settembre), e quindi al 7 Settembre. Il Calendario giuliano e gregoriano hanno riportato i giorni dei mesi con riferimento alle Kalendae, alle Nonae, alle Idi. Il testo in latino, sulla pergamena e con chiarezza sulla copia marmorea, riporta i segni della sincope fonetica tipica del Latino medievale, che merita di essere studiata negli studi classici delle nostra madre lingua romana e cristiana. Negli anni scorsi ho approfondito questa sincope nelle diverse cadute fonetiche nel testo della copia marmorea, portandola all'attenzione di una Docente di Lettere, collaboratrice nelle ricerche filologiche. Anche il dittongo "ae" diventa "e" nell'epoca medievale, come mi ha insegnato padre Gerardo Cioffari e come riporta l'aggettivo "dominice" (del Signore) Incarnationis.
L'anno riportato con il numero ordinale nella pergamena (Millesimo Centesino Secundo) e con le cifre romane MCII nella copia, si riferiscono al Calendario liturgico bizantino, riportato soprattutto nelle bolle papali e negli atti notarili dell'Italia merdiionale. Ma il Calendario bizantino ha inizio con il 1° Settembre, che segna il Capodanno . rimasto anche in volgare nel dialetto della Sardegna: "u capudanni".
Se copiamo, dobbiamo riportare il testo tra virgolette del 1102, ma se leggiamo con il nostro calendario, e pubblichiamo delle note dobbiamo scrivere 1101, con la data che ci educa al contesto della nostra storia e del nostro calendario. Vale lo stesso quando trasferiamo le date dall'Ab Urbe condita all'Anno Domini, come per esempio con la battaglia di Canne, o con il nostro Calendario e l'era fascista, come prossimamente chiariremo l'errore in rete dei siti cannensi sulla ricorrenza della Colonna di Canne. Purtroppo le pietre antiche dei nostri palazzi del '900, dell'800, riportavano le lettere A. D. , mentre il disuso anche cartaceo ci discosta sia dall'evento della nascita del Signore, sia dal ciclo del calendario. Oggi comunque prosegue la differenziazione dell'anno scolastico, dell'anno civile, dell'anno liturgico della Chiesa Cattolica.

Il Vescovo canosino Gaudino
Nella traduzione del testo della Bolla papale, che meritava di essere studiata e riportata, aveva rilievo anche la figura trascurata di un Vescovo canosino, presente nel convegno: Gaudino, Vescovo di Muro, nato dalle nobili genti di Canosa. Basta cercare in Google "Gaudinus episcopus" per sfogliare la mia pubblicazione del 2009 sul Campanile e su Alboscuole, dove viene già decodificata la datazione dell'anno bizantino 1102.

Indictione decima
Lo stesso testo originale aggiunge alla datazione dell'anno, l'indizione, che si cominciò ad adottare come ciclo di quindici anni, nell'epoca bizantina, dopo il 313 d. C.. Precisiamo che il termine, nei siti, non va scritto "indicatione decima", ma " indictione" . Per calcolare l'indizione, secondo il metodo cronologico, si aggiunge il numero 3 per compensare la sfasatura tra l'era cristiana e l'era bizantina del 313 d. C.; si divide per 15, ottenendo il resto della divisione che indica l'indizione. Se aggiungiamo 3 all'anno 1102, abbiamo la cifra 1105, dividendo per 15, abbiamo il numero 10 nel resto: è la decima indizione.

Rileggiamo i testi in latino, come quelli dell'abate Damadeno confusi con Strabone, leggiamo il Tortora in latino, ma rileggiamo soprattutto la Bolla papale di Papa Pasquale II, che segnò anche l'inizio della Diocesis Nullius di questa Chiesa Canosina (Haec Ecclesia Canusina) ad honorem Dei et beati Sabini Confessoris dedicata (dedicata a lode di Dio e in onore di San Sabino Confessore e Vescovo). Era il settimo giorno prima delle idi di Settembre dell'Anno MCII dell'anno bizantino, nell'Indizione decima; era il 7 Settembre dell'Anno dell'Anno del Signore 1101: con la rievocazione dell'UNESCO, delle Scuole di Canosa, dei diligenti studenti del Liceo, desiderosi del sapere, possiamo dire oggi. "io c'ero!".
maestro Peppino Di Nunno (stilus magistri)
Papa Pasquale IIDedicazionePergamena bolla papale
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